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Un pericoloso traffico illecito di rifiuti è stato scoperto in provincia di Taranto, dagli uomini del Nucleo Speciale d’Intervento (N.S.I.) del Comando Generale delle Capitanerie di porto, coadiuvati dal personale della Capitaneria di porto di Vibo Valentia, che hanno denunciato cinque persone per disastro ambientale e traffico organizzato di rifiuti.
Le indagini, avviate un anno fa, hanno accertato che una ditta di trasporti calabrese, in accordo con tre ditte tarantine del settore della lavorazione del marmo e degli inerti, aveva trasformato una cava di Ginosa Marina (Ta) in una discarica abusiva di 8mila mq., dove sono state rilevate contaminazioni di metalli pesanti (in particolare berillio, stagno e rame) in percentuali tali da compromettere la salute pubblica.
Il sito, infatti, confina con appezzamenti di oliveti e vigneti e con un canale per l’irrigazione che sbocca nel Mare Ionio. Nel corso delle indagini, si è appurato inoltre che una delle società calabresi smaltiva notevoli quantità di rifiuti pericolosi sotterrandoli lungo il corso del fiume Oliva – sito scoperto e già sottoposto a sequestro nello scorso mese di maggio dagli uomini della Guardia Costiera – ed in altre aree, fra le quali anche alcune zone costiere. A seguito del provvedimento emesso dal gip del tribunale calabrese di Paola, gli uomini del N.S.I. della Guardia costiera hanno posto sotto sequestro le tre ditte calabresi e la cava pugliese (38.000 mc di inerti e marmi oltre a 30.000 mq di aree scoperte e 9.000 mq coperti per le ditte e 8000 mq per la cava) e tutte le apparecchiature per la movimentizioen terra, gli impianti di betonaggio e per il trattamento dei rifiuti e alcune centinaia di chilogrammi di amianto macinato.
(Fonte: AGI)
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