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Beni per sei milioni e cinquecentomila euro sono stati sequestrati a Carmelo Bruzzese, 59 anni, commerciante originario di Grotteria, in provincia di Reggio Calabria. Il provvedimento è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, a seguito di complesse indagini eseguite dalla Direzione investigativa antimafia di Roma, in collaborazione col centro operativo della città dello Stretto.I sigilli sono stati apposti a beni riconducibili a Bruzzese, ma intestati a suoi familiari o prestanome. Si tratta, in particolare, delle quote sociali e dei patrimoni di due aziende, una operante nel commercio di materiale elettrico e l’altra nella vendita di autovetture di grossa cilindrata. Sequestrati inoltre la lussuosa villa in cui abita lo stesso commerciante, un appartamento sito a Grotteria a mare, un terreno adibito ad uliveto di circa 13 mila metri quadrati, diversi automezzi e disponibilità finanziarie ancora in via di quantificazione. Bruzzese, nei giorni scorsi, era stato destinatario di un decreto di sequestro cautelare, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, che aveva sottoposto alla misura ablativa un patrimonio pari ad 800 mila euro a seguito di un’indagine che vede l’uomo indagato per associazione mafiosa. Il commerciante è sospettato di appartenere ad un’organizzazione criminale che opera nella zona di Marina di Gioiosa Ionica e che sarebbe collegata alla famiglia mafiosa dei Cuntrera – Caruana, attiva in Canada e negli Stati Uniti. Bruzzese, in particolare, secondo l’accusa avrebbe mantenuto contatti con Vito Rizzuto, personaggio di spicco della mafia internazionale, a capo di un’organizzazione con base a Montreal. Una vera e propria multinazionale del crimine (con legami con i cartelli colombiani, le gang irlandesi dell’Ovest ed organizzazioni francesi), dedita all’accaparramento di grossi appalti pubblici tra New York, il Canada e l’Italia.
L’organizzazione malavitosa, che aveva ramificazioni nel nostro paese a Milano, Bari, Agrigento e Reggio Calabria, era interessata ad inserirsi anche nella gara per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Nel contesto dell’indagine a carico dei Cuntrera – Caruana e delle famiglie gravitanti nell’orbita di questo grosso clan internazionale, Bruzzese era rimasto implicato nell’inchiesta denominata «Orso Bruno». Destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel settembre del 2007 dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Roma, l’uomo era riuscito a sottrarsi alla cattura fino a quando il provvedimento restrittivo non è stato revocato.

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