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C’è anche uno specialista addetto alla gestione della rete informatica della Procura della Repubblica di Catania tra le cinque persone arrestate per un traffico di materiale pedofilo su internet a conclusione di un’indagine del Nit, il Nucleo investigativo telematico della Procura di Siracusa. Gli altri quattro arresti sono stati eseguiti due a Reggio Emilia, uno all’Aquila e uno a Roma. Sono state effettuate inoltre 41 perquisizioni.
La posizione del tecnico della Procura di Catania riguarda la diffusione di oltre ottocento video pedofili, alcuni dei quali riconducibili a circuiti del «turismo sessuale». A Reggio Emilia gli arrestati sono un commerciante di 33 anni e un operaio di 46 anni, nelle cui abitazioni è stato sequestrato un ingente quantitativo di materiale pedopornografico. In Emilia Romagna carabinieri e guardia di ginanza hanno eseguito perquisizioni nelle province di Modena, Parma, Reggio Emilia, Cesena e Ravenna. A L’Aquila è stato arrestato un impiegato di 59 anni nella cui casa sono stati sequestrati molti video e immagini a contenuto pedopornografico. A Roma, infine, un pensionato di 60 anni, è stato arrestato in flagranza per divulgazione e detenzione di ingente quantità di materia pedopornografico.
L’operazione denominata «Anime bianche» ha impegnato 150 uomini dei carabinieri, della guardia di finanza e della polizia postale, coordinati dal procuratore di Siracusa, Ugo Rossi. Lo spunto investigativo è venuto da una serie di denunce presentate dall’associazione Telefono Arcobaleno presieduta da Giovanni Arena. Scoperto un vasto traffico di video pedofili on line per il quale oltre ai 5 arrestati sono indagate per l’ipotersi di «divulgazione di materiale pedopornografico in associazione per delinquere» altre 41 persone. La maggior parte di loro risiede in Emilia Romagna, Lazio, Veneto e Lombardia, 4 in Sicilia, 3 in Piemonte, 3 in Puglia, 2 in Campania, 2 in Calabria, 1 in Toscana, 1 in Umbria, 1 nelle Marche, 1 in Liguria, 1 in Abruzzo. Gli indagati hanno un’età media di 45 anni e appartengono a tutte le categorie sociali: operai, professionisti, militari, fotografi, impiegati statali, imprenditori e commercianti.
L’indagine, avviata circa un anno addietro, si è sviluppata in cooperazione internazionale con altri Paesi del eentro e dell’Est Europa che saranno a Siracusa nelle prossime ore per un vertice necessario a coordinare il prosieguo dell’attività investigativa e per approfondire i dati che sono stati finora raccolti a Siracusa e sono relativi a centinaia di persone coinvolte nel traffico di filmati pedopornografici. Nei video sequestrati figurano bambine costrette a subire coercizioni criminali fortemente degradanti e umilianti. E’ emersa una stretta connessione tra pedopornografia e turismo sessuale.

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