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Due medici rinviati a giudizio e uno prosciolto. E’ quanto emerso dall’udienza preliminare a carico di tre indagati per omicidio colposo, nella loro qualità di sanitari in servizio presso il carcere di Siano-Catanzaro, a seguito del decesso del detenuto Emiliano Mosciaro, afflitto da un’appendicite acuta, degenerata in peritonite, e morto per setticemia nell’agosto del 2005.
Dopo una lunga camera di consiglio, il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, Tiziana Macrì, ha mandato sul banco degli imputati i dottori Anna Mannarino ed Ennio Ciacci, per i quali il processo avrà inizio il prossimo 6 febbraio, ed ha infine scagionato il dottore Santo Gratteri «per non aver commesso il fatto». La decisione è arrivata in serata, a seguito dell’udienza mattutina dedicata alle discussioni del rappresentante della pubblica accusa, il quale ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio come ha fatto anche il legale di parte civile, l’avvocato Angelo Pugliese, che rappresenta la moglie e i due figli del detenuto deceduto due anni e mezzo fa presso la Casa circondariale di Siano, dove stava scontando una condanna per associazione a delinquere. Poi la parola è passata ai difensori dei tre medici accusati, gli avvocati Nunzio Raimondi, Bruno Napoli e Paolo Iorio, impegnati a dimostrare la totale assenza di colpe in capo ai sanitari. Furono i familiari della vittima a dare il via, con la propria denuncia, alle indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Cristina Tettamanti la quale, ravvisando comportamenti ritenuti negligenti da parte dei medici, presentò la propria richiesta di rinvio a giudizio, ben due anni fa, portando in aula la vicenda che ha visto concludersi l’udienza preliminare solo oggi.

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