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E’ allarme, a Crotone, per la presenza nel sottosuolo di un materiale che potrebbe essere fosforite, un minerale che contiene uranio 238. Pietre di colore grigio-celeste, come la fosforite appunto, sono venute alla luce nel corso di un carotaggio nel piazzale interno della Questura e negli scavi archeologici abbandonati che si trovano davanti all’ospedale. L’Azienda sanitaria provinciale ha subito incaricato l’Arpacal (l’Agenzia regionale per l’ambiente) di effettuare le indagini necessarie per stabilire l’esatta natura chimica del materiale e l’eventuale radioattività. La fosforite era la materia prima che l’ex Montedison importava dal Marocco per la produzione, nello stabilimento crotonese, dell’acido fosforico. Secondo alcuni le pietre potrebbero essere, invece, scorie del forno fosforo che per anni sono state utilizzate come sottofondo stradale. Certo è che il ritrovamento inquieta la popolazione, già preoccupata per i risultati dell’inchiesta della Procura che ha sequestrato 18 siti nei quali sono state utilizzate scorie tossiche prodotte dalla Pertusola Sud come materiale per i sottofondi stradali. E proprio nell’ambito di questa inchiesta è stato fatto il carotaggio alla Questura. Il procuratore di Crotone, Raffaele Mazzotta, non ha voluto commentare la notizia del ritrovamento del minerale che potrebbe essere fosforite. «Non parlo delle indagini – ha detto – sono molto rigido per quanto riguarda le indagini preliminari. Quando avrò il quadro chiaro darò le notizie opportune». Il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone, Vincenzo Domenico Scuteri, dal canto suo, ha sottolineato che «allo stato attuale, pur presentando il materiale analogie visive con la fosforite, che, da quanto si dice, sarebbe stata utilizzata un pò ovunque nella città, non esiste alcun tipo di analisi che ne accerti l’esatta natura». Saranno dunque i tecnici dell’Arpacal a chiarire la composizione di quelle pietre e, soprattutto, la loro pericolosità. Stamani il direttore del dipartimento provinciale di Crotone dell’Arpacal, Teresa Oranges, ha incontrato i genitori dei ragazzi che frequentano il plesso scolastico del rione San Francesco, uno dei siti posti sotto sequestro dalla magistratura, per dire loro che dal monitoraggio preliminare che è stato fatto, «non ci sono motivi di allarme», aggiungendo che «i bambini non hanno respirato aria malsana, nè tanto meno bevuto acqua inquinata e nella zona non risultano valori di radiazioni del territorio». A Crotone, intanto, fa discutere e sta sollevando le prime polemiche un rapporto su salute ed ambiente, redatto nel 1997 dall’Organizzazione mondiale della sanità e confermato da un successivo rapporto del 2001 della stessa Oms, dal quale emerge che a Crotone c’è un tasso di tumori superiore del 46% rispetto alla media provinciale. Un rapporto da allora «dimenticato» e che nessuno ha mai preso in considerazione.

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