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Continuano a Paola, sul tirreno cosentino, le perquisizioni nelle case di soggetti già noti alle forze dell’ordine. L’ultima nel corso della notte appena trascorsa, il cui esito si potrebbe sapere in mattinata. L’attività di controllo del territorio prosegue alla ricerca di elementi indiziari che possano portare all’individuazione dei killer, che la sera del 25 ottobre scorso, hanno freddato il 38enne Antonello La Rosa con cinque colpi di pistola a tamburo.
Il movente invece, sembrerebbe un regolamento di conti, maturato negli ambienti della criminalità locale.
I sicari, secondo quanto raccolto dagli inquirenti, avrebbero agito entrambi vestiti con un giubbotto e col volto travisato da casco integrale, mentre è emerso un particolare in più per il conducente della moto, una Honda Enduro 650, la cui targa era stata rubata a Fuscaldo nel 2004.
L’individuo che impugnava il manubrio con molta probabilità, sarebbe piazzato fisicamente e alto. A questo indizio si è giunti grazie alle testimonianze visive raccolte. Inoltre, subito dopo aver sparato i primi colpi, la moto avrebbe superato la Fiat 500 guidata dalla vittima, per piazzarsi nuovamente davanti l’auto e consentire al killer di scaricare gli altri proiettili. Durante tale manovra il mezzo avrebbe sbandato rischiando di cadere, se non fosse stato per il provvidenziale intervento del conducente che poggiava i piedi a terra. Essendo l’Enduro una moto alta, si presuppone anche una certa prestanza fisica per sostenerlo. Per quanto concerne l’attività dei fiancheggiatori, sarebbero stati diversi e posizionati in vari punti della cittadina. La Rosa stava infatti salendo dal lungomare per poi fermarsi ad una macelleria del centro. Qualcuno appostato avrebbe quindi visto l’uomo riprendere l’auto e dirigersi verso casa, segnalando al killer il suo arrivo . La città di Paola è al momento blindata da carabinieri in borghese e agenti di polizia del nucleo anticrimine di Rende.

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