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Danneggiate le macchine “segnatempo”, forse per potere assentarsi dal lavoro e non essere controllati. E’accaduto in alcuni uffici della Regione Calabria. Alla individuazione dei responsabili punta una indagine avviata dal Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro. I militari avrebbero già alcune piste da seguire e potrebbero procedere a controlli mirati per debellare un fenomeno che procura danni all’amministrazione pubblica: chi ha messo fuori uso i rilevatori di presenza lo avrebbe fatto oltretutto, per potere consumare indisturbato “comportamenti antigiuridici rispetto agli obblighi del contratto di lavoro”.
Altro che la guerra aperta dichiarata agli assenteisti e ai fannulloni dal ministro Renato Brunetta. In Calabria, pur di non attivare i controlli sui turni di entrata e di uscita sui dipendenti, sono state danneggiate le macchine segnatempo. E’ stata, infatti, questa la prima deduzione logica dell’assessore regionale al Personale, Liliana Frascà, e del suo direttore generale Antonio Izzo nel momento in cui sono venuti a conoscenza del fatto che cinque rilevatori di presenza, in altrettanti uffici regionali, sono stati messi fuori uso. Il secondo pensiero è stato quello di presentare denuncia ai carabinieri e avviare immediatamente indaginiinterne per acquisire maggiori informazioni sull’accaduto. Nel mese di Aprile scorso, infatti, in seguito a una più generale riorganizzazzione dei dipartimenti e degli uffici, finalizzata ad evitare un’eccessiva frammentazione delle sedi regionali, in nove Dipartimenti, sono state installate apparecchiature per il controllo automatico della presenza dei dipendenti regionali. Un adempimento che nella Regione mancava da oltre dodici anni , reso possibile a seguito della progressiva attuazione del piano di riordino logostico. Lo scopo finale della missione era, per l’appunto, dare un assetto razionale e minimamente efficente al comparto del Personale, finora universalmente riconosciuto come uno degli anelli più deboli della macchina burocratica. Impiegati “imboscati” a fronte di altri sempre ligi al dovere, stanze deserte e scrivanie vuote a fronte di altre anguste e stipate di volonterosi. Ma l’idea di timbrare il cartellino, evidentemente, non a tutti è andata giù. Il sospetto dichiarato, infatti, è che dietro il danneggiamento dei rilevatori di presenza ci sia qualche dipendente restìo a forme di controllo sul tempo effettivo di lavoro e che pur di dover rinunciare alle lunghe pause caffè avrebbe messo in atto il piano di disattivare le macchine.Da qui l’amarezza dell’assessore e dg: .
Mentre invece l’assessore Frascà si dice dispiaciuta poichè è giusto che i lavoratori onesti siano rispettati e tutelati e che dunque si vada fino in fondo affinchè la legge venga rispettata. In particolare sono stati messi a segno nella sede del dipartimento Infrastrutture di via Crispi, dove l’apparecchiatura è stata manomessa nello stesso giorno di attivazione, al Dipartimento Salute in via Buccarelli, al Dipartimento Ambiente in via Isonzo mentre l’ultima manomissione è stata attivata a Palazzo Europa, dove è ospitato il settore delle attività produttive. Il direttore generale del Personale nella sua denuncia ai Carabinieri ha spiegato che questi atti annulleranno gli sforzi del Governo per migliorare l’efficenza strutturale della Regione Calabria. Comunque i Carabinieri, nelle indagini che stanno portando avanti, si sarebbero già fatti un’idea di come sono andate le cose e avrebbero quindi già delle piste d aseguire.

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