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ROMA (ITALPRESS) – “La transizione energetica della mobilità deve essere ecorazionale, quindi sostenibile in chiave ecologica, economica e sociale”. Così il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, aprendo i lavori della 75ma Conferenza del Traffico e della Circolazione. Il confronto ha preso spunto dai dati dello studio della Fondazione Filippo Caracciolo, che vuole richiamare l’attenzione della politica sulle variabili dei processi evolutivi in atto, in particolare sull’interazione delle azioni adottate e sugli effetti inquinanti correlati alle possibili scelte di decarbonizzazione. Tra gli spunti del lavoro, ha registrato grande interesse il confronto delle emissioni di CO2 tra auto a benzina, a metano, ibride ed elettriche, calcolate non soltanto in fase di uso, ma anche nell’intero ciclo di vita dei veicoli e dei carburanti. Allo scarico, una utilitaria elettrica fa registrare emissioni nulle di C02 al km, mentre una analoga a benzina produce almeno 0,124 kg di CO2 al km contro 0,103 kg di una a metano e 0,113 kg di una ibrida. L’analisi dell’Aci evidenzia che le emissioni complessive di CO2 generate dalla produzione, dall’alimentazione e dall’uso di un’elettrica di alta gamma superano notevolmente quelle di un’utilitaria a benzina: 1.646 kg di CO2 contro 1.205 su 8.500 km. Secondo la ricerca la priorità di intervento va allo svecchiamento del parco circolante italiano: il 60% delle auto in Italia ha più di dieci anni e 1 su 5 è addirittura ultraventennale. Monitorando il Pm10 e le altre emissioni inquinanti, i mezzi più vecchi impattano sull’ambiente fino a 30 volte più di quelli moderni, oltre ad essere molto più insicuri. E’ necessaria la sostituzione: l’acquisto incentivato, senza rottamazione, di 20.000 auto elettriche nuove permette un risparmio di appena 850 kg annui di Pm10, mentre l’avvicendamento di 20.000 veicoli Euro1 con moderni Euro6 comporta un taglio di 23.000 kg di emissioni all’anno. Ecco perchè è fondamentale che gli incentivi continuino ad estendersi anche alle più moderne auto usate, favorendo la rottamazione dei 12 milioni di Euro0 fino a Euro3. Sticchi Damiani ha osservato come “va bene la prospettiva futura, ma abbiamo un problema che va affrontato oggi. Con gli incentivi 2020, le rottamazioni sono stati nella parte alta Euro 3, 4, 5, ma insignificanti su 1 e 2. Dobbiamo trovare il modo di rottamare 4,5 milioni di macchine che sono quelle euro 0, 1, 2 che inquinano 28-30 volte in più delle auto nuove”. Quindi, ha sottolineato con forza come “le auto vecchie vanno rottamate, vanno demolite le auto di interesse storico e collezionistiche. Il governo ha fatto molto, ma deve fare di più”. La Fondazione Caracciolo ha anche analizzato l’impatto ambientale della produzione di energia elettrica con cui muovere le auto a batteria e sottolinea come solo il 39% derivi da fonti rinnovabili, mentre per rispettare gli obiettivi internazionali, la produzione dovrebbe raddoppiare in soli 9 anni. “Lo sviluppo della mobilità elettrica è fuori discussione – ha aggiunto il presidente dell’Aci – ma le politiche che devono incentivare e regolare tale sviluppo non possono prescindere dalla valutazione e dalla misurazione dei costi e dei benefici di tutte le tecnologie disponibili ed implementabili, dai biocarburanti avanzati all’idrogeno. E di pari passo va incentivato il trasporto pubblico plurimodale”. Alla conferenza è intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, che ha annunciato di avere firmato “il decreto in cui abbiamo stanziato 300 milioni, di cui il 40% al Sud, per sostenere la filiera degli autobus in Italia. La transizione energetica ed ecologica non si fa in un giorno e nemmeno in 10 anni. Ci si pone come obiettivo intermedio il 2030 e poi il 2050. Prima si fa meglio è. Questo è un periodo potenzialmente entusiasmante, non solo interessante e questo vuol dire superare lo scetticismo che caratterizza noi italiani”.
(ITALPRESS).

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