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ROMA (ITALPRESS) – “C’è stata una regressione culturale nella quale il lavoro è stato considerato come una merce, la mercificazione del lavoro. Si sono abbassate le tutele e in alcuni casi addirittura tolte, come con la manomissione dell’articolo 18. Va arrestata questa deriva, bisogna estendere i diritti a tutte le persone che lavorano”. Così il segretario generale della Cgli, Maurizio Landini, in un’intervista a la Repubblica, spiegando che “serve un nuovo Statuto che garantisca tutti coloro che ricevono un salario per il lavoro che svolgono, indipendentemente dalla tipologia del rapporto di lavoro. I diritti fondamentali devono riguardare tutti: chi ha un contratto stabile, chi un contratto a tempo, chi lavora come partita Iva, tutti. La Cgil ha presentato in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare con oltre un milione e mezzo di firme di cittadini proprio per riconoscere a tutti gli stessi diritti, fino ad arrivare a una legge sulla rappresentanza sindacale”. Secondo Landini “la tecnologia digitale può e deve essere uno strumento anche per l’esercizio delle libertà sindacali. La piattaforma digitale può diventare la nuova bacheca sindacale, il luogo delle assemblee, delle stesse decisioni dei lavoratori attuando – finalmente – gli articoli 39 e 46 della Costituzione sulla libertà sindacale e sulla democrazia economica”. Inoltre “dobbiamo pensare alla flessibilità organizzativa: si andrà al lavoro, ma si resterà anche a casa. Serve una rimodulazione e una riduzione degli orari”. In questo quadro, osserva, “ci sarà sempre più bisogno dell’attività sindacale. Bisogna essere in condizioni di contrattare i nuovi modelli organizzativi attraverso i quali accrescere la partecipazione, la libertà e la realizzazione nel lavoro dei lavoratori, intervenendo sull’innovazione dei processi produttivi e sugli stessi prodotti”.
(ITALPRESS).

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