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Undici mesi fa il trapianto di reni, ma la settimana scorsa è finita nuovamente in dialisi. Una situazione di abbandono quella di Rosa Sacco, di 29 anni, di Catanzaro, a detta del legale, l’avvocato Antonio Ludovico, e dei familiari della donna, che da Catanzaro è stata trasferita nel novembre scorso, dopo essere finita assieme ad altre 70 persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “Rinascita”, nel carcere di Potenza. È in una cella della struttura potentina, che la donna sta vivendo i suoi ultimi mesi. Fino alla notifica di un nuovo provvedimento del gip, questa volta del divieto di dimora in Calabria, arrivato nei giorni scorsi nell’ambito dell’operazione “Il chiosco”, blitz condotti dalla Procura di Catanzaro e che hanno fatto luce, secondo gli inquirenti, sulla gestione del traffico di sostanze stupefacenti all’interno del capoluogo di regione. Con le zone sud del quartiere regno indiscusso dei rom. Ed è in queste operazioni antidroga che compare nelle varie carte giudiziarie prodotte da magistrati e inquirenti il nome di Rosa Sacco. Diverse le ipotesi di reato a suo carico che le contestano la detenzione e lo spaccio di droga. Dopo quel trapianto la donna avrebbe dovuto proseguire la terapia anche nel carcere di Potenza ma non le sarebbe stata somministrata: ad esempio le compresse antirigetto (Cellcept da prendere 2 volte a giorno) per impedire il rigetto dell’organo trapiantato. Ma di quelle pillole nella struttura potentina non si sarebbe vista l’ombra. Alla donna, infatti, sarebbero stati somministrati solo dei tranquillanti. Ed è come se per oltre tre mesi fosse stato sospesa la cura antirigetto. Questo fino a quando proprio nei giorni scorsi, prima dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip per l’ultima notifica con il divieto di dimora, la donna è crollata. È svenuta ed è stata ricoverata nell’ospedale di Matera. È stato, subito dopo, il primario del reparto di Nefrologia ad inviare una nota al giudice che l’avrebbe dovuta interrogare sottolineando come la stessa Rosa Sacco almeno per il momento non sarebbe nelle condizioni fisiche di reggere un interrogatorio.
Il legale: «Per oltre tre mesi – ha detto il suo legale, l’avvocato Antonio Ludovico – i sanitari del carcere di Potenza per come mi ha raccontato la mia assistita non le hanno somministrato le cure giuste e nel modo corretto. Rosa Sacco è stata abbandonata. L’altro giorno le ho fatto visita nell’ospedale di Matera: era in condizioni disastrose, non riusciva a parlare». Adesso, la donna, è finita nuovamente in dialisi e rischia il rigetto del rene che le è stato impiantato undici anni fa. Probabile che le serva un nuovo rene per tornare a sorridere. «Non ci fermeremo qui. Ci muoveremo in tutte le sedi opportune e nei prossimi giorni presenteremo una denuncia – querela nei confronti dei medici della struttura carceraria. Alla signora Sacco le è stato negato un diritto primario e fondamentale per ogni cittadino: il diritto alla salute».
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