X
<
>

Share
4 minuti per la lettura

POTENZA – «Alcune settimane fa non si sapeva nulla del caso. Ma avete sentito una quantità enorme di elementi sui due omicidi. Avete sentito i dettagli di quasi tutte le indagini tecniche sulla scena del crimine. Avete visto la scena del crimine (…) Voi siete i giudici in questo caso (…) Il buon senso gioca un ruolo importante in questa situazione. Alla fine è tutto molto semplice: Restivo è l’uomo che ha ucciso Heather Barnett». È andato dritto al sodo il pubblico ministero inglese, Michael Bowes chiedendo alla giuria del processo della sartina di Bournemouth una sentenza di condanna senza esitazioni per Danilo Restivo (in foto), il 39 enne italiano arrestato a maggio dell’anno scorso. Ha parlato della sorprendente somiglianza delle morti di Heather ed Elisa Claps elencando gli elementi in mano all’accusa. «Per l’assassino era un feticcio tagliare i capelli. Restivo aveva legami con le donne ed era loro vicino al momento della loro morte. Elisa è stata assassinata nel sottotetto, attirata dalla promessa di un regalo. Il Dna di Restivo è stato trovato sul suo maglione e un taglio sulla mano per cui la sua spiegazione non aveva senso. Si può pensare che Restivo sia stato evasivo all’estremo. Che abbia sofferto di perdita di memoria selettiva. Che alcune cose non riusciva a ricordarle. Ma che altre cose che riusciva a ricordarle molto chiaramente. Alcune delle sue spiegazioni erano semplicemente ridicole. Come gli insetti. Alcune cose che poteva semplicemente dire, non le riusciva a spiegare. Come il Dna sul maglioncino di Elisa. Aveva il feticcio del taglio di capelli che si è portato dietro per molti anni in Italia e in Inghilterra. Ha pedinato, selezionato e predato. Non gli è mai importato nulla delle ragazze a cui tagliava i capelli. Lui si preoccupa solo di se stesso. Non è l’eccentrico che va a caccia di insetti. È pericoloso. Checcé ne dica lui. Gli oggetti che portava con sè a Throop Mill (un parco poco lontano da Bournemouth dov’è stato fermato il 12 maggio del 2004): forbici, passamontagna, sono a dir poco sinistri. È scaltro». Ha ammesso il pubblico ministero. Ma «le sue spiegazioni sono diventate sempre più ridicole. (…) In Italia, conosceva la chiesa dove Elisa è morta molto bene. Aiutava in chiesa (…) Ha trascinato Elisa in un angolo del sottotetto. Il reggiseno è stato tagliato, i suoi pantaloni abbassati e poi il taglio di capelli, proprio come Heather Barnett. L’ha attirata con la promessa di un regalo e quando lei è salita su era troppo tardi, l’ha uccisa. Sembra probabile che non sia morta subito, ma potrebbe essere stata in vita per altri 15 minuti, annegando nel suo stesso sangue. Dopo aver massacrato Elisa è tornato in strada con un taglio sulla mano. Doveva venirsene con una storia, che poi l’ha intrappolato (…) La sua spiegazione di una caduta nel cantiere delle scale mobili era assolutamente assurda. Una caduta giù per le scale che ha lasciato solo un piccolo taglio sulla mano?» Poi è tornato all’omicidio della sartina. «Quella mattina, il 12 novembre 2002, Heather è statouccisa e quando si guardano le circostanze si vede l’assurdità assoluta che ci siano due killer casuali. C’è solo un assassino che è Restivo. I capelli trovati nella sua casa nel 2006 lo hanno costretto a trovare una spiegazione ridicola, che è stata il complotto della famiglia Claps. (…) Nel novembre 2002 ha voluto uccidere, e uccidere di nuovo nel modo in cui l’aveva fatto prima. È andato sul posto la settimana prima, facendo finta che voleva delle tende per la sua compagna. Questo il 6 novembre. Ha creato un contatto con Heather in modo da poter avere una scusa per vederla senza farla allarmare». Quindi la “prova regina”.
«Era abbastanza ovvio che Heather conosceva il suo assassino, lo aveva lasciato entrare, ed era seduta di spalle al tavolo da cucire quando è arrivato il primo colpo. Il killer ha usato quell’asciugamano verde per pulirsi dal sangue e l’ha colpita con il martello. (…) Messo di fronte a questo l’anno scorso prima ha detto di non aver mai visto quell’asciugamano e poi si avventurato con un’altra menzogna ridicola, ossia che l’avrebbe dato a lei come un campione per il colore delle tende che voleva. (…) L’approccio di Restivo è questo: «O non riesco a ricordare, o mento o do una spiegazione ridicola». Ha detto bugie su bugie su bugia. Alla fine proprio le sue bugie lo hanno smascherato. C’è una ragione molto semplice per cui tutti gli indizi fanno pensare a lui. Ed è soltanto perché è lui l’assassino».

Leo Amato

Share
root

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE