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MATERA – Sono due di solito i momenti che in una comunità, soprattutto nelle più piccole, servono per legare, per unire, per eliminare le differenze e avvicinarsi ad un sentire comune e si tratta dei matrimoni e dei funerali. Già perché nelle piccole comunità ci si conosce, si partecipa e si condivide il bene come il male.
Si condividono i momenti di festa come quelli più tristi in cui viene a mancare un affetto caro. E’ proprio questo che, nella maggior parte dei casi, crea il vero legame, costituisce una comunità unita. Ed è proprio questo il messaggio che l’articolo di ieri sul 2 Luglio provava a dare cioè la necessità di creare un sentire comune e di cogliere queste occasioni per legarsi ed unirsi maggiormente. Non è questione di programmare “un evento o meno” ma di saper condividere e ritrovarsi insieme. E’ per questo che quella dei funerali di Elisa Claps che coincidono con la Festa della Bruna mi sembrano tanto un’occasione persa perché sembrano, spero di sbagliare, tanto una barriera virtuale che non contribuisce ad unire l’intera Regione, non fisicamente ma in un sentire comune che va al di là di una presenza fisica a Potenza piuttosto che a Matera. Rimane il paradosso di una comunità, chiamata regione, di 500.000 abitanti con due capoluoghi che nello stesso giorno vivrà il lutto cittadino a Potenza e la festa più importante dell’anno a Matera. Non è un mio accostamento, è un dato di fatto. Sarà così, non è in discussione.
Invece, è questo il mio pensiero, ci sarebbe bisogno di vivere insieme ma in momenti diversi un passaggio e l’altro. Così sarà molto più difficile se non proprio impossibile acquisire una stessa sensibilità. Né c’è una qualsivoglia idea di classificare le due cose. Lungi da noi. Ma di certo non danno l’idea di un’unica sensibilità, di una vicinanza nel bene come nel male. Ho letto in queste ore di tante parole su chi ha scelto la data e come era possibile fare una scelta diversa. Ma qui non è il posto per cercare colpevoli che non ci sono ma per fare delle considerazioni che devono rafforzare l’idea di una regione unita. Ed è proprio pensando alla famiglia di Elisa che sono convinto della necessità che quanto più possibile si debba dimostrare una coralità e un’unicità di sentimenti in quella giornata. Un’idea che, leggendo i commenti di queste ore, sono sempre più convinto non ci sia.
Non è la questione, come pure ho letto, “chi viene alla Festa della Bruna?” che mi appassiona. E’ proprio questo interrogativo che mi dimostra però come ci sia una distanza che non si vuole colmare all’interno di una stessa comunità. La volontà di distinguere più comunità vicine territorialmente ma in realtà lontane anni luce. E’ questo che spaventa, preoccupa, fa riflettere. E non si può buttarla sul campanile, sul provincialismo. Proprio non si può perché qui parliamo di sentimenti, dolori, angosce che non permettono questo tipo di strumentalizzazioni.
E’ per questo che il 2 Luglio sarà un’ occasione persa per sentirsi veramente lucani, per avere un unico sentimento nel cuore. Ma parliamo di sentimenti forti, veri che forse, in questo caso, non sono conciliabili. E’ per questo che ripeto: peccato, peccato, davvero peccato.
Piero Quarto
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