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«Purtroppo non c’è nulla di nuovo». Queste le parole del presidente Pippo Caffo ieri pomeriggio: «Negli ultimi quattro giorni, in tutto e per tutto sono stato preso dalla Vibonese. Per l’iscrizione l’incartamento è tutto pronto. O meglio: è quasi tutto pronto. Proprio per questo sono stato al Comune, per ritirare il certificato di agibilità dello stadio Luigi Razza. Abbiamo in mano anche i documenti attestanti il soddisfacimento degli impegni assunti con i tesserati e, poi, per quanto riguarda le quote di iscrizione al campionato non c’è nessun problema. L’unico ostacolo, per il momento, è rappresentato esclusivamente dalla fidejussione».
E’ questo dunque il nodo da sciogliere per la Vibonese, perchè entro la fine mese da via Piazza d’Armi, assieme a tutto l’incartamento, dovrà partire anche la fidejussione bancaria di 300 mila euro, che allo stato attuale appare l’ostacolo più grosso da superare. Ancora non ci sono eventuali futuri soci e anche quelli che hanno manifestato l’intenzione di entrare a far parte della società faranno il loro ingresso soltanto dopo l’iscrizione della squadra al campionato e, quindi, al versamento della fidejussione. Perciò, è evidente che il futuro della Vibonese è nelle mani di Pippo Caffo e degli altri vecchi soci. «Lo ribadisco ancora una volta: io da solo non posso garantire, e stamattina l’ho detto pure al sindaco Nicola D’Agostino. Non so che fare, dunque. Abbiamo ancora una settimana di tempo. Nelle prossime ore ci vedremo con gli altri soci. Spero che assieme riusciremo a trovare una soluzione». Il presidente della Vibonese ha fatto pressioni presso la Lega affinché la fidejussione di 200mila euro, quella versata a garanzia a inizio stagione scorsa, venga sbloccata. «Potrebbe essere una soluzione; affinchè la fidejussione dell’anno scorso venga sbloccata occorre attestare il pagamento degli stipendi e dei contributi a tutti i tesserati. E su questo non abbiamo problemi: abbiamo saldato tutto e non abbiamo nessuna pendenza. Solleciteremo la Covisoc, se necessario ci recheremo personalmente a Firenze perchè se riuscissimo a farci sbloccare, anche in parte, la vecchia fidejussione la maggior parte dei nostri problemi sarebbero risolti».

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