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«Questa è una terra che ha bisogno di ulteriori risorse perchè ci sono persone che lavorano e credono in quello che fanno. Questo è il modo migliore per investire le risorse nel nostro Paese, nel tentativo di migliorare questa comunità e questa società». A dirlo è stato il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, al termine di un incontro che ha avuto oggi con il procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Vitello, e con le forze dell’ordine. Grasso incontrerà poi i magistrati della Dda di Catanzaro ed in serata parteciperà al festival dei libri sulle mafie, “Trame». «Abbiamo fatto il punto della situazione – ha aggiunto – che è certamente positivo perchè l’operazione di sequestro di oggi di beni per 200 milioni di euro e la risoluzione di un caso di omicidio di qualche giorno fa ci fanno intravedere una volontà di fare da parte delle forze dell’ordine e della magistratura veramente eccezionale. I risultati sono sempre miracolosi rispetto ai mezzi ed alle risorse che si hanno a disposizione». «Bisogna combattere sia la grande criminalità che la microcriminalità – ha aggiunto Grasso – cosa che già si fa. La mia venuta qua è per puntare i riflettori su Lamezia Terme, per focalizzare l’attenzione anche del Governo perchè questa è una terra che ha bisogno, come il resto della Calabria, di risorse e mezzi per poter continuare questa battaglia contro il crimine organizzato, ma, soprattutto, perchè questo deve costituire il volano affinchè si attivi il risveglio di una società. Non più indifferenza e rassegnazione. Qui si percepisce che c’è la voglia di colpire coloro che detengono un potere che viene usato contro dei sudditi, con gente che non sente il sapore della democrazia, della libertà. Questo è ciò che è più importante: avere la partecipazione sociale della comunità in questa opera di risveglio e di restaurazione dei valori democratici». Grasso, in merito al problema delle estorsioni, si è poi chiesto «quanto deve durare la sottomissione a questo balzello che si deve pagare per avere una protezione da pericoli che gli stessi soggetti mettono contro di te? Ci vuole la rivoluzione culturale degli imprenditori e dei commercianti in genere». Il procuratore nazionale antimafia, infine, ha sottolineato che «da tempo la strategia del sequestro e della confisca dei beni mafiosi è una strategia per contrastare quelle che sono le infiltrazioni. Oggi si sequestrano anche aziende e imprese mafiose».

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