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E’ deceduto all’ospedale di Livorno Michele Bruni, 38 anni, conosciuto anche come “Bella-Bella junior” e figlio di Francesco Bruni, ritenuto dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, al vertice dell’omonima cosca cittadina e coinvolto in diversi processi contro la ‘ndrangheta cosentina. Nel nosocomio toscano il 38enne si trovava ricoverato dallo scorso 4 giugno, dopo un malore accusato nel carcere dove era recluso. Sottoposto a intervento chirurgico dopo la scoperta di una grave ulcera gastrica sanguinante, Bruni è peggiorato negli ultimi giorni per l’insorgere di alcune complicanze. E ieri poco prima delle 16 è deceduto. I funerali di Michele Bruni dovrebbero svolgersi domani a Cosenza, e oltre al trasporto della salma dalla Toscana alla Calabria, bisognerà predisporre le istanze d’urgenza che i legali della famiglia Bruni presenteranno al gip di Catanzaro per permettere ai fratelli Fabio e Luca e alla moglie di Michele (detenuti), di partecipare alle esequie. Il 38enne, ritenuto dalla Dda di Catanzaro al vertice dell’omonimo clan che avrebbe legami con la cosca degli zingari e che sarebbe attivo a Cosenza e nell’hinterland con estorsioni e spaccio di droga, era stato ricoverato d’urgenza dopo che nel carcere aveva accusato una emorragia gastrica, la mattina del 4. Alle 16 dello stesso giorno era stato trasferito all’ospedale di Pisa per essere sottoposto a un nuovo controllo per poi tornare (alle 21) al nosocomio di partenza dove gli era stata diagnosticata un’ulcera gastrica sanguinante. Da quanto emerso dai primi riscontri medici, a causare l’ulcera potrebbe essere stato un uso continuato di antidolorifici e antinfiammatori. Bruni avrebbe assunto tali medicinali a causa di forti dolori alla schiena.
Bruni era stato assolto in primo grado nel processo Missing dall’accusa di aver ucciso Antonio Paese. Inoltre la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso degli avvocati Nicola Rendace, Rossana Cribari e Luca Acciardi, alcuni giorni fa, aveva annullato con rinvio la decisione del Tdl di confermare gli arresti di “Telesis” per Michele Bruni e il fratello Fabio, entrambi accusati di essere esponenti di spicco del sodalizio che porta il loro nome.
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