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di SALVATORE SANTORO
POTENZA – Il centrosinistra è fermo al palo. O meglio la discussione interna si è arenata sul nodo del listino. Mentre sembra procedere speditamente la definizione del programma. Ma per trovare una soluzione – tra l’idea di De Filippo e il Pd di inserire nel listino non uomini politici di partito e il pressing dei partiti minori a rispolverare il metodo tradizionale del listino come “bilancino” degli equilibri di coalizione – servirà almeno una settimana. E non è detto che alla fine tutti facciano salti di gioia. Ma intanto la questione è delicata. Per una serie di motivi. Il più importante: Roberto Speranza fu chiaro nel corso della Direzione regionale del Pd. Su tre punti chiese il voto dei big democratici. La ricandidatura come presidente della giunta di Vito De Filippo; l’alleanza con l’Udc; e l’abolizione del listino in consiglio regionale. Priorità collegate tra loro dal voto unanime della Direzione del partito.
E a settimane di distanza, tutti e 3 i punti sembravano essere stati incassati dal giovane segretario del Pd lucano. Tranne poi che la massima assise regionale (dopo il voto notturno del 19 gennaio) ha fatto marcia indietro sul listino dopo che il consiglio dei ministri ha comunicato di impugnare la riforma elettorale davanti la Corte costituzionale. Quindi ok alla riconferma di De Filippo, ok all’alleanza regionale con l’Udc ma nulla di fatto per l’abolizione del listino. Ma Speranza – che per garantire il voto compatto dei suoi democratici fece le 5 del mattino seduto nella saletta degli ospiti in consiglio regionale – al tavolo del centrosinistra lo ha detto chiaro chiaro: «Per il Pd, che si è impegnato in tal senso, il listino è già un ricordo del passato». Questione di immagine con l’elettorato, ma anche di principio politico: il voto in consiglio di quella notte non può essere sconfessato.
E De Filippo sta confermando di essere uomo di partito sposando in tutto la linea del segretario: nel listino solo personalità di altro profilo della società civile lucana slegati direttamente dai partiti politici. Ma, gli altri partiti che compongono l’alleanza elettorale di centrosinistra non ci hanno messo molto a far notare che il listino il consiglio regionale l’ha reintrodotto e quindi esiste e bisogna anche riempirlo. Non solo di idee.
Intanto il Pd e De Filippo per quanto riguarda gli alti profili pensano veramente a personalità di massimo livello. A fianco del nome di Carmen Lasorella, direttore e giornalista di fama nazionale e internazionale, lucana doc, che già da settimane circola negli ambienti politici, spunta il nome di Carlo Rubbia. Il fisico premio nobel nel 1984 che tra le altre cose ha insegnato ad Harvard, è stato direttore del Cern e presidente dell’Enea, è l’ultima idea di De Filippo e Speranza. Un nome ovviamente sulle cui qualità c’è poco da sindacare.
E che svelerebbe anche un piano “anti nucleare” del Pd di Basilicata e dello stesso governatore attuale De Filippo.
Rubbia infatti, nel 2003 ascoltato dalla Commissione ambiente della Camera dei deputati sull’ipotesi del deposito unico delle scorie nucleari da destinare a Scanzano sconfessò il generale Carlo Jean sostenendo, da parte sua, che l’affermazione secondo cui Terzo Cavone fosse un caso unico al mondo con caratteristiche praticamente identiche a quelle di un sito americano operante dal 1999 «non corrispondesse alla realtà».
Quindi «con le voci preoccupanti che si sentono dal nazionale» – fanno sapere dai massimi vertici del Pd – il nome di Rubbia sarebbe il massimo per conciliare la necessità di riempire il listino con personalità di qualità assoluta e quella di «prepararsi a uno scontro con il governo nazionale» qualora decidesse di tornare alla carica per il nucleare in Basilicata. Sull’agenda di De Filippo comunque sembra che ci siano anche altri nomi.
Ma la partita è tutta politica.
Sembra inoltre che stia prendendo anche forza l’ipotesi suggerita dal deputato del Pd, Antonio Luongo e sostenuta nei giorni scorsi anche da Vincenzo Folino. Per Luongo e Folino, qualora non si riuscisse a trovare una soluzione su nomi di altro profilio e slegati dalla logica dei partiti, si potrebbe “virare” su un piano “B” che non sconfesserebbe nella sostanza l’abolizione del listino. E cioè di candidare nel listino 5 parlamentari del centrosinistra in carica che al momento dell’eventuale elezione in consiglio regionale si dimetterebbero immediatamente dando spazio ai primi dei non eletti nelle liste del proporzionale. Questa ipotesi di fatto, svuoterebbe il listino di ogni potenzialità elettorale. Questa ipotesi però, per la verità, non piacerebbe molto ad alcuni esponenti del Pd lucano che trovano la soluzione «poco elegante» e di scarso impatto elettorale.
Alcuni amanti dei meccanismi elettorali inoltre, avrebbero già avanzatoperplessità sugli aspetti tecnici della soluzione. In tutto questo però, rimane ferma la posizione dell’Udc e dei partiti della sinistra lucana che da parte loro chiedono spazi nel listino per garantire la presenza di propri esponenti. Posizione simile è stata espressa anche dall’Idv, dai socialiti e dai Popolari uniti.
E nel vertice che si è svolto domenica sera nella sede del comitato elettorale di Vito De Filippo in pratica sono state riconfermate pari pari le posizioni già espresse nella riunione di giovedì scorso.
A questo punto la situazione è ferma e non ci saranno per il momento degli aggiornamenti del tavolo. Si procederà con incontri singoli tra il candidato presidente della giunta e i vari leader dei partiti della coalizione. Già nella serata di oggi, Vito De Filippo dovrebbe iniziare negli incontri.

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