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Strasburgo, 24 apr. (askanews) – Sull’ipotesi di Mario Draghi prossimo presidente del Consiglio europeo, bisogna innanzitutto vedere cosa ne pensi lui, e comunque bisogna aspettare il risultato delle elezioni europee, ma ci sono dei momenti in cui anche ai leader dell’Ue potrebbe far piacere avere una forte personalità come l’ex presidente della Bce ed ex premier italiano alla guida.

E’ quanto ha detto, in sostanza, un altro ex premier italiano, ed ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, oggi a Strasburgo, a margine del suo intervento nella plenaria del Parlamento europeo, per il ventesimo anniversario del “grande allargamento” dell’Ue ai paesi dell’Est, Cipro e Malta.

A un giornalista che sottolineava il ruolo che Draghi potrebbe avere, se fosse nominato presidente del Consiglio europeo, per realizzare il cambiamento oggi necessario delle regole dell’Ue, Prodi ha risposto: “Certamente il discorso che Draghi ha fatto” la settimana scorsa “è un discorso in questa direzione. Ma non ho la minima idea se lui ne abbia voglia, e di come andranno a finire le elezioni europee. Queste cose si decidono dopo le elezioni. L’Europa è ancora una struttura democratica, non è che uno possa fare delle previsioni su come andranno le cose dopo giugno”.

Quanto al fatto che Draghi sarebbe forse una personalità troppo ingombrante per gli altri leader europei, Prodi ha osservato:
“Beh, ci sono dei momenti in cui si ha anche piacere di avere una personalità ingombrante; è per quello che dico che dipende dal momento politico”.

“Io penso – ha aggiunto l’ex presidente della Commissione rispondendo poi a un’altra domanda dei giornalisti – che la divisione in blocchi obblighi l’Europa a un rafforzamento. Cioè, questa divisione del mondo, con Cina e Stati Uniti” che sono le due superpotenze, “questa crisi dell’universalismo della globalizzazione, chiamiamolo così, penso sia una forte spinta per andare avanti. Ora è sempre più diffusa la sensazione che con l’unanimità siamo morti. Sono morti tutti, i grandi, i piccoli. In questo senso sono io ottimista”.

Alla domanda sugli effetti che potrebbe avere sull’Ue un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, Prodi ha replicato: “Non lo so, perché Trump è imprevedibile, è assolutamente imprevedibile; uno potrebbe anche pensare che possa spingere una maggiore Unione; poi però può darsi che frammenti di più l’Europa. Guardate che Trump è Trump”, ha avvertito.

Infine, sul ruolo dell’Italia nell’Ue, l’ultimo presidente italiano della Commissione ha sottolineato: “Il suo ruolo è molto più importante di quanto non pensiate; è chiaro che i due cilindri del motore europeo sono Francia e Germania. Ma non c’è mai stata nella storia europea una grande decisione in cui l’Italia non sia stata determinante. Non è la retorica del ‘socio fondatore’; è che siamo uno dei grandi paesi dell’Europa. Tra l’altro sostanzialmente coerente alla sua storia pro europea; e non mi sembra possibile un cambiamento”, ha concluso Prodi.

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