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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Raffaele Musolino durante la visita di Stato a San Marino

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Raffaele Musolino da Cosenza in Calabria a Saint Moritz, ha iniziato la sua carriera nella ristorazione all’età di 14 anni, tra i banchi dell’Iss “Mancini-Tommasi” di Cosenza


“Mangia che ti vien fame”. Questo il motto e principio cardine che guida il giovane docente Raffaele Musolino in una continua sfida e formazione nel mondo della ristorazione e dei servizi turistico-alberghieri. Figlio d’arte, ha iniziato la sua carriera all’età di 14 anni quando ancora era tra i banchi dell’Istituto d’istruzione superiore “Mancini – Tommasi” di Cosenza. L’esperienza maturata attraverso periodi lavorativi all’estero presso strutture d’eccellenza dei settori della ristorazione, è diventata la strategia educativa – metodologia peer-to-peer – attraverso cui formare le nuove generazioni. Di seguito, il racconto di una giovane eccellenza del Sud Italia.

Poco più che trentenne e già una prestigiosa carriera alle tue spalle. Come hai fatto?

Il settore della ristorazione e la predisposizione a viaggiare sono determinanti nella mia storia familiare e lavorativa. I primi anni della mia vita sono stati caratterizzati da trasferimenti in diverse regioni italiane. I miei genitori, seppur di origini calabresi, hanno lavorato nella catena alberghiera abruzzese. Poi, con l’avvio della mia carriera scolastica, abbiamo scelto di stabilirci definitivamente a Cosenza dove ho compiuto gli studi all’istituto “Mancini – Tommasi” ma già dal terzo anno, per pura curiosità e animato dal percorso dei miei genitori, ho deciso di intraprendere un periodo lavorativo all’estero nei mesi da maggio a settembre. Le prime esperienze in Svizzera, lavorando nell’alta ristorazione. Quindi, Saint Moritz e Gstaad e Ginevra durante la settimana del gioiello.
Ho lavorato anche in Polonia, a Varsavia per la catena ‘The Leading Hotels of the World’. Una volta terminati gli studi superiori, ho scelto di proseguire la formazione presso l’università di Rimini, corso di laurea in economia del turismo. Contemporaneamente, ho iniziato a lavorare per l’ente di formazione regionale IAL a Serramazzoni in Emilia-Romagna. Ero il più giovane docente dell’istituzione, potevo avere all’incirca 22 anni. Il direttore della scuola aveva lavorato a Saint Moritz e leggendo il mio curriculum, ne era rimasto colpito tanto da chiamarmi e farmi entrare nel team dei docenti. Mi sono trovato a gestire una classe per circa un anno e spesso venivo scambiato per un alunno proprio per la mia giovane età. Piacendomi l’insegnamento, ho deciso di fare domanda nella scuola pubblica. Così si è aperto un mondo.
Le prime supplenze, punteggi, esperienze e la consapevolezza che questa scelta mi attraeva molto da un punto di vista professionale, ma anche personale. Oltre le esperienze scolastiche, anche quella formativa nella comunità di San Patrignano. Quindi il concorso nella scuola e l’assunzione in ruolo a circa 29 anni. Un’età sempre giovane ma in questo caso agevolata dalle possibilità occupazionali – posti in cattedra – che sono offerte risalendo l’Italia.

Perché, dopo tanta esperienza maturata in giro per il mondo, hai scelto l’insegnamento piuttosto che la carriera?

Se avessi scelto di continuare quel genere di lavoro sarei sempre stato a viaggiare e spostarmi all’estero. Quindi dalla Svizzera, Polonia, la prossima tappa sarebbe stata gli Emirati Arabi. Ho dovuto dare uno stop perché ci tengo molto alla mia famiglia e alla mia terra. Ora da Rimini viaggio e rientro in Calabria facilmente. Se mi fossi allontanato ulteriormente, non sarei riuscito a godermi la famiglia come vorrei. Andare via dalla Calabria, dall’Italia sarebbe stato come dire un “penso solo a me stesso e alla mia professione”.
Ho preferito la scuola, insegno all’istituto alberghiero ‘Malatesta’ di Rimini, soprattutto per portare la mia esperienza perché ciò che riesco a fare con i ragazzi, in termini di progetti e occasioni anche di lavoro e di formazione, sono dettati proprio dal background che ho vissuto nel mio percorso. E poi anche la facilità con cui riesco a relazionarmi alle nuove generazioni, essendo più giovane riesco a parlare la stessa lingua, a dare loro proposte e incentivi che sono al passo coi i tempi che stiamo vivendo, che nell’ambito della ristorazione sono sempre in mutamento con dei ritmi molto veloci.

Il rapporto con gli alunni ti porta ad affrontare sfide quotidiane, anche nella ristorazione. Quali sono oggi i tuoi progetti e quali quelli per il futuro?

Come dicevo, la continua evoluzione tecnologia e non solo coinvolge anche il campo della ristorazione. Quindi, ai ragazzi cerco di trasmettere la curiosità per la formazione e la passione come strumenti per ben posizionarsi in ambito lavorativo. Per venire loro incontro ho anche messo su una pagina social, Sala&Bar docente Raffaele Musolino, che usa i social network come strumento di didattica e fonte di idee e stimoli. Il sito però è anche aperto a chiunque voglia interessarsi agli argomenti del settore della ristorazione. È una sorta di convivio dal quale informarsi sulle novità professionali e dal quale io stesso traggo incentivo perché ricevo messaggi da utenti che richiedono consulenze su tecniche di lavorazione e nuovi trend del comparto ristorativo.
Tornando alla scuola, cerco sempre di proporre ed inserire i ragazzi in progetti formativi che possano accrescere la loro esperienza. Per citarne uno, la gestione della “Gelato World-Cup”, i campionati del mondo di gelateria. Abbiamo partecipato con i miei studenti, un gruppo di ragazzi fantastici con i quali abbiamo coadiuvato servizio, allestimento dei tavoli di degustazione, servizio ed accoglienza in tutte le lingue persino cinese. Proprio in questa occasione, il giornalista e critico enogastronomico Pier Antonio Bonvicini, vedendo la sincronia dell’operato dei miei ragazzi e l’eleganza nel servizio, ne è rimasto colpito e ha deciso di onorarmi del prestigioso riconoscimento per il ‘Gran Premio Internazionale della Ristorazione’ che mi sarà consegnato il prossimo 18 novembre. Un ulteriore traguardo che mi sprona a dare ancora di più il massimo e intraprendere nuove sfide anche proiettandomi a un futuro rientro nella mia terra con l’obiettivo di portare la mia testimonianza ed esperienza.

C’è un momento, tra i tanti, a cui sei particolarmente legato?

Senz’altro quello in occasione della visita di Stato nella Repubblica di San Marino del presidente Sergio Mattarella. In quell’occasione con i miei studenti dell’istituto alberghiero di Rimini ‘SP Malatesta’ abbiamo partecipato alla cura del servizio di sala. Un momento sicuramente molto emozionante!


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