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Passa la richiesta sostenuta dalla premier Meloni al vertice dei capi di Stato e di Governo della conferma del regime agevolato per gli aiuti di Stato, sostegni agli agricoltori che consentono la moratoria dei debiti dei produttori


La parola è stata mantenuta. Il Consiglio dei ministri europei dell’Agricoltura e della Pesca ha dato il via libera ieri alla proposta di semplificazione della Politica agricola comune (Pac) presentata dalla Commissione. Dopo l’approvazione finale del Parlamento europeo, che dovrebbe arrivare entro aprile, sarà operativa la Pac revisionata con meno oneri, un alleggerimento degli adempimenti ambientali e dunque meno costi, più flessibilità e sostegni finanziari.

LA PROTESTA DEGLI AGRICOLTORI NON SI PLACA E LE RICHIESTE CRESCONO SEMPRE DI PIÙ

Ma la protesta dei trattori non si placa e l’asticella delle richieste si alza sempre di più. D’altra parte questo è un momento unico per l’agricoltura europea, un settore che con perfetta tempistica è riuscito a cavalcare la campagna elettorale che si è focalizzata quasi esclusivamente sul dossier agricolo. E così anche ieri in piazza a Bruxelles si sono ritrovati gli irriducibili: circa 300 i trattori della Fugea, della Federazione dei Giovani Agricoltori (FJA), della Federazione Vallone dell’Agricoltura ( Fwa), della Rete di sostegno all’agricoltura contadina (RéSAP) e dal Coordinamento europeo.

Ed è stato ripetuto lo stesso copione delle manifestazioni del mese scorso e cioè scoppio di petardi, copertoni bruciati, lancio di letame e balle di fieno. Le forze dell’ordine in tenuta antisommossa hanno azionato gli idranti e lanciato gas lacrimogeno. Poi è tornata la calma. Mentre da Bruxelles è arrivata una risposta importante con un pacchetto di misure che in questa fase rappresentano il massimo che si poteva ottenere. In circa due mesi sono stati messi a punti interventi che consentiranno di chiudere la legislatura europea con una rinnovata attenzione al settore. Che forse aiuterà nella preparazione nel 2027 della riforma della Pac evitando di ripetere gli errori che hanno portato all’esplosione delle proteste.

IL PUNTO SUI SOSTEGNI AGLI AGRICOLTORI

Un risultato che si deve anche alla decisa scesa in campo del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che nel vertice dei capi di Stato e di Governo il 21 e 22 marzo ha posto con forza le istanze agricole e in particolar modo la revisione degli aiuti di Stato prolungando il regime scattato prima per il Covid e poi per la guerra in Ucraina che sarebbe terminato il prossimo giugno. Il via libera incassato consente di far scattare la moratoria dei debiti dando così una vitale boccata di ossigeno agli agricoltori stritolati dai costi impazziti nell’ultimo anno e da prezzi non in grado di assicurare guadagni adeguati anche per far fronte ai mutui contratti con le banche.

Tra le new entry nella Pac l’autorizzazione della coltivazione di una quota di terreni che invece la Commissione aveva deciso di mettere a riposo e che per l’Italia valgono 4 milioni di ettari, la maggiore flessibilità che consente agli Stati membri di procedere a una revisione dei Piani strategici nazionali anche due volte all’anno. E ancora, la caduta di vincoli ambientali per le aziende agricole con meno di dieci ettari che usciranno così dalla rete dei controlli asfissianti. In Italia, secondo le valutazioni della Coldiretti, a beneficiarne saranno più di 500mila imprese, ma a respirare sarà tutta la platea delle aziende. In primo piano poi la questione ambientale.

LA RIFORMA DELLA PAC HA IMPOSTO VINCOLI AMBIENTALI RITENUTI ECCESSIVI

La riforma della Pac entrata in vigore il 1° gennaio del 2023 ha infatti imposto dall’alto vincoli ambientali che gli agricoltori hanno ritenuto eccessivamente onerosi in una fase particolarmente difficile. Ancora prima delle proteste la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, aveva riconosciuto che alcune misure non concordate con i produttori risultavano troppo onerose e aveva garantito che nel futuro gli agricoltori sarebbero stati coinvolti.

Un passo importante è rappresentato dalle modifiche delle Bcaa, le buone pratiche agricole e ambientali, e cioè quel complesso di adempimenti richiesti agli agricoltori per ottenere i premi comunitari. Gli Stati membri sono stati autorizzati a concedere deroghe nel caso in cui per motivi climatici i produttori siano impossibilitati a rispettare gli standard. Una condizione che si presenta di frequente nel nostro Paese a causa dei fenomeni meteo avversi che negli ultimi anni hanno presentato un conto pesante con oltre 6 miliardi all’anno tra danni ai raccolti e alle strutture, secondo le valutazioni della Coldiretti.

TRA I SOSTEGNI AGLI AGRICOLTORI L’APERTURA SULLA ROTAZIONE DELLE COLTURE

Aperture anche sulla rotazione delle colture che potrà essere sostituita dalla diversificazione produttiva, una pratica meno impegnativa soprattutto nelle zone colpite da siccità o alluvioni. Anche per quanto riguarda il mantenimento di elementi paesaggistici l’obbligo cade, resta solo su base volontaria e consente di ottenere premi aggiuntivi.

“Abbiamo ascoltato i nostri agricoltori e abbiamo intrapreso azioni rapide per rispondere alle loro preoccupazioni in un momento in cui si trovano ad affrontare numerose sfide – ha dichiarato il vicepremier belga David Clarinval, alla guida della presidenza di turno Ue, – e la revisione mirata delle norme raggiunge il giusto equilibrio tra garantire una maggiore flessibilità agli agricoltori e agli Stati membri e alleggerire gli oneri amministrativi, mantenendo allo stesso tempo un elevato livello di ambizione ambientale nella Pac”.

Uno degli elementi più significativi è comunque la maggiore flessibilità sugli aiuti di Stato con il superamento del de minimis. Una misura su cui la Coldiretti ha lavorato nell’ultimo anno rafforzando la sua presenza nelle istituzioni comunitarie poiché senza questo passaggio sarebbe stato impossibile attuare la moratoria dei debiti “necessaria – ha dichiarato il presidente Ettore Prandini – per affrontare le difficoltà che le nostre imprese stanno vivendo”. Per l’organizzazione agricola le misure adottate sono un primo passo che “va rafforzato con una semplificazione ancora più profonda di tutte le regole della Pac che gravano su tutte le aziende, a prescindere dalla loro dimensione, considerato che oggi un agricoltore spende un terzo del suo tempo per riempire moduli e carte burocratiche”.


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