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Il prefetto di Vibo Paolo Giovanni Grieco

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Il prefetto di Vibo ha indetto i comizi elettorali anche per Mileto e Nicotera dove quindi si vota, ma non è detto che il rischio scioglimento per mafia sia rientrato


LO SCIOGLIMENTO per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale di Tropea è giunto alla vigilia della tornata elettorale amministrativa. Tornata elettorale da cui, dunque, la Perla del Tirreno, come viene anche chiamata la città, risulta esclusa. Il rinnovo degli organi elettivi, però, interessa anche altri due comuni del Vibonese attualmente sottoposti all’esame di una commissione di accesso. Si tratta del comune di Mileto e del comune di Nicotera. Il terzo comune che ha registrato l’insediamento di una commissione di accesso agli atti, Stefanaconi, non è invece in scadenza di mandato.

Il fatto che il Governo si sia pronunciato, per il momento, solo su Tropea porta, quindi, a rivolgere l’attenzione sulla sorte di Mileto e Nicotera. La posizione per i due comuni, però, non è la stessa ma presenta una differenza di non poco conto. Ma prima l’elemento di novità che in alcuni ambienti sta facendo supporre che per i due comuni potrebbe non esserci lo scioglimento del consiglio.

Il prefetto di Vibo Valentia, Paolo Giovanni Grieco, ha trasmesso ai 14 comuni del Vibonese chiamati al voto l’8 e il 9 giugno il decreto di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di sindaci e consiglieri comunali. In questo elenco sono presenti anche Mileto e Nicotera. Per molti, come detto, questo sarebbe un segnale della decisione della prefettura di non chiedere al Governo lo scioglimento per infiltrazioni della criminalità dei due civici consessi. In realtà, però, le cose non sono proprio così: è vero a Mileto e Nicotera si vota ma ciò non esclude il rischio scioglimento.

SI VOTA A MILETO E NICOTERA, MA RESTA IL RISCHIO SCIOGLIMENTO

Premessa: nessuno fa il tifo per lo scioglimento, che è sempre e comunque una sconfitta e una penalizzazione per la comunità, né tanto meno per il non scioglimento. Se ne ricorrono le condizioni è giusto applicare la norma e sciogliere i consessi altrimenti no punto, nessuna dietrologia. Detto ciò sarebbe bene ricordare che l’Italia è uno stato di diritto in cui si applicano le leggi.
Ora, se le elezioni sono fissate per l’8 e il 9 giugno 2024, secondo il dpr 570/60, il prefetto deve emanare il decreto di indizione dei comizi al massimo entro 45 giorni prima della data del voto perché entro questo termine il sindaco deve affiggere i manifesti. Ciò significa che, nel caso che qui interessa, tale decreto doveva per legge essere emanato al massimo entro il 24 aprile in modo da consentire ai sindaci di affiggere i manifesti di indizione dei comizi elettorali. Ultima scadenza, poi, riguarda gli aspiranti candidati che dovranno predisporre la documentazione da consegnare entro tra il 30° e il 29° giorno precedenti le elezioni con la presentazione delle liste (in questo caso il 10 e 11 maggio).

Benché, dunque, si sia proceduto a convocare i comizi elettorali, la spada di Damocle dello scioglimento è ancora ben presente sui due comuni. Del resto è già accaduto in altri Enti Locali che i comizi elettorali precedentemente convocati fossero annullati per sopravvenuto commissariamento così come è ben possibile che anche dopo le elezioni possa procedersi ad un commissariamento del Comune (con correlato scioglimento del Consiglio comunale appena eletto) qualora il Governo (sulla scorta della relazione del prefetto) dovesse ravvisare la necessità di inviare una commissione “per consentire l’opera di risanamento dell’ente rispetto ai condizionamenti da parte della criminalità organizzata” (questa è la formula solitamente utilizzata).

LE DIFFERENZE DI TEMPISTICHE E SCADENZE TRA MILETO E NICOTERA

Per quanto riguarda le differenze tra i comuni di Nicotera e Mileto il dato principale sta nei lavori della commissione di accesso agli atti. A Nicotera la commissione si è insediata il 5 ottobre 2023 e ha terminato il suo mandato (che dura tre mesi prorogabili di altri tre) il 5 aprile 2024, mentre a Mileto la commissione si è insediata l’11 dicembre con scadenza del mandato fissata per l’11 giugno. Il prefetto ha 45 giorni di tempo dal deposito delle conclusioni della commissione (secondo quanto previsto dall’articolo 143 legge 267/2000) per richiedere al Ministro lo scioglimento e a sua volta il Governo ha tre mesi di tempo per deliberarlo oppure per la conclusione del procedimento senza scioglimento (in questo caso il provvedimento non è del Governo ma del Ministro).

Riportando queste previsioni a Nicotera e Mileto, ammettendo che la commissione consegni la relazione l’ultimo giorno utile del mandato ossia il 5 aprile il prefetto ha tempo fino al 20 maggio per trasmettere la relazione al ministro dell’Interno e quest’ultimo ha tempo fino al 19 agosto per disporre l’archiviazione (passateci l’uso improprio del termine) o passare la pratica al Governo che decreti lo scioglimento.

Per ciò che concerne Mileto, il termine del mandato della commissione è l’11 giugno per cui la relazione del prefetto potrà essere trasmessa al ministro entro il 26 luglio e per l’esito finale (scioglimento o non scioglimento) il Governo/Ministro avrà tempo fino al 26 ottobre. Ovviamente in entrambi i casi si tratta delle date limite.

IL CASO TROPEA E LE “SPERANZE” DI MILETO E NICOTERA

Per il caso di Tropea, ad esempio, tutto è stato molto più veloce essendosi inviata la commissione di accesso il 16 ottobre 2023, il che potrebbe far sperare, se di speranze si vuol parlare, non già in una decisione presa dal prefetto di non chiedere lo scioglimento di Mileto e Nicotera quanto di un ipotetico orientamento possibilista in attesa della redazione degli atti definitivi delle commissioni.

Quindi ben venga l’indizione dei comizi elettorali ma deve essere chiaro che l’adempimento degli obblighi e delle scadenze fissate dalla legge non significa che il rischio del commissariamento sia venuto meno. Poi magari non ci sarà scioglimento ma se così sarà lo sarà solo perché gli organi a ciò deputati (prefetto, ministro, governo) avranno fatto le proprie valutazioni sulla scorta delle relazioni della commissioni e non perché sono state indette le elezioni.

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