Operazione Maestrale-Carthago
Il procuratore Nicola Gratteri
Il 10 maggio 2023, nella provincia di Vibo Valentia, e nel Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, è scattata l’operazione Maestrale-Carthago. Il Comando Provinciale Carabinieri di Vibo Valentia, con il supporto di oltre 500 uomini della Legione Calabria, dei comandi territorialmente competenti, del 14° Battaglione, dei Cacciatori di “Calabria”, “Sicilia” e “Puglia”, del Nucleo Cinofili e dell’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia, a conclusione di una indagine hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia, guidata dal Procuratore Nicola Gratteri. Nell’operazione sono complessivamente indagate 167 persone, di cui 33 detenute per altra causa.
Il decreto di Fermo riguarda 61 soggetti, ritenuti dall’accusa come appartenenti alle principali famiglie ‘ndranghetiste della provincia vibonese. Tutte le persone indagate sono ritenute presunte responsabili, in concorso e a vario titolo, di molteplici reati. In particolare associazione per delinquere di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, violazione della normativa sulle armi. Accuse anche di traffico di stupefacenti, corruzione, estorsione, ricettazione, turbata libertà di incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza. Non mancano accuse di trasferimento fraudolento di valori e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, favoreggiamento personale, procurata inosservanza della pena e falso ideologico, il tutto aggravato dal “metodo mafioso”.
L’IMPORTANZA DELL’OPERAZIONE MAESTRALE-CARTHAGO
L’indagine “Maestrale-Carthago”, ha consentito di “mappare” la “geografia” della criminalità organizzata nei comuni di Mileto, Filandari, Zungri, Briatico e Cessaniti. I militari hanno ricostruito ruoli, compiti e dinamiche dei capi, promotori, organizzatori e partecipi delle associazioni mafiose. Hanno evidenziato la loro vocazione economico – imprenditoriale e la capacità di intessere fluidi rapporti con “colletti bianchi”, esponenti politici e rappresentanti delle pubbliche amministrazioni.
In particolare, è stata accertata la piena operatività sul territorio provinciale delle strutture di ‘ndrangheta della “Locale di Zungri” con le ‘ndrine di “Cessaniti” e “Briatico” e della “Locale di Mileto” con le ‘ndrine di “Paravati”, “Comparni”, “Calabrò” e “San Giovanni”, entrambe riconosciute dal “Crimine di Polsi” e soggette alle regole formali e sostanziali della ‘ndrangheta unitaria con accertati collegamenti con le famiglie della Piana di Gioia Tauro.
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