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Sinner conquista anche l’America, Jannik batte Fritz in tre set e vince gli US Open: è il primo italiano nella storia


E ORA nessuno provi a infilare un miliardesimo di grammo di una maledetta pomata al posto sbagliato. Nessuno provi ad avanzare un sospetto su Jannik Sinner. Nessuno ci provi dopo la fatica, ma anche la solitudine e l’orgoglio e la professionalità di questo ragazzo che ha appena compiuto 23 anni, è numero uno del mondo da maggio e ieri sera ha confermato di esserlo una volta di più dopo un torneo quasi perfetto e una finale quasi noiosa tanto è stata a senso unico.
The Fox ha impiegato “solo” due ore e 16 minuti e tre set (63-64-75) per sconfiggere l’americano Taylor Fritz e alzare la coppa del suo secondo slam in carriera.

Quando Fritz ha insaccato a rete il primo dei due matchpoint, l’artigiano ha subito iniziato a incidere il nome del nuovo Re di New York. Dopo N. Djokocic adesso c’è J. Sinner. E se qualcuno si sta abituando a queste vittorie, dispiace per loro perché ogni slam è una combinazione di magie irripetibili e ogni volta uniche per cui è impossibile abituarsi.

SINNER VINCE PRIMO (AUSTRALIA) E ULTIMO (US OPEN) SLAM DI STAGIONE

Tra Melbourne e New York, il primo e l’ultimo slam di stagione entrambi vinti da Jannik, c’è stato un viaggio lunghissimo. Basti dire che in Australia a gennaio era ancora un “ragazzino” numero 3 del mondo che da poco aveva scippato la Coppa Davis a Djokovic e aveva ancora tutto da dimostrare. A Flashing Meadows è arrivato da favorito, il numero 1 da battere ma anche il numero 1 che doveva dimostrare di valere il podio più alto dopo quel maledetto controllo antidoping che ha costretto – lui il suo team – a mesi di verifiche e processi on line con il rischio della sospensione. E della distruzione di un romanzo nazional-popolare che si chiama Jannik Sinner e ha colorato d’arancione i fan in tutto il mondo. Ogni volta questo ragazzo così anomalo ci fa capire un po’ di più di che pasta è fatto. Nel campo. E fuori dal campo.

SINNER: «QUEST’ULTIMO PERIODO NON È STATO FACILE»

«Questo ultimo periodo non è stato facile per me. Ringrazio il mio team che mi ha sostenuto giorno per giorno, l’ultimo periodo non è stato facile per me per poter competere su questi palcoscenici», ha detto durante la cerimonia di premiazione dopo aver elogiato Fritz e i 24 mila dell’Arthur Ashe stadium che non lo hanno fatto sentire solo in campo.

«Io amo il tennis – ha poi voluto continuare – e ho lavorato tanto per essere qui oggi su questi palcoscenici. Però oltre il campo c’è altro, c’è la vita e ci sono le persone. E allora io voglio dedicare questa mia vittoria a mia zia che è stata molto importante nella mia vita e adesso non sta bene e non so per quanto ancora potrà essere con me. E quindi se posso augurare qualcosa a tutti, ecco io auguro la buona salute». Parole speciali di un ragazzo speciale che sa quello che deve fare: «Lavorare, provarci, migliorare, insistere: questo è il mio percorso di giocatore ed è quello che continuerò a fare».

Tra i tanti record abbattuti da Jannik Sinner, qualcuno è davvero speciale. Ad esempio Sinner e Alcaraz, due slam per ciascuno in questo 2024, hanno meno di 24 anni ed è solo la terza volta nella storia del tennis open che vincono solo ragazzi così giovani. E’ anche il quarto giocatore (dopo Wilander, Djokovic e Federer) ad essere incoronato re di Melbourne e re di New York nello stesso anno. Ma erano tutti più “vecchi” di Jannik.

LA PARTITA CHE CONSACRA SINNER PADRONE DELL’US OPEN

La partita, si diceva, è stata quasi un po’ noiosa. Prevedibile con due giocatori che giocano a specchio – servizio potente, ottimi nei colpi al rimbalzo – ma Sinner è il numero uno del mondo e l’altro occupa la dodicesima posizione del ranking. Nel primo set il break è arrivato sul tre pari e si è chiuso 6-3. Nel secondo è arrivato sul 5-4 e si è chiuso 64. Qualche brivido in più nel terzo set quando Fritz è riuscito a breakkare sul 4-3 e si è issato sul 5-3.

Ma un perfezionista come Sinner non spreca, non lascia ombre, non vuole difetti, non vuole concedere set. Il controbreak è arrivato subito dopo con la striscia di punti che lo ha portato sul 7-5. Pur servendo meno bene di Fritz, Sinner ha saputo però spezzare il ritmo forsennato degli scambi con smorzate, angoli, lob, palle cariche depositate nell’angolo opposto del campo. Sinner è come se avesse la mano al posto della racchetta, fa un po’ quello che vuole.

La walk of the king, la passeggiata per abbracciare il team riservata ai Campioni, è stata una camminata tra applausi e qualche selfie. L’abbraccio più lungo è stato con Vagnozzi e Cahill. Il più frettoloso, tutto sommato, con Anna Kalinskaja. Prolungato quello con il cantante Seal che gli ha ripetuto “bravo-bravo” non si sa quante volte, Seal che ha visto tutti i match dal box di Jannik. Ecco, allora oggi, o domani, la Wada, l’agenzia mondiale dell’antidoping, non provi a rovinare questo equilibrio perfetto per soddisfare il prurito di qualcuno. Il tennis italiano quest’anno ha vinto due slam e fatto finale in altri due (Paolini a Parigi e Wimbledon), ha vinto due ori olimpici e un altro slam nel doppio misto. E vuole celebrare quest’anno speciale.

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