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Roma, 11 mag. (askanews) – Un festival prezioso in un luogo di maestosa bellezza. Per riconnettersi con la storia e attivare un nuovo rapporto simbiotico con la Natura e con il Mito, provando a interpretare la condizione del mondo contemporaneo attraverso l’Antico. Giunto alla sua terza edizione, torna il Segesta Teatro Festival, con la direzione artistica di Claudio Collovà, che dal 26 luglio al 25 agosto è in programma nel Parco Archeologico di Segesta diretto da Luigi Biondo, in particolare al Teatro Antico e al Tempio, immersi in uno scenario naturale unico: due luoghi che, come sottolinea il direttore artistico, nella loro immutata bellezza, offrono al nostro sguardo il senso della comunità, in un tempo sospeso al tramonto, all’alba e in notturna, in grado di riunirci ancora oggi attorno alla sacralità della condivisione, alla bellezza e alla forza delle parole, dei gesti e della musica. Sostenuto dal MiC – Ministero della Cultura e promosso dal Parco Archeologico di Segesta, il Festival offrirà al pubblico un cartellone di eventi fra teatro, danza, musica, spettacoli all’alba e al tramonto e uno speciale progetto multimediale nel buio della notte, dedicato all’osservazione astronomica e all’esplorazione dei miti celesti. Sergio Cammariere, Lina Sastri, Danilo Capezzani con la compagnia Ivona, Noa, Frida Bollani Magoni insieme ad Albert Eno, Claudio Collovà, Viola Graziosi, la Mono Dance Company, il progetto site specific Deep Sky, Daniele Salvo, Giovanni Calcagno e Vincenzo Pirrotta, Alberto Samonà con Tito Rinesi & Ensemble Dargah, Nick The Nightfly, Mimmo Cuticchio, Gabriele Vacis, Acoustic Swing Trio, Claudio Terzo, Giacomo Barraco, Francesco Marilungo con la compagnia Körper, Pippo Pollina alla guida del Palermo Acoustic Quintet e Roberto Latini sono fra i protagonisti di un’edizione che presenta 5 Prime nazionali, 7 progetti firmati da artisti under 35 di cui 2 in prima assoluta, 3 appuntamenti all’alba, 11 spettacoli teatrali, 8 concerti, 3 coreografie, per un totale di 23 appuntamenti in cartellone (30 con le repliche), cui si aggiungono i 4 laboratori tenuti da Ilenia Romano, Miriam Palma, Alessandra Luberti e Stefano Maltese. Molteplicità delle forme espressive e rilettura dei classici e del Mito in chiave contemporanea sono i due assi attorno al quale ruota un programma, attraversato da riflessioni sulla guerra e dal bisogno di pace in un mondo sconvolto da nuovi conflitti, impensabili fino a poco tempo fa. Come testimonia la presenza in programma di spettacoli come I Persiani di Claudio Collovà con Giuseppe Pambieri, Sette a Tebe. Un terribile amore per la guerra di Gabriele Vacis e Gli Spartani di Daniele Salvo, ma anche il concerto di Noa, artista israeliana da sempre impegnata sul fronte della pace. E, ancora, la spiritualità dei Dervisci e il ponte fra Oriente e Occidente secondo la scrittura di Alberto Samonà o lo smarrimento esistenziale del soldato in Histoire du Soldat di Mimmo Cuticchio. Con 22 compagnie, oltre 150 fra artisti e tecnici e una presenza notevole di giovani autori, l’edizione 2024 propone un festival ideato e prodotto con estrema cura e passione, che guarda al presente e al futuro, tenendo stretta la relazione fra territorio e la scena performativa nazionale e internazionale. Il Direttore del Parco archeologico, Luigi Biondo evidenzia”come il Segesta Teatro Festival, orgogliosamente abbia esteso la sua eco verso panorami ampi e prestigiosi, senza perdere di vista la lettura del territorio e della sua storia millenaria: una stagione teatrale che ha allargato il suo raggio di azione anche grazie a nuove collaborazioni. Un polo dal quale irradiare nuove proposte rivolte all’arte contemporanea, alla letteratura italiana, al jazz e poi ad una serie di attività culturali per creare un ponte fra la Sicilia Occidentale e quella Orientale, recuperando l’antica sapienza dei Greci di rappresentare la vita con il teatro e con le arti. L’arte e la bellezza ci permetteranno di trovare nuova energia e ridare forza allo spirito di Segesta che non morirà mai”. “Alla base delle nostre scelte – sottolinea il Direttore Artistico Claudio Collovà – la molteplicità delle forme espressive e le connessioni che le arti riescono a creare tra loro con l’interazione dei linguaggi e una ricerca di trasformazione e rilettura dei testi antichi e moderni nelle forme del contemporaneo. L’intento è vivere una esperienza unica in un parco archeologico incontaminato, un rito collettivo in grado di trasformare ogni spettatore in un viaggiatore di esperienze, rendendo possibile il contatto con il Sacro e con il Divino, vivendo il tempo fuori dall’ordinario, sospendendo la realtà esterna e per comprenderla meglio grazie alla bellezza”. Il festival si apre venerdì 26 luglio al Teatro Antico, con il concerto di Sergio Cammariere, affiancato dalla sua storica band composta da musicisti di altissimo profilo: una tappa del suo nuovo tour dal titolo “Una sola giornata”, in cui il celebre pianista e cantautore ripercorre la propria carriera, fra brani dell’ultimo album, grandi successi e omaggi ai cantautori che lo hanno ispirato in questi anni. Ulteriore viaggio all’interno della carriera di un’altra grande artista, che negli anni ha lavorato con nomi del calibro di Eduardo De Filippo e Francesco Rosi, Caetano Veloso e Ray Charles, per citarne soltanto alcuni, è quello di sabato 27 luglio, quando Lina Sastri presenterà in Prima Nazionale al Teatro Antico Musica – Terramia, uno spettacolo di teatro musicale che, tra prosa, poesia e musica, attraversa il personale universo espressivo di una delle più importanti protagoniste del teatro e del cinema italiano, acclamata interprete di personaggi come Medea e Filumena Martorano, Ecuba e Margherita Gautier. In Musica – Terramia l’artista napoletana, che negli ultimi anni si è dedicata all’ideazione di una serie di spettacoli musicali che raccontano il sud del mondo, si concentra sul repertorio napoletano classico e contemporaneo, da Francesco Paolo Tosti e Salvatore Di Giacomo, fino ad arrivare a Pino Daniele e Enzo Gragnaniello, con alcune deviazioni improvvise verso il fado portoghese, il tango argentino e le ballate di musica etnica e popolare.
Domenica 28 e lunedì 29 luglio ancora una Prima Nazionale: l’Oreste di Euripide per la regia di Danilo Capezzani, artista più giovane ma già con un curriculum di alto profilo grazie agli studi fatti con Giorgio Barberio Corsetti e Massimiliano Civica e le collaborazioni con Glauco Mauri, Carlo Cecchi e Luca Marinelli. Capezzani sceglie Euripide, il più “moderno” dei Greci, per portare in scena una riflessione profonda sull’animo umano.
Mercoledì 31 luglio si continua con il primo degli appuntamenti di danza in programma al Segesta Teatro Festival 2024: la giovane ma già affermatissima sul piano internazionale e pluripremiata compagnia Ivona, guidata dal coreografo Pablo Girolami, presenta due performance, in cui la danza si relaziona con la natura. La prima, Rer, vede in scena sei performer i cui movimenti e intrecci pian piano danno vita a un organismo vivente nel suo processo di adattamento all’ambiente naturale; la seconda, Manbuhsa (versione estesa) mostra le sorprendenti analogie fra l’arte coreutica e le danze di corteggiamento del regno animale.
Imperdibile l’appuntamento con la Prima Nazionale de I Persiani di Eschilo secondo l’adattamento scenico e la regia di Claudio Collovà, regista e attore di fama internazionale, nonché docente e direttore artistico del Festival. Tre le repliche, venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 agosto al Teatro Antico. Ne I Persiani ritroviamo la concezione archetipica della guerra, nel suo eterno ripetersi come dinamica di assoggettamento fra popoli, fino ad arrivare ad evocare le guerre che attanagliano il mondo contemporaneo.
Domenica 4 agosto all’alba, inoltre, il suggestivo scenario del Teatro Antico illuminato dal sorgere del sole ospiterà la Medea, riscritta da Luciano Violante in occasione del trentennale della strage di Capaci, diretta da Giuseppe Dipasquale e interpretata dall’attrice romana di nascita e cresciuta in Tunisia Viola Graziosi. In quest’opera di riscrittura profonda del mito, Violante tesse un legame fra la tragica vicenda di Medea e il tragico eccidio mafioso in cui persero la vita Giovanni Falcone e la sua scorta.
Nei giorni seguenti, il Teatro Antico ospita una sequenza di due concerti imperdibili: si parte mercoledì 7 agosto con una delle voci più amate in tutto il mondo, la cantante, musicista poetessa e attivista per la pace Noa. Cresciuta fra Yemen, Israele e Stati Uniti, 15 album all’attivo, ospite alla Casa Bianca così come dei più importanti palcoscenici al mondo come la Carnegie Hall, lungo la sua carriera ha condiviso la scena con artisti del calibro di Pat Metheny, Quincy Jones, Andrea Bocelli, Sting, Stevie Wonder, Santana, Joan Baez. La sua esibizione a Segesta promette di essere uno dei momenti più toccanti del Festival, in cui il pubblico potrà contribuire a un grande urlo collettivo per invocare la Pace.
Il giorno seguente, giovedì 8 agosto, si esibirà in concerto la cantante e pianista Frida Bollani Magoni, figlia d’arte nata e cresciuta fra gli universi sonori del padre Stefano Bollani e della madre Petra Magoni, accompagnata alla chitarra da Albert Eno, già voce dei Kismet. Frida Bollani Magoni inizierà il suo viaggio tra le note portando al Segesta Teatro Festival sia brani inediti sia grandi capolavori riarrangiati per l’occasione. A guidare l’artista, il suo amore sconfinato per la musica protagonista nella sua vita fin da piccolissima e che ha adesso una maturità artistica che non conosce eguali. Un talento unico, in continua crescita ed evoluzione che, nei concerti dal vivo, si manifesta in tutta la sua potenza.
Un curiosissimo incontro sarà quello che si consumerà venerdì 9 agosto fra il Sommo Poeta e uno dei più grandi geni della storia della musica, nella creazione coreografica della giovanissima compagnia di danza Mono Dance Company dal titolo L’altro canto. Bach incontra Dante.
La sera successiva ci si sposta al Tempio con un progetto di teatro multimediale site specific: sabato 10 agosto, in occasione della Notte di San Lorenzo, il pubblico del Festival si lascerà incantare da Deep Sky, spettacolo multidisciplinare dedicato alla Via Lattea, con proiezioni in diretta delle reali immagini dei corpi celesti, grazie a uno speciale strumento, la narrazione dei relativi miti legati alla costellazione e la descrizione scientifica della galassia condotta da Marcello Barrale, divulgatore scientifico e filosofo, in dialogo con la musica elettronica eseguita dal vivo dal sound artist Alfredo Giammanco.
Sempre la sera di sabato 10 agosto (con replica domenica 11) al tramonto e al Teatro Antico andrà in scena Gli Spartani, uno spettacolo scritto dalla drammaturga e critica teatrale Barbara Gizzi e diretto dal regista e attore Daniele Salvo, per molti anni al fianco di Luca Ronconi. La violenza del potere e il rapporto fra amore e ragion di stato costituiscono la riflessione centrale di questo spettacolo, scritto oggi ma alla maniera dei tragici greci, con una regia visionaria capace di rievocare le atmosfere delle grandi tragedie e la forza viscerale dell’Iliade.
Dai richiami di Omero si torna ancora più indietro nel tempo con il più antico poema a noi conosciuto nel secondo spettacolo all’alba in programma a Segesta: la mattina di domenica 11 agosto al Teatro Antico due siciliani, fra i più autorevoli esponenti della scena registica e attoriale italiana, Vincenzo Pirrotta e Giovanni Calcagno, presentano l’Epopea di Gilgamesh, in un affascinante adattamento arcaico affidato alle sole voci e ai corpi dei narratori, accompagnati dal ritmo dei tamburi e dal suono di cembali e flauti, per raccontare, come gli antichi narratori, le gesta di un Re alla ricerca della dimensione ultraterrena.
Poemi e narrazioni d’Oriente sono anche il punto di partenza di Il Derviscio di Bukhara, spettacolo di teatro, danza e musica su testo scritto da Alberto Samonà, in programma martedì 13 agosto al Teatro Antico: in scena Stefania Blandeburgo e Davide Colnaghi (narrazione e teatro). Musica e canti sufi con Tito Rinesi & Ensemble Dargah: Tito Rinesi (voce, tamburo a cornice, saz), Piero Grassini (oud e voce), René Rashid Scheier (flauto ney) e Flavio Spotti (percussioni e voce). Danze dei dervisci e persiane con Grazia Cernuto (danze persiane) e Amal Oursana (Sama, danze sufi) per condurre il pubblico fra le magie della spiritualità dei dervisci e per un incontro con la dimensione del Divino.
Tutt’altra impronta artistica pervade il Tempio mercoledì 14 agosto con il concerto del più grande divulgatore di musica jazz nelle sue infinite derivazioni in Italia da oltre 30 anni, Nick The Nightfly, in scena con il suo quartetto. Cantante, chitarrista, compositore, storico selezionatore a Radio Montecarlo e direttore del tempio italiano del jazz, il Blue Note di Milano, l’artista siculo-scozzese è un vero “crooner” d’altri tempi che nella sua carriera ha incrociato artisti del livello di Sting, Peter Gabriel, Ryuichi Sakamoto, HerbieHancock, Miriam Makeba, Caetano Veloso, Annie Lennox e molti altri. Il concerto sarà aperto dalla cantante jazz Alessandra Mirabella.
Dopo la vitalità gioiosa della musica di Nick The Nigtfly, il festival torna ad occuparsi del mondo contemporaneo, in particolare della guerra, attraverso il mito. Giovedì 15 e venerdì 16 agosto appuntamento al Teatro Antico con il maestro indiscusso del “cunto”, il sommo sacerdote del teatro dei pupi, Mimmo Cuticchio che al Festival presenta la nuova creazione Histoire du Soldat su musiche di Igor Stravinskij eseguite dal vivo da un ensemble diretto dal figlio Giacomo Cuticchio. Lo spettacolo è una favola che racconta l’incontro fra il Diavolo e un soldato desideroso soltanto di trascorrere la sua licenza al paese di nascita in compagnia della madre e della compagna.
Sabato 17 e domenica 18 agosto, invece, l’attesissimo ritorno di Gabriele Vacis con la giovane compagnia PEM, dopo il successo della scorsa edizione con Prometeo. Al Segesta Teatro Festival 2024 Vacis mette in scena Sette a Tebe, uno spettacolo ispirato dalla tragedia di Eschilo che, partendo dalla saga della stirpe di Edipo, ci parla della relazione fra l’uomo e la guerra e della volgarità e pericolosità del populismo.
Domenica 18 agosto, però, sarà anche l’ultima occasione per assistere all’alba su Segesta grazie al particolarissimo Sulle corde del jazz dell’Acoustic Swing Trio composto da Michele Ariodante alla chitarra, Fabio Crescente al contrabasso e Mauro Carpi al violino. Un live di jazz e swing eseguito soltanto da strumenti a corde.
Un’orchestra a sei corde è invece il titolo del concerto in Prima Assoluta del giovane e talentuosissimo musicista siciliano Claudio Terzo che martedì 20 agosto al Tempio si esibirà con la sua chitarra classica in un repertorio che parte dalle complesse architetture sonore della musica barocca, si addentra nella passione tormentata della musica romantica e giunge, infine, alle composizioni dei grandi autori spagnoli del Novecento.
Ancora una Prima Assoluta il giorno seguente mercoledì 21 agosto sempre al Tempio per mano di un altro giovanissimo talento, Giacomo Barraco, che in Anima e virtuosismo si esibirà al pianoforte, spaziando da Scarlatti a Prokofiev, da Beethoven a Liszt.
Si torna al linguaggio coreutico giovedì 22 agosto al Teatro Antico con Stuporosa, ipnotica performance di Francesco Marilungo, artista di Körper, che ispirata dal pensiero di Ernesto De Martino, porta avanti una ricerca sul pianto rituale, sulla figura della lamentatrice e sull’importanza del rito funebre per dare senso alla morte.
Radicale cambio di registro venerdì 23 agosto con il concerto di Pippo Pollina insieme a un ensemble di eccellenti strumentisti, il Palermo Acoustic Quintet. Un tuffo nel repertorio di un grande artista, palermitano di nascita e mitteleuropeo d’adozione, con 40 anni di straordinaria carriera alle spalle, 25 album e migliaia di concerti. Un artista da sempre attento alle tematiche sociali, di libertà, contro le guerre, le dittature, le mafie.
La III edizione del Segesta Teatro Festival si chiude in modo simbolico e in grande stile al Teatro Antico sabato 24 e domenica 25 agosto con uno dei grandi nomi del teatro contemporaneo, Roberto Latini, che in Pagliacci all’uscita mette a confronto due figure e due contesti culturali fra i più distanti tra loro, il Verismo di fine ‘800 in cui è immerso Ruggero Leoncavallo e le tensioni metafisiche e filosofiche che emergono dall’opera di Luigi Pirandello. Due testi che, come sottolinea lo stesso Latini, “sembrano, per struttura e forma, collocabili da una parte all’altra di un ponte ideale, fondamentale per la letteratura teatrale, che a cavallo dei due secoli, riesce a trasformare i percorsi sintattici in prospettive drammaturgiche”. (Segue)
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