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Bruxelles, 6 feb. (askanews) – La soddisfazione espressa dalla destra e dalla premier Giorgia Meloni per l’annuncio dato della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che verrà ritirata la proposta di regolamento Ue per la riduzione dei pesticidi “fa ridere”, come fa ridere il tentativo di questo governo di “intestarsi” la protesta degli agricoltori, dicendo che sono dirette contro l’Europa, mentre dipende dalle scelte dello stesso governo. E’ quanto ha affermato da Strasburgo la segretaria del Pd Elly Schlein, incontrando i giornalisti durante la sua visita al Parlamento europeo.

“Devo dire – ha detto Schlein – che mi ha fatto ridere vedere Giorgia Meloni rivendicare a sé questa scelta, che è stata presa oggi, di ritirare una proposta che, forse lei non lo sapeva, era stata già bocciata da quest’Aula”. La plenaria del Parlamento europeo, in effetti, aveva respinto in prima lettura il 22 aprile scorso la proposta di regolamento per la riduzione dei pesticidi, dopo che gli emendamenti del centro destra l’avevano svuotata stravolta”.

“Mi fa ridere – ha continuato la segretaria del Pd – perché è lo stesso governp che in realtà ha sostenuto la Pac contro cui si muove questa protesta” del mondo agricolo, “è lo stesso governo che ha non ha prorogato l’esenzione Irpef, un altro motivo per cui gli agricoltori stanno protestando; e soprattutto ha tolto il supporto ai giovani agricoltori. Continuano a dire che la protesta è contro altri, è contro l’Europa non è contro di loro; ma come al solito non si assumono le loro responsabilità di avere voltato le spalle al settore agricolo”.

E questo, ha puntualizzato Schlein, “l’hanno fatto con atti concreti: vorrei ricordare che questa destra, che nega i cambiamenti climatici, ne sta negando anche gli effetti che mettono in difficoltà proprio gli agricoltori. Pensate alla siccità: che cosa ha fatto questo governo? Niente. Pensate agli eventi estremi che hanno colpito duramente il settore agricolo, e non soltanto in Italia, alle alluvioni in Emilia Romagna e in Toscana. Ecco, quelle imprese stanno ancora aspettando i ristori promessi da Giorgia Meloni, che non arrivano”.

“Questa – ha osservato la segretaria del Pd – è una destra che, mentre fa propaganda per negare l’emergenza climatica, lascia da soli gli agricoltori esposti ai danni già fortissimi che quella stessa emergenza climatica produce in un paese fragile come il nostro. Per noi, la strada deve essere invece quella di pretendere piani europei e un bilancio europeo con molte più risorse, per sostenere gli agricoltori nelle trasformazioni che sono necessarie. Altrimenti – ha avvertito – il rischio, che si sta già concretizzando, è che saremo travolti da quello che sta accadendo. Perché quando colpiscono le alluvioni, e abbiamo visto in Emilia-Romagna degli alberi da frutto che crescono in 5-6 anni essere letteralmente spazzati via, quello è un danno molto concreto, e serve un grande supporto non solo da parte europea, ma anche da parte del governo, che invece cerca di intestarsi una protesta che è anche contro lo stesso governo”.

Infine, Schlein ha ricordato la questione, stranamente poco presente nelle proteste di questi giorni, dell’accaparramento del valore aggiunto dei prodotti agricoli da parte della grande distribuzione, che a volte costringe gli agricoltori a vendere sottocosto i loro prodotti. “Volevo aggiungere una cosa, c’è un’altra questione che mi preme – ha detto la segretaria del Pd -, su quanto il governo italiano fa propaganda: ora cerca maldestramente di cavalcare questa protesta, ma non si assume le responsabilità dei suoi errori e delle sue mancanze. Non si parla mai abbastanza”, e il governo “non ha mai riunito il mondo agricolo per riflettere sul fatto che spesso gli agricoltori si trovano a vendere a un prezzo che è più basso del loro costo di produzione”, ha rilevato.

“Qui c’è una grande riflessione da fare – ha sottolineato Schlein – su come funziona tutta la filiera agroalimentare, su come arriva la grande distribuzione, su chi fa grandi margini di profitti e chi invece come gli agricoltori, sottoposti a enorme stress, hanno visto sempre più ridotti i loro guadagni, fino a che diventa quasi insostenibile produrre”.

“Io penso – ha concluso Schlein – che non dobbiamo rinunciare ad affrontare l’emergenza climatica perché altrimenti, a partire proprio da quel settore, saremmo comunque travolti”.

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