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Roma, 1 mar. (askanews) – Pd e Pse fanno muro a Giorgia Meloni e alla destra, i socialisti europei aprono il loro congresso con un messaggio chiaro al Ppe e a Ursula von der Leyen: nessun accordo con Ecr e Identità e democrazia, o il Pse non si siede nemmeno al tavolo delle trattative. Un avvertimento che già giovedì avevano lanciato Elly Schlein e Giacomo Filibeck, segretario generale del Pse, e che è stato rafforzato con la visita al monumento in onore di Giacomo Matteotti a cui ha preso parte anche Nicolas Schmit, il commissario Ue al Lavoro che sabato verrà ufficialmente consacrato come candidato socialista alla guida della commissione Ue.

Il congresso vero e proprio, appunto, si svolgerà sabato mattina alla ‘Nuvola dell’Eur a Roma, ma già venerdì è stata una giornata intensa sia nella sede del Pd che in quella del Psi, altro partito che ospita le assise del Pse, e Schlein ha avuto colloqui bilaterali con i leader socialisti capi di governo: Olaf Scholz (Germania), Antonio Costa (Portogallo), Mette Frederiksen (Danimarca) e Marcel Ciolacu (Romania).

Con Scholz Schlein ha fatto il punto su politiche industriali ed energia, mentre il colloquio con la premier danese è stato concentrato sul welfare e con il romeno Ciolacu si è parlato molto della comunità romena in Italia.

Un giro di incontri che è servito a mettere a punto il lancio della campagna elettorale per le europee, che avverrà ufficialmente sabato con l’approvazione del ‘manifesto e con la formalizzazione della candidatura di Schmit da parte dei 500 delegati che si riuniranno all’Eur.

La priorità per i socialisti è fare argine alla destra sovranista e nazionalista, tema che ha dato anche il titolo ad un dibattito del Pse che si è tenuto questo pomeriggio al Pd. E la scelta di andare a deporre una corona di fiori nel luogo dove Matteotti fu rapito non è chiaramente solo dettata dalla volontà di rendere omaggio ad uno storico leader socialista.

Lo spiega proprio Schmit, a margine della cerimonia: “E’ una forte emozione essere qui per il deputato Matteotti che rappresenta la nostra storia della democrazia e la nostra lotta contro il fascismo. Una storia che è di assoluta attualità perché il fascismo è tornato in Europa”. E per essere ancora più chiaro ha aggiunto: “Il fascismo è la distruzione del continente dell’Europa. In Italia c’è la responsabilità di politici che non prendono le distanze da questa tragica storia”.

Nel manifesto verranno esplicitati i punti per arrivare all'”Europa che vogliamo”, lo slogan scelto dai socialisti che verrà tradotto in inglese: “The Europe we want”. Come spiega Giuseppe Provenzano, il regista degli incontri di queste ore, “la nostra non sarà solo una battaglia in difesa, ma per avere un’Europa più sociale, democratica e sostenibile”. In particolare, i democratici hanno insistito sui temi della pace e del lavoro: “C’è stata una grossa spinta su questi due temi da parte nostra”, si spiega.

Perché i leader socialisti hanno ben chiaro che l’avanzata della destra in Europa è guidata da Giorgia Meloni e che, dunque, l’Italia diventa una delle trincee più importanti in vista del voto del prossimo giugno. La scelta di tenere a Roma il congresso del Pse è il frutto proprio di questa valutazione e non è un caso che già ieri la Schlein abbia sottolineato: “Il Pse – sia chiaro! – è l’unico argine per fermare l’avanzata delle destre e per sventare ogni rischio che l’Europa si richiuda e guardi all’indietro consegnandosi all’estrema destra”.

Il destinatario del messaggio è il Ppe, che invece rischia di “scivolare sempre più verso i nazionalisti”, ha detto la leader Pd. E Brando Benifei, capodelegazione Pd al Parlamento europeo, aggiunge: “Per noi non c’è spazio per la destra della Meloni e di Salvini alla guida delle istituzioni europee. L’ammiccamento in corso con Ursula von der Leyen per noi è inaccettabile”. E se i socialisti non avranno in numeri per eleggere Schmit, “non potremmo votare lei se lei fa laccordo di governo con la destra”.

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