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POTENZA – Erano usciti tutti insieme. Mamma, nonna e loro tre. I piccoli di casa. Una mattinata come tante per la famiglia Santarsiero, originaria di Vaglio, ma residente a contrada Montocchino, una piccola contrada alle porte del capoluogo. Piccole commissioni da sbrigare. La spesa e qualche altro servizio.
Magari un gelato comprato ai bimbi felici e spensierati perché l’asilo e la scuola sono chiuse già da un po’. Si avvicina l’ora di pranzo. Bisogna tornare a casa. E allora tutti a bordo di quella Panda azzurra guidata dalla mamma. Accanto a lei Donato, 5 anni compiuti da poco. Dietro la nonna, il fratellino di 2 anni e la sorella di 7.
I bimbi ridono e scherzano tra loro. Mamma e nonna forse pensano a quello che dovranno cucinare. Imboccano viale del Gallitello in direzione viale Verrastro. Stanno per arrivare alla rotonda che si trova all’uscita della galleria che passa sotto il Serpentone. Sono circa le 13.30 quando all’improvviso tutto cambia. Una frazione di secondo. Per la famiglia Santarsiero nulla potrà più essere come prima.
Un rumore sordo e secco. Le urla dei piccoli seduti sul sedile di dietro insieme alla nonna. L’airbag che si apre.
La mamma di Donato, dopo l’impatto violento, d’istinto si gira verso destra.
Sul sedile c’è il suo Donato. Ma è immobile. Non reagisce. Di fronte a lei quella Punto nera – a bordo due ragazze di 23 anni di Brindisi di Montagna – uscita dalla galleria.
Ma non è il nero della macchina che le interessa. Forse neanche se ne accorge. Il suo pensiero è quel figlio che non reagisce. Sul posto tre ambulanze del “Basilicata soccorso”.
I sanitari del 118 tirano Donato fuori dall’auto. Capiscono dal volto che le sue condizioni sono gravissime. Lo posano sulla barella e salgono sull’autoambulanza che, a sirene spiegate, si dirige verso l’ospedale San Carlo.
Le condizioni del piccolo sono disperate. L’ingresso nel Pronto soccorso richiama l’attenzione di quanti sono in attesa. Il medico di turno, la dottoressa Genzano, che stava per smontare non esita un secondo. E’ lei a prendere la situazione in mano.
Donato viene portato dentro. Le porte a vetri si chiudono. Nel frattempo le altre due autoambulanze portano la sorella e il fratellino.
Arrivano la nonna e la mamma che vorrebbe entrare magari solo per tenere la mano a Donato. Ma non è possibile.
La sorella e il fratellino vengono visitati. Il piccolo ha un trauma facciale. Lei un trauma agli arti. I due vengono ricoverati nel reparto di Pediatria. Mamma e nonna cercano speranze, magari anche Donato starà bene.
Passano i minuti. Minuti eterni. Dentro la dottoressa Genzano e altri infermieri fanno di tutto. Quel bimbo di 5 anni deve essere salvato. Per ben 45 minuti tentano in tutti i modi di rianimarlo. Putroppo non c’è niente da fare.
Nel frattempo al Pronto soccorso arrivano anche le due ragazze – traumi agli arti per entrambe – che verranno sottoposte ad alcoltest ed esame tossicologico.
Poi alla spicciolata i familiari del piccolo che fino all’ultimo non hanno perso la speranza.
Oggi il magistrato deciderà se disporre o meno l’autopsia sul corpo di Donato.
In via del Gallitello dopo l’incidente arrivano i Vigili del fuoco, agenti della Polizia di Stato e della Polizia locale.
Sopralluoghi sulla strada per rintracciare eventuali segni di frenata. Segni bianchi in alcuni punti. Spetterà a loro stabilire l’esatta dinamica dell’incidente.
Incidente in cui ha perso la vita quel bimbo di 5 anni – portato poi nella camera mortuaria del San Carlo – deceduto per arresto cardiaco in una giornata di fine luglio inondata dal sole.
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