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Milano, 4 mar. (askanews) – Una passione sempre più diffusa, un hobby costoso, ma forse pure un’occasione di investimento. Collezionare carte Pokémon è diventato anche in Italia un fenomeno ricorrente, con centinaia di migliaia di appassionati che si muovono tra il Web e i negozi di giocattoli o le edicole, ma naturalmente anche nelle fiere, alla ricerca dei pezzi più pregiati. Per cercare di raccontare questa storia abbiamo incontrato chi su questa passione ha costruito un lavoro, come Makeawish, uno dei più seguiti content creator italiani in tema di Pokémon e carte collezionabili.
“È una passione che coinvolge veramente sempre più persone – ci ha detto – tra l’altro, diciamo a livello di numeri, quanto meno in Italia, io per esempio lo sperimento con il canale YouTube, che è incredibilmente in crescita. È difficile sapere quante persone effettivamente collezionano, ma di persone interessate sicuramente ce ne sono moltissime: abbiamo canali YouTube anche solo in Italia che quasi raggiungono il milione di iscritti. Quindi sicuramente la community è molto molto ampia”.
Numeri in crescita e caccia ai pezzi rari, o anche solo ai video con l’apertura di pacchetti e set, sul Web. Questa dinamica, insieme a quella, dal lato dei produttori, che prevede il lancio periodico di nuove espansioni, è ormai consolidata e alimenta il business da entrambi i lati. Ma chi sono i collezionisti italiani? Lo abbiamo chiesto a Stefano Cavallaro, titolare dell’attività Collectors Mania a Lucca e da anni protagonista di una community dedicata ai Pokémon. “Ormai il collezionista di oggi – ci ha risposto – può essere chiunque. Abbiamo una grande varietà di collezionisti adulti, dai 30 ai 60, senza problemi anche di età un pochino più avanzata, che hanno capito che qua, in questo ambito qui, del mercato delle carte Pokémon, c’è un investimento, un’idea di investimento e poi abbiamo tutta la parte di collezionisti giovani, i bimbi, i ragazzi, che stanno portando avanti questa cosa, tendenzialmente che viene da dei familiari o da delle conoscenze che già collezionavano carte o cose simili”.
La passione per il mondo Pokémon, comunque, non riguarda solo il collezionismo, ma anche i videogame. E in occasione della Milano Games Week abbiamo incontrato Angelo Peruzzi, presidente del Team Aqua SD, un’associazione sportiva dilettantistica che si occupa del gioco competitivo di Pokémon. “Ogni allenatore di Pokémon – ci ha detto – sa che bisogna catturarli tutti e questo è il punto di partenza che si svela attraverso il videogioco, attraverso le carte, anche attraverso il collezionismo di quelle che sono le miniature di tutti i mostriciattoli tascabili e le vie in cui queste si possono manifestare”.
Catturarli tutti, a livello di carte, è certamente impegnativo, data anche la quantità di set che negli anni sono stati prodotti per il gioco collezionabile, ma trovare alcuni Pokémon particolarmente rari significa avere in mano un oggetto di valore, anche economico, non trascurabile. “Molti di questi prodotti sono ricercati da tantissime persone e quindi valgono anche come quasi una riserva di valore in questo momento, quasi come un bene rifugio in alcuni casi”.
La Rete, da sempre, è, tra le altre cose, un alimentatore di sogni di guadagni e di popolarità. Probabilmente anche le carte Pokémon in parte affascinano potenziali speculazioni, ma, provando a guardare più da vicino, la sensazione è che a prevalere sia comunque la passione per il collezionismo, per il riuscire a trovare il pezzo raro e ad averlo nei propri album. Anche perché non va dimenticato che stiamo comunque parlando di un fenomeno che si rivolge in primo luogo ai bambini e ai ragazzi, anche in altri formati, come per esempio la serie “Orizzonti Pokémon”, che è stata da poco lanciata con il canale tv Boing. (Leonardo Merlini)
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