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Stoccolma, 28 feb. (askanews) – “La Nato chiede che le infrastrutture svedesi vengano migliorate”. Così titola il quotidiano svedese Dagens Nyheter sul suo sito, spiegando che si ipotizza che la Russia stia “ammassando e dispiegando” truppe di terra, veicoli da combattimento e altra logistica lungo il nuovo confine della Nato a est. “Navi da guerra e sottomarini russi lasciano il porto di Murmansk e scompaiono dai radar” aggiunge la pubblicazione sottolineando come all’improvviso i rapporti sono così tesi che “la corsa agli armamenti è un fatto” e “lo scontro diretto sembra vicino”.

Così come in uno scenario di pura guerra, il piano della Nato prevede che la Svezia funzioni come “un’area di sosta”, dove la Nato possa basare e trasportare logistica e personale prima che si dirigano più a est. Ma con la Svezia nella Nato, le esigenze sono maggiori. “Le strade e le ferrovie svedesi non sono all’altezza” avverte DN. “Si tratta soprattutto di collegamenti est-ovest”. E ora si parla di “progetti multimilionari necessari” per trasporti vitali in una situazione di “crisi militare”.

Ma il processo di adesione è ancora in corso e la stampa svedese parla di rinvii. Quello che è noto è che lunedì per ultimo dei 31 membri dell’alleanza, il parlamento di Budapest ha votato “sì” alla candidatura svedese alla Nato: il presidente ungherese dovrà promulgare la relativa legge ma il paese attualmente non ha un presidente. Il neoeletto Tamas Sulyok (in seguito alle dimissioni di Katalin Novák) entrerà in carica solo martedì 5 marzo. Fino ad allora, il presidente ad interim sarà Laszlo Kover, che secondo la Costituzione potrebbe anche promulgare la legge. Ma solo allora la Svezia potrà depositare a Washington la propria adesione, diventando il 32esimo componente dell’Alleanza atlantica.

“L’adesione della Svezia alla NATO è ritardata e non sarà completata entro una settimana dalla firma dei documenti”, secondo le informazioni di DN pubblicate ieri sera. A seguito dell’incidente, il ministro degli Esteri Tobias Billstrom ha rimandato il previsto viaggio a Washington che completerebbe l’ingresso nell’alleanza. Lì avrebbe consegnato lo “strumento di adesione” al segretario di stato americano Antony Blinken. “Siamo sempre stati chiari sul fatto che l’Ungheria deve completare il processo prima che la Svezia possa diventare membro. Siamo pronti a depositare non appena l’Ungheria avrà consegnato i suoi documenti agli Stati Uniti”, scrive l’addetta stampa della Billstrom, Anna Erhardt in un commento a TT. E come noto, solo quando sarà firmata e ricevuta dal Dipartimento di Stato americano, la decisione diventerà effettiva.

Intanto però secondo quanto riporta il sito dell’ambasciata svedese a Washington il 5 dicembre, il ministro della Difesa svedese Pal Jonson e il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin hanno firmato il primo accordo di cooperazione in materia di difesa (DCA) tra la Svezia e gli Stati Uniti. “Il DCA regola questioni quali lo status giuridico delle forze statunitensi, l’accesso alle aree di schieramento e il preposizionamento di materiale militare in Svezia” si legge. “Il DCA rappresenta un passo importante nell’approfondimento della cooperazione militare con gli Stati Uniti. Rafforza la sicurezza regionale sia della Svezia che dei paesi vicini trasmettendo l’impegno e la presenza effettiva degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno già concluso accordi simili con diversi paesi europei, tra cui la Norvegia. I negoziati Dca sono in corso con la Danimarca e si sono recentemente conclusi con la Finlandia” si chiosa.

L’ambasciata secondo il notiziario svedese Svt Nyheter ha rinviato il ricevimento per l’adesione e l’ambasciatore scrive agli invitati che “poiché la deposizione dell’adesione della Svezia non avrà luogo questa settimana, rimandiamo comunque il nostro ricevimento a una data successiva”.

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