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Convalidato l’arresto del 60enne d Marina di Gioiosa Ionica delle 11 auto incendiate in tre mesi. L’uomo spinto da rancore e vendetta, avrebbe agito con freddezza e metodicità.
MARINA DI GIOIOSA IONICA: Dietro la scia di fuoco di auto distrutte che negli ultimi tre mesi ha terrorizzato Marina di Gioiosa Ionica si nascondeva un oscuro segreto: un rancore profondo che avrebbe spinto un uomo a colpire nel cuore della comunità, seminando paura e distruzione. Le indagini hanno rivelato una trama di presunte vendette personali, motivate da dissapori con alcune vittime, spesso professionisti della cittadina. E’ stato convalidato il fermo del 60enne di Marina di Gioiosa ritenuto, per gli inquirenti, responsabile degli undici incendi ad autovetture in soli tre mesi.
Per scovare il piromane è servito un lavoro meticoloso da parte dei Carabinieri della Stazione di Marina di Gioiosa Ionica, coordinati dalla Procura della Repubblica di Locri diretta dal procuratore capo Giuseppe Casciaro. Il 14 ottobre 2024 avviene il primo incendio della prima autovettura. Undici episodi, «ognuno dei quali – scrivono dall’Arma dei Carabinieri – più distruttivo e pericoloso del precedente. Le indagini, condotte con incessante scrupolo, hanno in breve evidenziato la pericolosità dell’autore.
Il 60enne ha dimostrato «conoscere con accuratezza il territorio della cittadina. E, con una freddezza sprezzante delle potenziali conseguenze, ha continuato a pianificare con dovizia di particolari ogni singolo colpo. L’uomo, infatti, non solo agiva di notte, ma – spiegano i carabinieri del comando provinciale reggino- teneva in debita considerazione l’impegno che ogni evento avrebbe determinato per le forze di soccorso e per le pattuglie dell’Arma. Di qui la sua pericolosa audacia. Sfruttando i concitati sforzi rivolti allo spegnimento di un incendio appena appiccato, colpiva nuovamente, poco dopo, in un distante punto della cittadina. Certo di realizzare eventi sempre più difficili da gestire tempestivamente».
LE ACCORTEZZE «MANIACALI» DEL 60ENNE TRATTO IN ARRESTO PER LE 11 AUTO INCENDIATE A MARINA DI GIOIOSA IONICA
Le indagini, lunghe e complesse, coordinate dalla Procura della Repubblica di Locri, hanno rivelato una trama di vendetta e risentimento. Le sue motivazioni «non erano solo legate al furioso desiderio di distruggere. Ma a un rancore profondo che lo spingeva a colpire nel cuore della sua comunità, consapevole del clima di terrore che avrebbe continuato ad alimentare». I Carabinieri hanno dovuto mettere insieme un puzzle articolato e complesso: raccogliere ogni frammento di prova, ogni testimonianza, ogni indizio.
Il rinvenimento di un ordigno incendiario, non innescatosi correttamente, ha consentito di acquisire fondamentali elementi per lo sviluppo delle indagini: un ordigno rudimentale (ma, per ciò solo, non meno pericoloso) i cui materiali costituitivi, di comune uso, sono stati trovati nella materiale disponibilità dell’indagato, sulle cui tracce si erano ormai messi i Carabinieri. «Anche per questo, forse, l’uomo – dopo i successivi eventi incendiari – ha cominciato – precisano i carabinieri- a rendersi irreperibile, così da ostacolare l’attività degli inquirenti».
Le maniacali accortezze non sono state però sufficienti ad impedire la puntigliosa ricostruzione degli eventi e la raccolta degli indizi a carico dell’uomo che oggi, grazie al puntiglioso lavoro dei Carabinieri di Marina di Gioiosa Ionica ed al fondamentale coordinamento della Procura, dovrà rispondere al Tribunale di Locri della lunga scia di inquietudini e paure instillata nella cittadinanza, finalmente restituita alla propria serenità. Il Procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato vale il principio di non colpevolezza fino a condanna definitiva.
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