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Milano, 8 mag. (askanews) – Israele ha preso il controllo del valico di Rafah, in un’operazione limitata secondo la Casa Bianca: il tutto mentre crescono i timori di un’invasione su vasta scala e restano in bilico i colloqui con Hamas su un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Oggi peraltro a Tel Aviv – poco prima dell’arrivo in Israele del capo della CIA Bill Burns -, l’autostrada Ayalon ha riaperto al traffico in direzione nord dopo essere stata bloccata per circa 20 minuti dagli attivisti che chiedevano un accordo per la liberazione degli ostaggi.
Burns incontrerà il premier israeliano Benjamin Netanyahu in giornata mentre Israele porta avanti le operazioni militari a Rafah e riprendono i colloqui di tregua al Cairo con delegazioni di Israele, Hamas, Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Intanto gli Usa hanno fatto sapere di aver sospeso la spedizione di bombe a Israele a causa delle preoccupazioni di un potenziale utilizzo in una eventuale incursione a Rafah.
Le Nazioni Unite hanno avvertito di un potenziale collasso del flusso di aiuti ai palestinesi a causa della chiusura del valico di Rafah dall’Egitto e dell’altro principale valico verso Gaza: Kerem Shalom, da Israele. Nel frattempo l’esercito israeliano su X afferma di aver riaperto il valico di Kerem Shalom verso Gaza, uno snodo chiave per l’ingresso degli aiuti umanitari. “Anche il valico di Erez continua a funzionare per facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza” dicono da Idf.
I funzionari Onu affermano che il nord di Gaza sta attraversando una “piena crisi” e carestia. I valichi di Rafah e Kerem Shalom sono punti di ingresso fondamentali per cibo, medicine e altri rifornimenti per i 2,3 milioni di persone di Gaza. Peraltro l’incursione israeliana è arrivata dopo ore delicatissime per la guerra tra Israele e Hamas che va avanti ormai da 7 mesi: Hamas ha dichiarato lunedì di aver accettato la proposta di cessate il fuoco che secondo Israele non era all’altezza delle sue stesse richieste fondamentali.
Un’invasione su vasta scala di Rafah da parte delle forze israeliane sarebbe “un errore strategico, una calamità politica e un incubo umanitario”, ha avvertito il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. L’attacco militare israeliano contro Rafah, dove “più di 1,5 milioni di civili sono ammassati in una stretta striscia di terra”, rischia di trasformare l’ex rifugio per civili “in un cimitero”, ha affermato Avril Benoit, direttrice esecutiva di Medici Senza Frontiere.
Martedì il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha incontrato il re giordano Abdullah, mentre il segretario di Stato Antony Blinken ha parlato oggi con il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi.
Secondo il Dipartimento di Stato, Blinken “ha espresso il suo continuo apprezzamento per il ruolo guida della Giordania nel facilitare la consegna di assistenza umanitaria salvavita ai palestinesi di Gaza” e “ha condannato fermamente i recenti attacchi violenti ai convogli di aiuti umanitari dalla Giordania a Gaza da parte di estremisti in cerca di per impedire che gli aiuti raggiungano i civili palestinesi bisognosi.”
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