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COSENZA – Sono centinaia gli studenti calabresi “intrappolati” fuori dai confini della regione e lontano dai genitori. E sono centinaia gli appelli rivolti alla Santelli. «Sono ragazzi che hanno rispettato la quarantena andando anche oltre e adesso bisogna che gli venga garantito in qualche modo il rientro in Calabria».
A parlare è il preside del Liceo classico “Telesio” di Cosenza. Antonio Iaconianni ha lanciato una petizione online diretta alle istituzioni competenti. La richiesta è quella di progettare il rientro di questi giovani. «Sono misure urgenti e indifferibili» precisa il preside Iaconianni «consentire il rientro immediato a casa di tutti gli studenti e di tutti i lavoratori, gli uni rimasti con le Università chiuse e gli altri rimasti senza lavoro, realizzando dei corridoi di sicurezza, con le misure che le attuali norme prevedono, a salvaguardia della tutela di tutti».
«L’onorevole Santelli dovrebbe progettare il ritorno in tutta sicurezza dei nostri giovani – dice – In caso contrario dovrà assumersi tutta la responsabilità nella malaugurata ipotesi in cui dovesse succedere loro qualcosa».
Da preside, oltre che da genitore di due studenti fuori sede, Iaconianni sta ricevendo tante segnalazioni e richieste di aiuto. «Devo dire – spiega Iaconianni – che la tenuta psicologica di questi ragazzi inizia a dare segnali di preoccupazione, anche a causa di vere emergenze economiche». Tornare a casa è una necessità. Significa risparmiare su un affitto che, non potendo frequentare le lezioni e il lavoro, non viene sfruttato. Vuol dire non dover fare la spesa, non pagare delle bollette in più. «Pensiamo – spiega Iaconianni – che ci sono anche genitori che in questo periodo non stanno lavorando, le loro attività sono ferme e hanno difficoltà economiche». Per non parlare dell’aspetto psicologico del farsi forza insieme, riabbracciare i propri familiari in un periodo drammatico che segnerà le vite di tutti per sempre.
«“Pronto preside, sono un suo ex studente, si ricorda? Può fare qualcosa, vorrei ritornare a casa”. La voce di questo giovane è come un tarlo nella mia testa» Iaconianni ne avrebbe tante da raccontare di telefonate come questa. Sono tutti ragazzi che hanno rispettato le regole, che non sono voluti sfuggire al controllo. «Adesso però è tempo che si programmi il loro rientro – continua il preside – e tutti si atterrano alle regole».
Dietro la petizione di Iaconianni è nato un movimento spontaneo che chiede alle istituzioni di far rientrare questi giovani. Di farli rientrare in maniera controllata, per questo servono misure e un progetto. «Siamo disposti ad andarli a riprendere e a metterci di nuovo tutti insieme in quarantena» dice Iaconianni parlando a nome di tutti i genitori. «Non chiediamo il rientro libero – dice il preside del Telesio – ma controllato, come richiede l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo». E fa appello ai diritti della famiglia sanciti nella costituzione. Iaconianni è preoccupato per questi giovani «non vorrei che qualcuno facesse una sciocchezza a causa delle ristrettezze economiche».
E allora l’appello, l’ennesimo: «facciamo un progetto, stiliamo un calendario per il rientro, non dico da domani, ma che si fissi una data, almeno che si sappia che si sta pensando anche a chi si trova fuori casa». La petizione “Il diritto di tornare a casa propria” sulla piattaforma change.org è stata già firmata da numerose persone, l’obiettivo è 2500.
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