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Roma, 27 feb. (askanews) – “Lanciamo una sfida al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: sulla questione della valutazione si confronti con noi in un dibattito pubblico, anche in TV; scelga pure il programma che preferisce. La modalità delle risposte via social non ci appartiene, incontriamoci e dialoghiamo”: così il pedagogista Daniele Novara e il maestro Alex Corlazzoli dopo la risposta alla loro petizione/appello
(https://www.change.org/NoVotiNumericieGiudiziSintetici) contro il ritorno ai giudizi sintetici che nel frattempo ha superato le 5.000 firme.

Nei giorni scorsi i due educatori, sostenuti da circa sessanta firmatari tra cui noti nomi del mondo pedagogico (Elisabetta Nigris, Alberto Pellai; Silvia Vegetti Finzi; Milena Santerini, Raffaele Mantegazza e tanti altri) e della cultura (Luca Zingaretti, Stefano Accorsi, Carlotta Natoli, Moni Ovadia, Pierfrancesco Favino e altri) avevano inviato in viale Trastevere la loro richiesta per tentare di fermare l’emendamento della maggioranza al Disegno di Legge sul voto di comportamento nella scuola secondaria che introduce una modifica importante al modello di valutazione in vigore oggi nella scuola primaria dopo la “riforma” del 2020: il ritorno dei giudizi sintetici.

A questo appello ci ha risposto su “X” il ministro: “Temo che alcuni sottoscrittori di appelli non conoscano ciò contro cui firmano. L’emendamento governativo sulla riforma della valutazione alla scuola primaria non elimina la descrizione analitica dei livelli di apprendimento raggiunti in ogni disciplina dall’alunno, che è fra l’altro fondamentale per il portfolio e la futura attività dei docenti tutor. Elimina piuttosto giudizi sintetici, astrusi e incomprensibili quali “avanzato” o “in via di prima acquisizione”, sostituendoli con giudizi chiari e da tutti comprensibili, come ottimo o insufficiente. Non si perde nulla, piuttosto si migliora, semplificando e chiarendo, nell’interesse degli studenti e delle famiglie”.

Parole che i firmatari rispediscono al mittente lanciando un confronto pubblico:

“Tutto il mondo pedagogico di prestigio ha aderito al nostro appello perché il ministero rinunci a reintrodurre i giudizi sintetici corrispondenti ai voti numerici o a ‘sufficiente’, ‘gravemente insufficiente’ etc. Etimologicamente c’è differenza tra ‘in via d’acquisizione’ e ‘insufficiente’. Fare chiarezza non significa né semplificare con dei giudizi da pagelle anni Trenta né applicare la logica della punizione. Pretendere che ‘gravemente insufficiente’ rappresenti un elemento di chiarezza significa confermare l’intenzione di procedere al ritorno di un apparato mortificatorio nei confronti dei bambini che sviluppano il loro percorso di apprendimento con errori e sbagli”.

Continuano i due estensori dell’appello: “Il mondo pedagogico è la base di riferimento scientifico per le riforme e i cambiamenti scolastici: non esiste nessun’altra disciplina così attinente. Questo è il campo nel quale ci si deve muovere per capire la direzione da adottare per modifiche così importanti, non certo l’appagamento di una certa opinione pubblica”.

“Risulta offensivo sentire le parole del ministro che affermano che chi ha sottoscritto l’appello non ha capito cosa stava firmando. Stiamo parlando di docenti universitari ad altissimo livello. La presenza di attori e personalità del mondo della cultura è un riconoscimento che i pedagogisti e gli insegnanti non sono soli in questa richiesta. La società civile è vigile sull’operato del ministero”, concludono Novara e Corlazzoli.

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