Francesco Oliverio
2 minuti per la letturaIl racconto del pentito Franco Oliverio che ha consentito di costruire i sistemi di consegna della droga che veniva “imbucata” nelle cassette delle lettere
CROTONE – La droga veniva nascosta nei pressi della “fiumara” che attraversa il quartiere Fondo Gesù e le dosi, confezionate in un magazzino, venivano occultate e prelevate nelle cassette delle lettere dei palazzi del popoloso rione. Lo ha svelato al pm Antimafia Paolo Sirleo il pentito Francesco Oliverio, che ha fornito molti particolari agli inquirenti sull’organizzazione dedita al narcotraffico smantellata con l’operazione Grecale. Una gang strutturata in “bande” al cui vertice sarebbe stato Maurizio Valente, riconosciuto come il capo anche da detenuto. Almeno secondo il collaboratore di giustizia che ha indicato i canali di approvvigionamento di Valente in gruppi albanesi e nell’isolitano Giuseppe Vittimberga, detto “il Puffo”.
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Oliverio ha raccontato che al Gesù sono tre le “batterie”. Al comando, quale “responsabile”, il pentito indica Maurizio Valente, che secondo Oliverio è affiliato alla ‘ndrangheta anche se non sa indicare la “dote”, il grado nella gerarchia criminale. La droga verrebbe stoccata nel magazzino di Umberto Vona, anche lui “attivo” nella ‘ndrangheta, secondo Oliverio col grado di camorrista. Ecco come funzionava. «Principalmente la nascondevano al fiume (Esaro, ndr) o in case vecchie al Gesù. Mettevano le buste nelle cassette della posta alle volte. Se c’era poco movimento le lasciavano nelle cassette della posta che si aprivano senza chiave».
DROGA NELLA CASSETTA DELLE LETTERE, IL RACCONTO DEL PENTITO FRANCESCO OLIVERIO
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Oliverio fa tutti i nomi dell’entourage dei venditori al dettaglio. Al Gesù uno di loro, come Luciano Pignalosa, sarebbe riuscito a movimentare sei chili al mese. «La vendeva in casa, sempre al Gesù, buona parte era acquistata dagli albanesi. E ancora: «i Laforgia(Gianluca, Andrea, Massimo) vendono cocaina, la batteria di Mario Cimino trafficava eroina e principalmente cocaina che comperava a Stefanaconi». Nell’organigramma Oliverio include il gruppo di Antonio, Francesco e Leo Laratta e quello di Antonio Berlingieri che si sarebbe rifornito dalla famiglia Giorgi di San Luca. Il cassiere sarebbe Pasquale Trusciglio. La zona di via Gioacchino da Fiore sarebbe stato appannaggio del gruppo guidato da Cimino che tra i suoi più fidati collaboratori avrebbe Ermenegildo Andrea Misticoni. Detto “Muzzicuni”.
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