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Roma, 19 feb. (askanews) – Urla e contestazioni contro la Lega alla fiaccolata bipartisan organizzata a piazza del Campidoglio per ricordare il dissidente russo Aleksej Navalny morto il 16 febbraio. All’indirizzo del capogruppo al Senato del Carroccio Massimiliano Romeo, capo delegazione della Lega, diversi partecipanti hanno urlato “Vergogna, vergogna!”, “Tornatene in Russia”, in riferimento a manifestazioni di simpatia per il presidente russo Vladimir Putin espresse più volte in passato dal leader del Carroccio Matteo Salvini.

“Siamo qui – ha spiegato Romeo ai giornalisti che gli chiedevano conto delle responsabilità di Putin nella morte di Navalny – perché il sospetto ce l’abbiamo” ma “la certezza non ce l’ho. Noi difendiamo la libertà e chiediamo che la comunità internazionale accerti” le responsabilità “e faccia pagare per questo crimine”, ha sottolineato Romeo. Parole che hanno esacerbato ancora di più gli animi dei presenti, che hanno continuato con i cori “Vergogna!”, “Ipocrita”.

“Ecco i democratici, viva la democrazia!”, ha ribattuto Romeo.

Contestazioni che hanno irritato il partito di Salvini che poi, in una nota, ha commentato: “Chi ha usato la piazza di Roma per insultare e attaccare la delegazione della Lega non ha capito la lezione di Navalny che ha dedicato la propria vita alla libertà”.

Promotore della fiaccolata era stato il leader di Azione Carlo Calenda, il quale, arrivando in piazza, si era detto “contento che tutte le forze politiche siano qui. Non è una cosa comune per l’Italia. È un segnale importante di solidarietà per chi muore per la libertà – aveva sottolineato Calenda -. I dissidenti russi combattono per la libertà che è un valore universale e non è limitato al Paese per cui si combatte. Noi siamo qui per questa ragione”.

La fiaccolata ha rappresentato “un forte segnale di unità di tutto il paese e della comunità internazionale”, ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri esprimendo “sdegno e condanna più forti per la morte di Alexei Navalny, risultato di una lunga deliberata feroce persecuzione politica”.

Sulla stessa linea la segretaria del Pd Elly Schlein, secondo la quale per la morte di Aleksei Navalny c’è “un solo responsabile: il regime russo di Putin”. Quella di stasera, ha spiegato Schlein, è stata “una serata contro un regime che non tollera il dissenso e che uccide la libertà. Dei democratici come noi – ha aggiunto la segretaria del Pd – non possono tollerare in nessun paese una compressione costante dei diritti fondamentali democratici”.

In rappresentanza del M5s c’era il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, il quale ha sottolineato come fosse “giusto essere qui a fianco di chi ha dato la vita per la libertà di informazione e o libertà di opporsi al regime”.

Tra gli altri esponenti politici presenti anche il segretario di Avs, Nicola Fratoianni, con Angelo Bonelli, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il segretario di +Europa, Riccardo Magi, e il deputato di FdI Giovanni Donzelli.

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