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Mancano le figure degli assistenti educatori che affiancano anche gli insegnanti di sostegno nelle scuole di Cosenza. Il Comune non avrebbe ancora erogato i fondi per elementari e medie


IN alcune scuole di Cosenza mancano ancora gli assistenti alla comunicazione, alla autonomia e, in generale, gli educatori. Queste figure, previste anche dal Piano regionale sul diritto allo studio, sono variegate e includono diverse tipologie di professionisti tra cui, a titolo esemplificativo e non esaustivo, educatori, tecnici del comportamento, psicologi, esperti di comunicazione aumentativa alternativa, ma anche esperti di lingua dei segni e del sistema di lettura e scrittura Braille.
Pensate ad esempio ad uno studente cieco o sordo, il quale per il proprio percorso scolastico non può affidarsi esclusivamente all’insegnate di sostegno, per quanto specializzato, ma che ha bisogno ovviamente di una figura professionalmente formata in relazione alla specifica disabilità che vive. Oppure a quelle disabilità che rendono difficile l’autonomia personale, sotto ogni profilo.

LA MANCANZA DEGLI EDUCATORI IN TUTTE LE SCUOLE GESTITE DAL COMUNE DI COSENZA

La responsabilità di tale assenza sarebbe, per come segnalato dai rappresentanti di alcune delle principali associazioni a sostegno delle persone con disabilità, proprio del Comune capoluogo di provincia. Per la precisione va chiarito che tali figure mancherebbero non in tutte le scuole, dato che per le Scuole secondarie di secondo grado, quelle che una volta venivano chiamate Scuole Superiori, la gestione di questo servizio è affidato non all’ente Comune ma alla Provincia, realtà che forte dell’esperienza maturata l’anno scorso, nella quale queste fondamentali figure arrivarono a scuola con ritardo di settimane e settimane, per l’anno scolastico in corso si è mossa d’anticipo, affidando, previo bando, la gestione ad una cooperativa già rodata. Il risultato finale è che negli Istituti d’istruzione superiore a settembre quasi tutte le figure preposte erano in classe al suonare della prima campanella, o che nominate poco dopo.
A quanto segnalato dalle sezioni cosentine dell’Unione Ciechi, presieduta da Francesco Motta e con referente all’istruzione Agostino Marzella, dall’Ente Nazionale Sordi, con a capo Giulio Solla, e dall’Angsa (Associazione Nazionale Genitori perSone con Autismo), al cui vertice cosentino siede Katia Spadafora, la stessa dinamica non esiste nella città di Cosenza per le Scuole Primarie e Secondarie di Primo Grado, cioè quelle realtà secondo un’obsoleta denominazione indicate come Scuole Elementari e Scuole Medie.

I FONDI NON SAREBBERO STATI ASSEGNATI

Cosa è successo? Il meccanismo è il seguente: l’ente comunale dovrebbe affidare alle singole scuole i fondi provenienti dalla Regione Calabria, necessari a reclutare le figure in oggetto. Ad oggi tali fondi non sarebbero ancora affidati, a quanto parrebbe, salvo smentita, e a quanto sostengono le associazioni e molti genitori di studenti con disabilità.
Sull’Albo pretorio del Comune di Cosenza non risultano atti di affidamento in tal senso e nelle scuole di questo grado queste figure ancora mancano. Le stesse scuole, una volta ricevuti i fondi devono a loro volta attivare una procedura per reclutare le figure idonee, spesso necessariamente specializzate sulle singole disabilità in oggetto. Tale procedura richiede un notevole dispendio di tempo, quando già è in itinere. Ad oggi, a novembre inoltrato, pare non sia ancora partita e gli alunni sarebbero privi di questo importante strumento di inclusione. Eppure, le associazioni sopracitate avevano scritto al sindaco di Cosenza una lettera per segnalare la problematica già nel mese di luglio di quest’anno.

LA LETTERA DELLE ASSOCIAZIONI AL SINDACO DI COSENZA

Si legge nella missiva inviata «Egregio Sig. Sindaco, le scriviamo in qualità di rappresentanti delle principali associazioni a sostegno delle persone con disabilità. Ogni anno, tracciamo un bilancio del servizio di assistenza specialistica, gestito dal Comune per le scuole primarie e secondarie di Primo Grado e dalla Provincia per le scuole secondarie di secondo grado. In linea con la precedente amministrazione, il Comune di Cosenza continua ad affidare alle scuole le risorse provenienti dalla Regione Calabria.
Tuttavia, desideriamo sottolineare nuovamente che il Comune trasferisce queste risorse alle scuole con un notevole ritardo rispetto alla data di ricezione. Le scuole, a loro volta, non riescono ad attivare tempestivamente il servizio, una volta ricevute le risorse. Pertanto, chiediamo che, seguendo l’esempio della Provincia di Cosenza, la gestione di tali risorse venga affidata a cooperative specializzate nel settore. Ricordiamo che il servizio di assistenza deve essere operativo sin dal primo giorno di scuola.
Purtroppo, negli ultimi anni, educatori e assistenti vengono contrattualizzato solo dopo 3 o 4 mesi dall’inizio delle attività scolastiche. Questo problema era presente anche per le scuole secondarie di secondo grado, ma è stato risolto da quando la Provincia ha deciso di affidare la gestione del servizio a una cooperativa, selezionata tramite bando pubblico. Grazie a questa scelta, il servizio è attivo fin dal primo giorno di scuola e l’organizzazione delle attività di assistenza è notevolmente migliorata, permettendo ai nostri studenti di vivere le giornate scolastiche con maggiore serenità e garantendo una reale inclusione, spesso difficile da realizzare. Confidiamo nella Sua attenzione e nel Suo impegno per risolvere questa situazione, affinché tutti gli studenti possano beneficiare di un servizio di assistenza adeguato e tempestivo».

ASSENZA DI EDUCATORI NELLE SCUOLE: MANCANO ALCUNE FIGURE FONDAMENTALI ALL’INCLUSIONE SCOLASTICA

A quanto riferito dai rappresentati delle associazioni tale lettera non ha ricevuto mai risposta. Ad oggi, dunque, la situazione vedrebbe gli alunni della maggior parte delle scuole primarie e secondarie di primo grado del comune di Cosenza sprovvisti di Educatori dato che la procedura non pare proprio partita. In termini di inclusione scolastica significa la mancanza di figure fondamentali che si affiancano al docente specializzato sul sostegno, forti di una competenza specifica sulla disabilità da affrontare. Per dovere di cronaca è giusto segnalare che ci sono alcune eccezioni. Alcuni, pochissimi, Istituti comprensivi sono riusciti ad attivare in parte il servizio sfruttando fondi residuali dell’anno scorso.
Cosa succederà ora? Le procedure necessarie saranno attivate, se non lo sono state? E se sì, quando? E con che tempi arriveranno gli educatori nelle classi? Se quanto affermato dalle associazioni che agiscono in difesa dei diritti delle persone con disabilità corrisponde al vero, quali sono le ragioni che hanno portato a tale ritardo? Genitori, docenti, alunni e professionisti del settore si pongono queste domande per ora senza risposta.

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