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Il procuratore Curcio durante l'incontro

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Convegno all’UniCal di Rende sul contrasto educativo alla cultura mafiosa, l’appello del procuratore Salvatore Curcio: «Tempo di agire, non di tacere, i calabresi scelgano da che parte stare»


RENDE – «La gioventù muore quando pensi che Falcone e Borsellino siano solo personaggi di una fiction Rai». Lo scriveva un ragazzo provocatoriamente qualche giorno fa sui social: un modo per attirare l’attenzione dei coetanei alla cultura della legalità. Un monito per fare di più e fare meglio nel corso del proprio quotidiano. E il convegno tenutosi presso l’Università della Calabria, coordinato dal docente di Pedagogia dell’antimafia, Giancarlo Costabile, ha avuto come tema proprio il contrasto educativo alla cultura mafiosa.

«Questa è un’occasione importante per valorizzare la pedagogia del noi. Una sfida educativa che va al di là del genere», racconta Patrizia Piro, prorettrice dell’UniCal. «La scelta di un indirizzo pedagogico, per esempio, non deve essere per l’appunto una scelta di genere. Dobbiamo incentivare la pedagogia del noi: non esistono argomenti esclusivamente per la cultura femminile o maschile. Il ruolo dell’Università è proprio quello di educare alle buone scelte, ecco, allora, che saper identificare le scelte giuste è già un passo in avanti».

Parole che hanno fatto da apripista all’intervento di Rossana Adele Rossi, coordinatrice del corso di Scienze dell’Educazione e pedagogiche dell’Unical . «Bisogna educare alla responsabilità, all’educazione per diventare non semplici comparse ma attori protagonisti delle proprie vite. La pedagogia, per come la pratichiamo, non si limita a divulgare sapere. Crea legami portando ad una società più giusta, la società della condivisione, proprio il contrario della cultura mafiosa che invece agisce nel silenzio. La pedagogia deve mettere al centro chi è più vulnerabile, fornendo sempre gli strumenti per riconoscere i modelli di sopraffazione e arroganza. Bisogna praticare l’ascolto e poi agire, in quanto, il cambiamento richiede lo sforzo di tutti».

IL CONTRASTO ALLA CULTURA MAFIOSA E L’APPELLO DEL PROCURATORE CURCIO

C’era molta attesa per l’intervento principale della giornata, quello di Salvatore Curcio, procuratore della Repubblica di Lamezia Terme. «Io dico sempre che mi occupo di miserie umane perché sono ben 36 anni che mi occupo di fatti di mafia e, ahimè, il più grande regalo che abbiamo fatto alle mafie è quello di esser convinti che il contrasto al sistema mafioso non è qualcosa che interessa tutti. Infatti, non bastano gli arresti a fermare l’illegalità, non è questa la soluzione alla problematica». Parole taglienti per risvegliare le coscienze appisolate.

«Per contrastare un nemico bisogna conoscerlo: la ‘ndrangheta è un fenomeno così diffuso in tutti i cinque continenti, che ha indotto tutti i sistemi mondiali a riconoscere la transnazionalità di alcune organizzazioni criminali, in primis la ‘ndrangheta. Oggi si bisbiglia, non si parla di ‘ndrangheta, un buco nero che non fa altro che alimentare la cultura mafiosa. Poi ogni tanto ci svegliamo e facciamo delle scandalose scoperte, come quella che, dal 2014, l’Unione europea, con apposito provvedimento legislativo, consenta a tutti i Paesi membri di conteggiare nel Pil alcune attività economiche illegali. In Italia, gli affari illeciti hanno portato un aumento del Pil del 2%, ecco, mi domando se sia possibile che un’istituzione da una parte contrasti il sistema mafioso e dall’altra calcoli gli interessi provenienti da esso come agente attivo del Pil nazionale».

Curcio conclude affermando che «Ogni estorsione è un atto di possesso del territorio, e la gente, soprattutto qui in Calabria, è stata generosa con le organizzazioni ‘ndranghetiste: si arriva così all’assuefazione totale. Il cambiamento è mosso dalla scelta decisa dei calabresi: scegliere da che parte stare senza compromessi perché la ‘ndrangheta si nutre del silenzio. Bisogna essere intimamente contro per essere veramente antimafia: cambiare la coscienza. Non è più tempo di tacere ma di agire». Al termine dei lavori, il magistrato ha avuto un cordiale incontro privato col rettore dell’Unical, Nicola Leone.

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