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Roma, 3 apr. (askanews) – L’aula della Camera ha respinto la mozione di sfiducia contro il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini.
I presenti erano 343, i votanti 340: i sì alla sfiducia sono stati 129, i no 211.
“Il Ministro Salvini non può rappresentare degnamente la Repubblica italiana ma, anzi, dimostra di non esercitare appieno le proprie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”, era la premessa della mozione firmata dai capigruppo di Azione (Matteo Richetti), del Pd (Chiara Braga), di M5s (Francesco Silvestri) e di Avs (Luana Zanella) ma anche dalla segretaria dem Elly Schlein e dal leader pentastellato Giuseppe Conte.
Tra le considerazioni che avevano portato i firmatari del documento a chiedere la sfiducia c’è il patto tra la Lega e il partito di Russia Unita: “Il 6 marzo 2017 Matteo Salvini – viene ricordato – firmava, in qualità di segretario federale del partito politico ‘Lega Nord’, carica poi confermata il 31 gennaio 2020 con riferimento al partito politico ‘Lega per Salvini Premier’, un accordo con Sergei Zheleznyak, vicesegretario generale del Consiglio per le relazioni internazionali del partito politico russo ‘Russia unita’, afferente al Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, il quale era già stato a capo del partito fino al 2012; tale accordo, sottoscritto a Mosca il 6 marzo 2017, aveva una durata pari a cinque anni e si è automaticamente rinnovato il 6 marzo 2022, successivamente, quindi, all’invasione russa dell’Ucraina”.
“Nonostante le recenti dichiarazioni dei componenti del partito del Ministro Salvini, tendenti a specificare come, nella realtà, l’accordo di collaborazione con il partito Russia Unita non sia mai stato concretamente implementato, a quanto risulta – come detto – il Ministro Salvini non ha mai agito formalmente al fine di interrompere il rapporto di collaborazione con l’entità politica del Presidente Vladimir Putin; nella sostanza, ad oltre due anni dall’inizio dell’illegale invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, il Governo della Repubblica Italiana è rappresentato da un Ministro e Vicepresidente del Consiglio dei ministri che non rinnega né i rapporti di collaborazione con il partito di Vladimir Putin né le sue dichiarazioni di elogio a Putin stesso”, concludevano i firmatari della mozione.
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