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Una vicenda complessa quella che riguarda lo sfratto del Banco Alimentare della Calabria, dalla sede storica di Montalto Uffugo


MONTALTO U.- Preoccupa e tanto la vicenda del Banco Alimentare della Calabria che ha sede, o almeno, aveva sede a Montalto Uffugo e che oggi si ritrova letteralmente in mezzo a una strada. Un epilogo che sta facendo discutere, non fosse altro perché riguarda, per come riferito dal Direttore Generale Gianni Romeo, quasi 150mila persone bisognose di tutta la regione.

La sede di Montalto Uffugo è quella centrale, di tutta la Calabria, è punto di riferimento di decine di enti di volontariato di tutta la provincia di Cosenza che operano sui diversi territori per conferire alle famiglie meno abbienti prodotti e alimenti.

BANCO ALIMENTARE, RIFERIMENTO PER OLTRE 150MILA PERSONE IN CALABRIA

Con il fallimento dell’ex Consorzio Mercatale, l’area è stata messa all’asta ed oggi ha una nuova proprietà con la quale, è emerso, il Banco Alimentare, anche per l’intervento del Comune di Montalto Uffugo, ha avuto sin da subito delle interlocuzioni che però, non sono sfociate in un accordo. La vicenda però era abbastanza conosciuta anche in Regione, difatti nel 2022, dal sindaco di Montalto Pietro Caracciolo partì una proposta indirizzata proprio alla Regione Calabria, di rilevare tutta l’area ex Comac per realizzarne un’area fieristica che dalla dismissione delle cupole geodetiche di Cosenza, manca in tutta l’area urbana. Un appello quello di Caracciolo a cui seguì un incontro in Regione ma che morì lì. Un’area così vasta come quella dell’ex Comac, non avrebbe avuto alcun problema ad ospitare il Banco Alimentare, rimanendo nella sfera del pubblico evitando il passaggio a privati. Tuttavia, nulla si fece, e l’area andò all’asta. Il resto è storia di oggi ed è una storia che tocca gli animi dei più deboli.

L’APPELLO DI MONSIGNOR CHECCHINATO

Ecco perché all’appello di Romeo è seguito nella giornata di domenica, quello del vescovo di Cosenza, Giovanni Checchinato, il quale si è rivolto alle «istituzioni comunali e sovracomunali». Per il prelato, «non si tratta di operare miracoli ma di fare ciascuno la propria parte». E questo impegno lo stanno aspettando i lavoratori del Banco Alimentare che sono 15 in tutta la regione, a cui aggiungere ben 54 volontari, nonché le 150mila persone che beneficiarie. Intanto proliferano le reazioni. Il sindaco di Montalto Uffugo, Biagio Faragalli, ha rivelato che l’amministrazione da lui guidata si è subito interessata della vicenda. «Il 20 novembre del 2024 la nuova proprietà è entrata in possesso dell’area ex Comac. Da quel momento ma anche precedentemente avevamo avuto una serie di interlocuzioni con la proprietà e il Banco Alimentare. Avevamo trovato un accordo sulla base di una somma che veniva erogata dal banco alimentare al 50% e l’altra parte l’avrebbe messa il Comune di Montalto Uffugo come compensazione IMU, facendo una convenzione che potesse garantire tutti i vincoli normativi».
In quel momento, ha assicurato il sindaco, «l’accordo era chiuso. Poi invece – ha raccontato Faragalli – il Banco Alimentare non ha voluto portare avanti questa trattativa ed rimasto lì senza una normale autorizzazione. Giustamente, la proprietà ha detto al Banco Alimentare di andarsene».
Ma c’è di più. «La proprietà aveva dato altre soluzioni all’interno dell’area – spiega il sindaco -, facendo anche dei lavori a proprie spese ma il Banco non ha voluto accettare questa proposta. Le soluzioni ipotizzate erano più di cinque ma nessuna di queste è stata presa in considerazione – ha confermato la proprietà -, tant’è vero che noi ogni volta attendevamo risposte ma abbiamo avuto solo il silenzio». L’amministrazione comunale le avrebbe tentate tutte pur di trattenere l’associazione a Montalto Uffugo. «Abbiamo messo a disposizione l’area ex Fincalabra» – dice Faragalli. Un’area però non utilizzabile per Romeo «perché – spiega – manca di autorizzazioni, non è un’area pianeggiante ed inoltre è presente una scuola».

LA SOLUZIONE PROPOSTA DAL SINDACO DI MONTALTO U., BIAGIO FARAGALLI


Il sindaco non si è fermato ed ha cercato altre soluzioni. «Insieme alla consigliera comunale delegata al welfare, Vincenzina Calomino, abbiamo visionato diversi capannoni ricadenti su Montalto, ma anche questi non sono risultati idonei. Il Banco doveva trasferirsi entro il 31 gennaio – precisa Faragalli – ma su mio intervento ha avuto una deroga fino al 28 febbraio. Si trasferirà nella zona industriale tra Rende e Montalto Uffugo e vi rimarrà fino a giugno». Ma ecco arrivare il colpo di scena. «Il Banco – spiega il sindaco – aveva già chiuso un accordo con la sede della Gazzetta del Sud a cavallo fra le aree industriali di Rende e Montalto per ospitare il Banco da giugno in poi. A Montalto Uffugo rimarrà una sede operativa del Banco Alimentare all’interno degli spazi dell’incubatore ex Fincalabra. Messi a disposizione del Comune di Montalto per fare lo smistamento delle derrate alimentari». Sulla nuova sede Romeo ha sottolineato che «che non può essere confinata in periferia. La UE, peraltro, ci chiede di fornire altri servizi».

BANCO ALIMENTARE, UNA SITUAZIONE INGARBUGLIATA

Una situazione ingarbugliata, su cui la nuova proprietà tiene a precisare: «Il Banco Alimentare ha ricevuto da marzo 2024 l’indicazione che avrebbe dovuto lasciare l’immobile. Noi abbiamo sempre offerto massima disponibilità e di certo, non c’è stato sfratto, perché il contratto era già scaduto. Inoltre abbiamo partecipato a tutti gli incontri, c’è stata una corrispondenza scritta con svariate proposte, formalmente indicate anche al Comune. Ci siamo onerati proponendo una struttura nuova costruita da noi. Sono state cinque le proposte di fronte alle quali c’è stato solo il silenzio, tant’è vero che ci siamo sempre chiesti come mai non c’è stata alcuna risposta». Proprietà che ha sollevato anche altre problematiche. «Il Banco Alimentare aveva contratti antecedenti al nostro ingresso per una superficie minore a quella che in realtà l’esigenza richiedeva, un nuovo dato emerso durante la trattativa utilizzato per la formulazione delle proposte».
Intanto, al di là degli aspetti tecnici e delle ragioni di ogni protagonista della vicenda, è indispensabile che le attività del Banco Alimentare tornino al più presto a regime, in una regione come la nostra, sempre drammaticamente la più povera d’Europa.

L’INTERVENTO DEL CONSIGLIERE REGIONALE DEL PD, RAFFAELE MAMMOLITI


Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti.
«E se è encomiabile l’attività caritatevole di volontari e associazioni varie che devono essere messe nelle condizioni di potere operare, bisogna denunciare, ancora una volta, l’assenza della Regione nell’affrontare questa problematica considerato che la nostra regione è la più povera d’Europa».
E il leader di Diritti Civili, Franco Corbelli lancia un appello affinché «venga assolutamente scongiurata la chiusura, anche solo temporanea, di questa fondamentale struttura di solidarietà. Salvare il Banco Alimentare della Calabria è dovere di tutte le autorità istituzionali ai vari livelli , della politica e della stessa società civile della nostra regione».

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