Nicolino Grande Aracri
1 minuto per la letturaCUTRO (KR) – Diventa definitiva la pena di 30 anni di reclusione per il boss di Cutro Nicolino Grande Aracri, condannato anche in Cassazione a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Rosario Ruggiero commesso nel giugno ’92.
Viene annullata con rinvio l’assoluzione per il coimputato Giuseppe Grano, di Mesoraca. È la decisione della Suprema Corte nel filone processuale relativo ai fatti di sangue scaturito dall’inchiesta che nell’ottobre 2012 portò all’operazione Filottete, con cui i carabinieri e la Dda colpirono la cosca Comberiati di Petilia Policastro.
Resta definitivo l’ergastolo per Vincenzo e Pietro Comberiati per gli omicidi di Mario e Romano Scalise essendo stato respinto il ricorso per la rideterminazione della pena a 30 anni. Grande Aracri e Antonio Valerio, il pentito che ha dilagato nel processo Aemilia, erano considerati i mandanti ma il secondo è stato assolto anche in Appello e non compariva in Cassazione non essendo stata impugnata la sua posizione. Secondo l’accusa, Grande Aracri avrebbe fornito tre pistole ai killer.
Grano avrebbe guidato l’auto Fiat “Croma” su cui era il commando. Angelo Greco (per cui si procede a parte) di San Mauro Marchesato e Sergio Iazzolino di Sersale (morto successivamente in un altro agguato), ritenuti componenti del gruppo di fuoco, armati di pistole, spararono alla vittima raggiungendola in più parti del corpo. Ruggiero morì in ospedale a Crotone.
Il pentito Salvatore Cortese avrebbe contraffatto l’auto del commando, rubata a Legnano, alterando il telaio ed apponendo una targa di cartone. Cortese avrebbe recuperato i killer ospitati in un’abitazione. Nel processo col rito abbreviato, che però viaggia meno speditamente, in primo grado la Dda di Catanzaro ha chiesto la scorsa settimana 30 anni per Greco e 8 anni e mezzo per Cortese. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Sergio Rotundo, Mario Saporito, Salvatore Staiano, Gregorio Viscomi. (a. a.)
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