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Api selvatiche e altri impollinatori in città, cruciali per la biodiversità e l’agricoltura, trovano rifugio nelle aree verdi urbane. Prati fioriti in città favoriscono la loro sopravvivenza.


Gli organismi pronubi forniscono un servizio ecosistemico fondamentale nel promuovere la biodiversità favorendo la riproduzione di oltre l’80% della flora naturale esistente, erbacea, arbustiva e arborea, oltre a garantire la sicurezza alimentare derivante dalla produzione di molte colture agricole. Tra gli organismi pronubi gli apoidei selvatici (Hymenoptera, Apoidea, Apiformes), quelli allevati come l’ape domestica (Apis mellifera) e i bombi (Bombus) costituiscono il gruppo tassonomico di gran lunga più importante in quanto obbligati alla raccolta di polline per nutrire le larve e dunque per la conservazione della specie: in tal modo contribuiscono in maniera decisiva alla riproduzione delle piante.

Circa la metà delle specie di api selvatiche europee sono state segnalate nel nostro Paese rendendolo così un “hotspot” di biodiversità per questo fondamentale gruppo d’insetti. La scienza ci dice che sarebbero problemi seri se non ci fossero tutti questi Imenotteri preziosi, api mellifere comprese, naturalmente, ma sappiamo anche che nei primi anni 2000 vi fu un generale spopolamento degli alveari, un fenomeno oggetto di diversi studi, ipotizzando che fosse causato dall’uso di alcuni biocidi, o virus, funghi parassiti, dal cambiamento climatico, o anche, più semplicemente, da scarsità di foraggio floreale disponibile per le api.

LA SFIDA DELL’URBANIZZAZIONE

L’urbanizzazione, invero, è uno dei fenomeni globali responsabili di processi negativi negli ecosistemi naturali, primi fra i quali il degrado, la perdita di habitat e la frammentazione. Negli ultimi anni sono stati condotti molti studi sugli insetti impollinatori, ma esistevano pochi dati e quindi una conoscenza incompleta sulle faune di api selvatiche in ambienti strettamente urbani. La buona notizia è che gli spazi verdi urbani oggi possono fornire un ambiente utile anche per le specie “in affanno” o addirittura minacciate. Un recente studio, infatti, sulla microfauna ad api selvatiche nella Roma Capitale ha rilevato che tale comunità è stata molto avvantaggiata dalla combinazione di elementi naturali (o seminaturali) nella matrice urbana al punto che sono state rinvenute ben 208 specie di api selvatiche su un totale di 944 specie esistenti nel nostro Paese.

Alla fine di queste ricerche si è constatato che questi insetti pronubi non si sono affatto ridotti in termini di ricchezza di specie tra il 1997 e il 2022, tutto merito delle aree verdi distribuite all’interno ma anche ai margini della città, occorrendo comunque l’adozione di corrette strategie di gestione e pianificazione del verde e delle fioriture. In tutte le nostre città zone a fiori selvatici possono rappresentare un buon sostituto di grandi prati naturali che si trovano solitamente in campagna, e questo non vale solo per le api ma anche per altri importanti pronubi, le farfalle e i sirfidi, impollinatori oggi in declino e di conseguenza oggetto di diversi progetti di rigenerazione a livello europeo.

LA SORPRENDENTE RICERCA: COME LE AREE VERDI URBANE POSSONO SALVARE LE API IN CITTÀ

In particolare, i ricercatori dell’Università di Varsavia confermano che le macchie di fiori al centro o in periferia delle città possono persino compensare la carenza o la mancanza di prati fioriti che si trovano solitamente in campagna. Evitando di falciare ossessivamente i fiori spontanei in primavera – inizio estate, ma seminando o anche piantando piante fiorifere, come ad es. vitex agnus castus, buddleje, labiate varie, lantane, ecc. nelle nostre città, possiamo “alleviare” l’ambiente ostile dello spazio urbano per la microfauna selvatica, hanno accertato i ricercatori. Un’altra cosa: solo il numero di farfalle era doppio nei prati naturali rispetto a quelli fioriti urbani, ma quel che più conta la diversità delle specie era la stessa, invece non sono state notate differenze per api selvatiche e sirfidi. Lo studio conclude che sostituire aree verdi falciate con prati fioriti nei nostri paesi e città non sia utile solo al “paesaggio” ma serve a mantenere e soprattutto ad incrementare la biodiversità, cosa a cui con i tempi che corrono bisogna metter mano, ritengo anche alla svelta!

*Valentino Valentini, presidente del CO.RI.TA. (Comitato Rimboschimento Taranto), direttore del Museo Laboratorio della Fauna Minore del Parco Nazionale del Pollino


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