Il presidente Giuseppe Conte
4 minuti per la letturadi GIUSEPPE CONTE
Gentile Direttore, ho letto con attenzione la lettera aperta che mi ha indirizzato sulle pagine del suo giornale (LEGGI), sempre solerte nel pungolare con spirito costruttivo l’azione del Governo, ancor più in questa fase di piena emergenza.
La comunità nazionale sta affrontando senza alcun dubbio la prova più dura dal secondo Dopoguerra. Gli italiani ancora una volta stanno dimostrando un grande senso di responsabilità, di comunità e di solidarietà. Anche il nostro ‘sistema Paese’ sta facendo sforzi straordinari per essere all’altezza di questa difficile sfida. Ministeri, Regioni, enti locali, agenzie statali, parti sociali, istituti di credito tutti stanno dando il massimo per fare bene e presto, per dare risposte il più possibile tempestive e soddisfacenti a chi ha difficoltà a fare la spesa, alle famiglie, ai lavoratori rimasti senza stipendio, agli imprenditori che sono stati costretti a sospendere la propria attività, ai commercianti, alle partite Iva.
E tutto questo tenendo conto delle potenzialità del nostro sistema, ma anche di tutti i limiti attuali che ben conosciamo. Oggi più che mai, infatti, tocchiamo con mano le mancate o parziali riforme degli anni passati, che ci costringono ancora adesso a fare i conti con procedimenti amministrativi lunghi e farraginosi, con una burocrazia asfissiante che da decenni continua a essere un freno per la competitività del nostro sistema produttivo e che in questa fase di emergenza ci impedisce di andare più veloci.
Ieri sera ho presentato il piano della cosiddetta ‘Fase 2’ (LEGGI), quella della convivenza con il virus e dei primi allentamenti delle misure restrittive, con riaperture graduali e sostenibili a partire dal 4 maggio su tutto il territorio nazionale (SCOPRI I DETTAGLI). E nei prossimi giorni approveremo in Consiglio dei ministri il nuovo decreto legge con le ulteriori e straordinarie misure economiche di sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese. Lo dico chiaramente, senza fraintendimenti: faremo di tutto per non lasciare indietro nessuno, per dare ristoro e sostegno a tutti e far arrivare alle imprese nel più breve tempo possibile tutta la liquidità necessaria.
Questo è il dovere del Governo in questa fase: accompagnare il Paese fuori da queste sabbie mobili.
Ma non possiamo certo limitarci al presente, commetteremo un errore imperdonabile. Perché il mondo, dopo il Covid-19, è destinato a cambiare. E il nostro Paese dovrà farsi trovare pronto. Dobbiamo già pensare all’Italia che sarà, e tradurre in concreto la nostra visione del futuro.
Questa deve infatti essere l’occasione per l’Italia per superare le proprie lacune strutturali, per scrollarsi di dosso tutti quei luoghi comuni che ancora oggi persistono in vari paesi europei, e inaugurare finalmente una vera stagione riformatrice. Lo Stato dovrà affrancarsi da tutte quelle briglie, da quei lacci e incrostazioni che hanno sempre rallentato la crescita e il pieno sviluppo della nostra economia, con inevitabili ripercussioni sui livelli occupazionali.
Questo è il momento del rilancio.
Il mio impegno è far sì che da questa emergenza esca dunque un’Italia migliore, più semplice, più digitale, più innovativa e più inclusiva.
Non possiamo chiedere all’Europa di essere all’altezza di questa sfida se non lo saremo noi stessi. Le Istituzioni europee, grazie anche alla forza delle ragioni del Governo italiano, hanno preso consapevolezza della portata di questa emergenza e come mai in passato stanno avviando uno straordinario piano di sostegno agli Stati membri.
Dopo però toccherà a noi. Per questo ci metteremo subito al lavoro per la fase successiva, la fase 3. La semplificazione amministrativa, la deburocratizzazione e la digitalizzazione del Paese saranno le nostre priorità, per accelerare gli investimenti pubblici e privati, per sbloccare i cantieri, per valorizzare il nostro patrimonio pubblico, per potenziare il nostro sistema sanitario, il sistema scolastico e universitario, la ricerca.
Avvieremo una riforma dello Stato ispirata alla coesione e all’unificazione del Paese, tanto sulle infrastrutture materiali che immateriali.
E tra queste rientreranno senza dubbio la riforma del diritto amministrativo e della giustizia civile, con cui vogliamo lanciare un messaggio chiaro anche a tutti gli investitori: l’Italia è un Paese serio e affidabile.
Un Paese che sa spendere bene e velocemente le proprie risorse, virtuoso ed efficiente. È una sfida che chiama in causa tutti, non solo il Presidente del Consiglio e il Governo, ma tutti gli italiani e tutte le energie migliori del Paese. Ognuno deve fare la propria parte. Ciascuno secondo le proprie capacità e competenze, ciascuno con il proprio lavoro e nel proprio ruolo. Insieme ce la faremo.
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