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Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri (LaPresse/Filippo Attili)

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Il ministro della Complicazione Gualtieri non si rende conto che il “decreto illiquidità” è stato un fallimento totale e mette il sigillo politico alla macchina burocratica e bancaria che continua a togliere il terreno sotto i piedi alle imprese che lo Stato ha chiuso e non vuole risarcire. E c’è tempo anche per spartirsi seggiole e poltroncine. Imbarazzante


Non hanno capito niente e continuano a non capire. Perché se avessero anche una vaga idea di quello che si prepara non ci dormirebbero la notte. La bomba sociale che hanno innescato con dinamite normativa pura fabbricata con le loro mani al ministero dell’Economia la si vede oggi a occhio nudo dentro le mura di casa degli italiani. Tra qualche settimana la si potrà toccare fisicamente in fabbrica, nelle campagne e nelle strade. Non osiamo neppure pensare che cosa potrà succedere in autunno se la macchina amministrativa pubblica continuerà a avere campo libero con un ministro come Gualtieri che ha perso il bandolo della matassa e non si rende minimamente conto che ogni ora che passa in questo limbo vergognoso aumenta il numero di morti potenziali e reali di fame e da debiti.

Invece di dipanare i nodi intricatissimi partoriti dalle menti perverse di via XX Settembre di Sace, Invitalia, Cdp, Confidi e burocrazie bancarie che marciano aggrovigliati come falangi armate per togliere il terreno sotto i piedi a quelle imprese che lo Stato ha chiuso e non vuole risarcire, continuano a spartirsi poltrone con un bilancino da manuale Cencelli che fa impallidire le nomenclature (mediamente sempre più competenti) della Prima Repubblica. Resuscitano senza pudori vecchi arnesi della politica decaduta e piazzano privi del benché minimo ritegno e senza alcun titolo amici degli amici ovunque si possa spartire qualche seggiola o poltroncina.

Ministro Gualtieri, siccome siamo stati i primi a dirglielo quando tutta la stampa cosiddetta di qualità la incensava colpevolmente, vogliamo essere chiarissimi e a prova di scemo: Lei, non altri, ha sbagliato tutto. Lei, più di ogni altro, ha la responsabilità politica di un disastro senza precedenti per cui annuncia di tirare fuori 50 e passa miliardi e tutti, proprio tutti, sindaci di centrosinistra, operatori turistici, costruttori, piccoli imprenditori, professionisti, se la vogliono mangiare vivo. Come mai succede ciò? Riesce almeno a chiedersi che cosa è accaduto per bruciare un capitale di fiducia così importante? Ricorda, a sua memoria, un provvedimento tanto criticato prima ancora di essere conosciuto nel suo testo finale? I quattro gatti di via XX Settembre – a cui in imperdonabile arrogante solitudine sempre Lei ha affidato il destino di sessanta milioni di persone mettendo le basi codicillo dopo codicillo, di perversione normativa in perversione normativa, perché l’Italia intera esca dal novero dei Paesi industrializzati – perseverano ovviamente nella gravità degli errori commessi fin dal primo momento con il Suo autorevole sigillo politico.

Il Presidente del Consiglio Conte ha chiesto scusa, Lei ministro no, anzi difende nei fatti chi non fa arrivare la Cassa in deroga, chi affida a personaggi imbarazzanti come Latini (Sace) la gestione di aiuti che nessuno riceve, per cui si passa da tre a sette erogazioni nel Paese popolato da milioni di piccole imprese. Ridicolo! Aggravate indomiti le vostre responsabilità con la solita consueta arroganza che vi impedisce di capire che oggi non domani le stazioni appaltanti devono potere dare il 30 e non il 20% di acconto a chi ha vinto le gare perché i cantieri riaprano e si salvi il salvabile.

Se lei ministro benemerito della Complicazione non si rende conto che il “decreto illiquidità” con cui avreste dovuto risarcire lavoratori e imprese che voi avete messo in braghe di tela chiudendone le attività è stato un fallimento totale di cui si deve assumere la piena responsabilità cambiando conseguentemente strada, noi non ci possiamo fare proprio niente. Se lei e chi guida la macchina amministrativa pubblica continuate a giocare con i crediti di imposta su una base imponibile che, per colpa dei vostri ritardi in materia di liquidità e di risarcimenti a fondo perduto dovuti che nessuno ha visto, non ci sarà mai più, allora è proprio sicuro che la bomba sociale italiana deflagrerà con una forza d’urto tale da condannare l’Italia alla povertà per almeno due generazioni e l’Europa a un’implosione dove il default monetario sarà superato fragorosamente da quello economico e da quello sociale. Siete riusciti a fare male una cosa alla volta e, ciò che è più grave, non ve ne rendete conto.

Proprio come quando l’Italia rischiava la bancarotta per colpe esclusivamente sue – l’euro alibi dei sovranisti neppure esisteva – la Prima Repubblica cadde rovinosamente perché si continuava a lottizzare e smarchettare come se nulla fosse. Oggi la situazione è infinitamente più grave di allora e la bomba sociale che cova sotto le ceneri della Pandemia globale obbliga tutti a cambiare testa e metodi perché non si può decidere domani quello che serve oggi. Proprio quello che non sta accadendo con una ostinazione ottusa francamente inimmaginabile. Anche l’Europa, a modo suo, sta cambiando passo. Forse non lo sa, ministro Gualtieri, ma senza una regia della politica economica che almeno sburocratizzi Stato e Regioni non abbiamo nessuna possibilità di salvarci. Lei può anche continuare a fare finta di niente e credere che con un mega finanziamento alla mega grande azienda di turno, come si faceva una volta, mentre i piccoli si arrangiavano, una pioggia di mance elettorali e poltroncine regalate agli amici degli amici, tutto si aggiusta. Si sbaglia, non è più così. Sbagliava moltissimo chi lo ha preceduto. Purtroppo, per noi, però, oggi il suo errore lo paghiamo tutti. Purtroppo, per lei, tutti capiscono chi ha commesso l’errore. Non sappiamo se c’è ancora tempo per porre rimedio all’errore ripetuto. Sappiamo che dipende da lei e sappiamo che riconoscerlo aiuterebbe. Anche fuori tempo massimo.


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