X
<
>

I Kalush Orchestra dopo la vittoria

Share
3 minuti per la lettura

TORINO – Da Torino arriva un messaggio forte di solidarietà e pace che va oltre la musica e la competizione. L’Ucraina vince la 66/a edizione dell’Eurovision Song Contest, con i Kalush Orchestra che si impongono scalando la classifica grazie al voto del pubblico con “Stefania”, brano dedicato alla figura della madre che con lo scoppio della guerra ha assunto un significato ancora più profondo. Una vittoria che ha inorgoglito anche Volodymyr Zelensky che sui social ha fatto i complimenti ai suoi connazionali.

Il post di Zelensky sull’Eurovision

Seconda piazza per la Gran Bretagna, che guidava la classifica dopo le preferenze della giuria, e terzo posto per la Spagna. Blanco e Mahmood, che rappresentavano l’Italia con “Brividi”, chiudono al sesto posto.

Nella serata in cui musica e politica si fondono – tanto che il gruppo guidato dal frontman Oleh Psiuk è stato a rischio squalifica per un messaggio di sostegno al paese espresso dal leader dopo l’esibizione in finale – Laura Pausini e Mika svestono i panni di conduttori e incantano Torino con le loro esibizioni da solisti, prima che la stessa star di Faenza si assenti, proprio nel momento clou delle votazioni, per un calo di pressione. Non scaldano il cuore invece gli ospiti più attesi della serata, i Maneskin, complice le condizioni fisiche precarie di Damiano e una comparsata troppo breve.

Le 25 canzoni in gara in finale scorrono via veloce, come di consueto, in poco più di due ore in cui si balla, canta e ci si emoziona. Dall’entusiasmo per il ritmo dei pezzi di Norvegia (Subwoolfer) e Moldavia (Zdob si Zdub & Advahov Brothers), alle orecchiabili “Snap” dell’armena Rosa Linn fino a “In Corpore Sano” della serba Konstrakta.

L’attesa in questa serata finale però era tutta per i Big5 (Italia, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia) e, in particolare, per Mahmood e Blanco, che si esibiscono per la prima volta da inizio competizione con la loro “Brividi”. Mahmood, look total black, entra sul palco per primo, Blanco fa il suo ingresso poco dopo – completo bianco e ricami argento – salendo sul pianoforte al centro. Un’esibizione che scalda il pubblico del palazzetto.

Dopo i 25 finalisti la competizione prosegue con lo show dei Maneskin, che non ripaga le attese un po’ per la breve durata (il nuovo singolo Supermodel e l’omaggio a Elvis con “If I can dream” scivolano via in un baleno) un po’ per la scarsa mobilità di Damiano, alle prese con i postumi della storta che si è procurato qualche giorno fa a Londra durante le riprese del video del nuovo brano e visibilmente sofferente.

A dare nuove vibrazioni al pubblico del Pala Alpitour ci pensa così Gigliola Cinquetti, sempre elegante con la sua intramontabile “Non ho l’età”, primo pezzo italiano a vincere l’Eurovision quasi 60 anni fa, nel 1964 e, soprattutto, l’esibizione dello scatenato Mika, che intona i suoi grandi successi e il nuovo singolo “Yo Yo”. Una carrellata di emozioni per permettere di registrare i voti, nonostante i timori per un possibile attacco hacker da parte di “Killnet”, che aveva già mandato in tilt il sito del Senato. Voti che alla fine finiscono per premiare l’Ucraina e la Kalush Orchestra.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE