Pino Nazio e Donatella Raffai
3 minuti per la letturadi PINO NAZIO*
DONATELLA Raffai ci ha lasciato. Stavolta per davvero. Per anni il suo allontanamento volontario dalla tv e dai rotocalchi è stato scambiato per la sua morte, per anni si è detto che avesse lasciato “Chi l’ha visto?” -all’apice di un successo senza precedenti- perché doveva sottoporsi a un delicato intervento chirurgico.
Per anni le leggende metropolitane sul suo nome si si sono inseguite, per anni le fake-news sulla Raffai hanno tenuto banco. Tutto questo perché lo star system della Penisola non tollera chi si chiama fuori, chi non vuole finire – li dici con rispettosa ironia – tra famosi sfigati o bolliti raccomandati.
Invece la Raffai, data per morta per decenni, era viva, invece che un intervento chirurgico a farle lasciare il programma di maggior successo della Tv della realtà è stata la voglia di togliersi di dosso una etichetta diventata ingombrante. Tv della realtà made in Guglielmi, il direttore con cui amava disquisire sulle straordinarie potenzialità della televisione. “Quando passo per strada quelli che non ricordano il mio nome mi chiamano ‘Chi l’ha visto?’”, mi diceva con disappunto.
Il successo era diventato un peso, mettere milioni di persone davanti a Rai3 era un fardello diventato troppo ingombrante. Di qui la decisione di lasciare, di provare a confermare le proprie doti anche sotto un titolo diverso.
Ero in vacanza in barca quando mi chiamò per dirmi che sarebbe passata alla Fininvest con un altro programma, mi chiese se avessi voluto seguirla. Io mi ero sempre trovato bene con lei, con quel carattere burbero solo all’apparenza, risposi di sì. Era una donna piena di umanità che la voce roca e il piglio deciso finivano per nascondere. Ogni volta che gli presentavi un caso la solita domanda: “Ma c’è ciccia?”. Poi, se decideva di farlo, ti seguiva anche di notte e nei festivi. Potevi chiamarla a qualsiasi ora per raccontargli gli sviluppi di una scomparsa, per confidargli un dubbio su un delitto che non era mai scortese: era sempre pronta all’ascolto e al confronto. Una rarità che avrei apprezzato solo in seguito lavorando con altri conduttori meno qualificati e molto più egocentrici.
Beninteso, Donatella non disdegnava il successo, non disprezzava sentirsi al centro della scena, ma lo faceva con la dote naturale di chi sa di bucare lo schermo, che ha una voce inconfondibile come un marchio di fabbrica irriproducibile. Sempre pronta a polemizzare con l’autore che le concedeva nel copione poco spazio. “E che faccio il vigile che dirige il traffico?”, diceva lui, rivendicando dei lanci più lunghi.
Non aveva la precisione metodica di Giovanna Milella, nemmeno la passione travolgente di Marcella De Palma, neppure la navigata recitazione di Daniela Poggi o la diligente indagine di Federica Sciarelli, Donatella Raffai era semplicemente lei. Era personaggio che non aveva bisogno di sgomitare, che non aveva bisogno di decenni per essere ricordata. Pur in poche edizioni, lontane ormai un quarto di secolo, la Raffai viene ancora ricordata dal pubblico di “Chi l’ha visto?”, come una Monica Vitti del piccolo schermo. Era una diva non diva, in un’epoca in la Tv non era certo favorevole alle donne, soprattutto in ruoli impegnati e non di spettacolo.
Aveva dei lati umani inaspettati, orgogliosa di farti assaggiare una prelibata pietanza fatta con gli avanzi del giorno prima o di invitarti a casa per un pokerino in cui – al massimo – si vinceva l’equivalente di una pizza con birra. Nelle rarissime occasioni in cui ci siamo rivisti dopo il suo abbandono era stata sempre affettuosa e cordiale. Adesso che non c’è più posso solo abbracciare quel ragazzino che quando la madre non poteva lasciarlo solo, lo trascinava con se in redazione. E lui spesso si infilava nella saletta dove io montavo i servizi. Forse perché mi sentiva ragazzino come lui, forse perché ci piaceva ridere e scherzare come dei collegiali.
Oggi che non avrà voglia di ridere sono sicuro che gli saranno d’aiuto due inconfondibili qualità della mamma, un sorriso sempre pronto e una profonda ironia. Ciao Donatella, che la terra ti sia lieve.
*collega e amico di Donatella Raffai
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