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Il dietrofront di Vincenzo De Luca dopo la nomina alla Zes di Giosy Romano, considerato vicino al presidente della Regione Campania


Questo giornale ha pubblicato, il 20 settembre scorso, un articolo che annunciava la decisione della Giunta regionale della Campania di dare mandato all’Avvocatura di verificare le condizioni per ricorrere presso la Corte costituzionale avverso alla decisione del governo Meloni di istituire la Zona economica speciale unica per l’intero Mezzogiorno.
Nel frattempo, le caratteristiche della decisione originaria assunta dalla Regione Campania di andare a testa bassa contro il provvedimento della Zes unica  sono state in parte modificate,  in corso d’opera.

I TATTICISMI DI DE LUCA SULLA ZES

Per questo vale la pena  ripercorrere tutti i passaggi di una storia, che in qualche modo conferma ancora una volta  i tatticismi esasperati del presidente Vincenzo De Luca. Un politico abilissimo a ricercare sempre la massimizzazione della sua utilità nella gestione del potere.
Questa storia comincia con la delibera di Giunta regionale n° 12 del 10 gennaio 2024, con cui  è stato disposto di proporre ricorso innanzi alla Consulta per la declaratoria di illegittimità costituzionale del decreto-legge 19 settembre 2023, n° 124, recante “Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione”, convertito dalla legge 13 novembre 2023, n° 162.
In buona sostanza, la posizione della Regione era quella di portare un attacco ad alzo zero alla modifica di impianto proposta e poi incardinata per legge dal ministro Raffaele Fitto, che ha deciso di passare dalle otto Zes originarie, basate sulla centralità dei principali porti del Mezzogiorno, alla Zes Unica, valida per l’intero territorio meridionale, con una governance centralizzata che ha sottratto i poteri  alle Regioni.

LE TAPPE DELLA VICENDA

Insomma, mentre per le Regioni del Nord si è affermata la strada dell’autonomia differenziata, con un ampio catalogo di materie che potranno essere gestite in competenza esclusiva, le Regioni meridionali per la Zes Unica sono sottoposte a una struttura centralizzata, oltretutto per il principale strumento di politica economica che è stato messo in campo negli ultimi anni.
In attuazione dell’originaria delibera di Giunta regionale, in data 15 gennaio 2024 l’Avvocatura regionale ha notificato alla presidenza del Consiglio dei ministri ricorso ex articolo 127, secondo comma, della Costituzione, incardinato al registro ricorsi della Corte costituzionale n° 2/2024. Di conseguenza, si è costituita in giudizio la presidenza del Consiglio dei ministri, chiedendo il rigetto del ricorso. Con avviso in data 29 maggio 2024, hanno comunicato alle parti la fissazione della discussione del giudizio per il 25 settembre 2024.

LE DIMISSIONI DI CAPONETTO

Raffaele Fitto, al momento del ricorso alla Corte da parte della Campania, aveva appena scelto il vertice amministrativo della Zes Unica. In piena zona Cesarini era stato nominato alla fine del 2023 Antonio Caponetto. Consigliere di Stato, 58 anni, siciliano originario di Catania, Caponetto, dal 2020 – dall’epoca del governo Conte – responsabile dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità presso Palazzo Chigi, in passato aveva ricoperto anche l’incarico di direttore generale dell’Agenzia di coesione territoriale.
In un colpo di scena inatteso, ad agosto 2024 Antonio Caponetto ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di coordinatore della Struttura di missione della presidenza del Consiglio per la Zona economica speciale (Zes) unica del Mezzogiorno.

Le dimissioni, formalizzate con decorrenza 5 agosto, hanno scosso l’ambiente politico e amministrativo, soprattutto perché Caponetto era stato uno dei principali artefici della stesura del Piano strategico della Zes unica.

GIOSY ROMANO UOMO DI FIDUCIA DI DE LUCA ALLA GUIDA DELLA ZES

La scelta per il successore  è caduta su Giosy Romano, uomo di fiducia del presidente della Regione Campania, in precedenza coordinatore della Zes campana e calabra, e anche presidente di una delle aree di sviluppo industriale della Campania. Il nuovo coordinatore della Zes unica è un avvocato amministrativista, presidente del Consorzio per l’Area di sviluppo industriale della provincia di Napoli e presidente della Cise, Confederazione italiana per lo sviluppo economico. Dal 2013 al 2018 è stato sindaco di Brusciano, in provincia di Napoli, e per un periodo anche presidente regionale dell’Anci.

A partire dal 12 settembre 2024, con nomina del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, Giosy Romano è anche presidente di Fincalabra, il braccio operativo della Regione per attuare le politiche di sviluppo economico e per sostenere il sistema produttivo delle piccole e medie imprese.
Durante la sua brillante carriera, Giosy Romano ha appreso l’indispensabile arte del saltare da una liana all’altra tra le coalizioni e i partiti di maggioranza e di opposizione, in un gioco di alternanze che lo ho ha visto sempre militare dalla parte dello schieramento in quel momento maggioritario.

POSSIBILI NUOVE SORPRESE

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha subito colto la novità della scelta effettuata e si è augurato che la nomina, anche grazie all’esperienza di Romano,  consenta di superare per quanto possibile forme di burocratizzazione centralistica e accelerare gli investimenti. «Restano in piedi le incognite – dice De Luca – relative alla quantità di risorse utilizzabili, alle disponibilità complessive per il credito d’imposta e alla cumulabilità dei diversi incentivi delle imprese che investono nel Sud. È da auspicare che l’esperienza accumulata nella gestione della Zes Campania e la professionalità qui possa consentire in ogni caso una accelerazione dei processi di investimento nell’ambito dei programmi di sviluppo decisi dalle Regioni».

ZES, DIETROFRONT DEL GOVERNATORE VINCENZO DE LUCA

Lo scenario nuovo, determinato dalla nomina di un vertice amministrativo amico per la Zes Unica, ha dunque parzialmente modificato la valutazione di  De Luca. Con questa nomina si è determinata una modifica sostanziale del giudizio pendente innanzi alla Corte costituzionale.
Con lettera del 4 settembre 2024, il presidente della Giunta regionale della Campania ha comunicato all’Avvocatura Regionale -«per senso di responsabilità, connesso all’interesse pubblico alla ripresa delle attività funzionali al supporto dei comparti produttivi interessati, già pregiudicati dal blocco delle attività della Zes della Campania conseguente all’introduzione delle nuove norme» –  l’intendimento di formalizzare rinuncia alla specifica impugnazione dell’articolo 9 del decreto legge n° 124 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge n° 162 del 2024, istitutivo della Zes unica.

Per tali ragioni, la Regione Campania ha deciso di rinunciare alla specifica impugnativa dell’articolo 9 del decreto-legge 19 settembre 2023, n° 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n° 162, proposta innanzi alla Corte costituzionale, con salvezza dell’impugnativa delle ulteriori disposizioni già oggetto del medesimo ricorso pendente innanzi alla Corte costituzionale, gravemente in violazione delle prerogative, competenze e interessi della Regione Campania.

LA RINUNCIA ALL’IMPUGNATIVA

Demandato all’Avvocatura regionale di curare i conseguenti adempimenti di competenza; la struttura tecnica propone, in ossequio con l’indirizzo politico, di  rinunciare alla specifica impugnativa dell’articolo 9 del decreto-legge 19 settembre 2023, n° 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n° 162, proposta innanzi alla Corte costituzionale con ricorso incardinato al numero di registro 2/2024, con salvezza dell’impugnativa delle ulteriori disposizioni già oggetto del medesimo ricorso pendente innanzi alla Corte costituzionale.
Restano invece tutte le altre pendenti obiezioni di costituzionalità, che riguardano sostanzialmente l’articolazione dei poteri tra i soggetti istituzionali, in particolare nel rapporto tra poteri locali e potere centrale. Insomma, resta aperto il confronto, affidato al giudizio della Corte costituzionale, sulla governance per la zona economica speciale unica del Mezzogiorno. Vedremo quali saranno le prossime puntate di questa storia. Non possono essere escluse  sorprese.


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