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Il tribunale di Milano

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Le indagini sui fondi della Lega tornano sulla pista Russa. Non è infatti la prima volta che si ipotizzano collegamenti economici tra il Carroccio e la patria di Vladimir Putin. Questa volta però non si parla di soldi legati a forniture di gas o petrolio, ma sempre dell’inchiesta sulla presunta vendita gonfiata del capannone di Cormano che ha fatto uscire dalla Lombardia Film Commission 800mila euro di soldi pubblici.

Mentre tre commercialisti con importanti incarichi all’interno della galassia leghista sono finiti ai domiciliari una settimana fa, i magistrati ampliano il raggio del faro acceso sugli affari gestiti da questo giro di professionisti. E oltre ad ottenere molte altre segnalazioni di operazioni sospette direttamente dalle banche, i pm stanno seguendo la nuova pista russa apertasi con l’emergere del nome di Francesco Barachetti. L’imprenditore, indagato per peculato nella vicenda LFC, ha una moglie russa (non risulta indagata) Tatiana Andreeva su cui si stanno concentrando le attenzioni dei magistrati milanesi.

La donna è anche socia sia della stessa Barachetti service srl che della Bmg srl, altra società difamiglia. In un’intercettazione del 18 novembre 2019 Andreeva, parlando con un agente finanziario, come sintetizza la Gdf, fa “intendere l’esistenza di operazioni con la Lega con altri intermediaribancari”. E l’interlocutore, “parlando della Banca BCC presso cui la Bmg srl ha già in essere un conto corrente dal maggio 2019”, le ricorda “la raccomandazione” ricevuta dalla banca di “evitare di far transitare sul conto movimentazioni finanziarie in entrata provenienti ‘dalla Lega'”. E le dice: “Ti ricordi lui aveva detto ‘assolutamente niente dalla Lega’ ti ricordi?”.

Da un’altra informativa si evince, tra l’altro, che parte degli ormai noti 800mila euro della presunta vendita gonfiata del capannone a Cormano per la LFC, ossia 390mila euro, sono passati per la Barachetti service srl. Barachetti che, poi, ha impiegato 45mila euro euro di quella somma per acquistare “rubli russi”, serviti per un’operazione immobiliare a San Pietroburgo. La “provvista”, infatti, è stata trasferita in favore di una società russa, la Sozidanie OOO, con la causale ‘pagamento per acquisto proprietà’, pagamento accreditato su una banca di Mosca.

Il binomio Russia e Lega è molto interessante per gli investigatori e apre scenari sempre nuovi per la stampa. Intanto Matteo Salvini sembra più attento alle campagne elettorali in corso e al suo processo per un presunto sequestro di persona quando era ministro dell’Interno. Intanto però spuntano sempre nuovi nomi: oltre a quello della Adreeva c’è anche il finanziere miliardario svizzero Tito Tettamanti, il fondatore e “presidente onorario” del gruppo Fidinam, specializzato nella consulenza fiscale internazionale con la creazione, tra l’altro, di strutture offshore.

Tettamanti, tra l’altro, è stato accostato da alcuni alla rete sovranista ticinese ed è in buoni rapporti con Steve Bannon, l’ex stratega della campagna elettorale di Donald Trump che ha ospitato nella sua villa. Il nome del finanziere – che ha costituito nel 1959 lo studio legale Tettamanti-Spiess-Dotta ed è stato per anni azionista della Banca Svizzera Italiana – viene a galla a proposito della fiduciaria Fidirev, attraverso la quale sarebbero transitati parte degli 800mila euro incassati illecitamente dalla vendita dell’immobile e finiti in Svizzera.

Oltre che dai magistrati, Salvini e i suoi devono difendersi anche per le conseguenze politiche di questa inchiesta: “Matteo Salvini è garantista con i suoi e giustizialista con gli avversari: noi no, non siamo come loro. Non utilizziamo le armi giudiziarie in politica, detto questo di fronte a milioni di carte che stanno uscendo, certo è che qualche dirigente leghista qualcosa dovrebbe dire”. Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, nel suo incontro con gli elettori nel centro di Pisa. L’assedio alla Lega dunque è sempre più ampio e si allarga, come il raggio delle indagini.


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