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C’è da risolvere un problema elettrico da 11 miliardi. Per risolvere questo problema, il progetto Hypergrid e le grandi dorsali di altissima tensione impegneranno più di metà del piano di investimenti da 21 miliardi programmato da Terna in marzo.

I PROBLEMI

Il problema da risolvere si chiama energia rinnovabile. L’eolico, le cui eliche dal passo lentissimo e potente estraggono il moto del vento, e il fotovoltaico, il quale genera elettricità dal flusso di luce solare che batte sul silicio, sono tecnologie strepitose.

Sono le energie del futuro, le energie per dare una spinta allo sviluppo del Mezzogiorno, le energie della transizione verso un’economia senza emissioni di anidride carbonica, cioè il gas accusato di scaldare il clima del mondo.

Ma eolico e fotovoltaico hanno tre grandi limiti che ne vincolano lo sviluppo che piacerebbe a tutti: sono tecnologie meteopatiche; sono tecnologie che possono essere collocate non dove serve, bensì dove ci sono le risorse vento e sole; e sono tecnologie che non aiutano la rete elettrica. Al contrario. La loro incostanza meteopatica, la loro distanza dai luoghi di consumo di energia, ma soprattutto l’assenza di masse rotanti, sono nemici della stabilità della rete elettrica e impongono investimenti per riuscire a ricucire le Italie oggi troppo divise e per rendere solido e stabile il sistema elettrico.

L’IMPORTANZA DELLE MASSE ROTANTI

Qui serve un breve cenno di spiegazione. L’inerzia. Il sistema elettrico italiano e quello europeo sono caratterizzati dalla corrente elettrica alternata a 50 hertz, cioè 50 pulsazioni al secondo. La corrente europea pulsa tutta insieme, in perfetta sincronia corale.

Sulla rete connessa ci sono continue distrazioni che possono far perdere il ritmo, come guasti sulle linee, singhiozzi delle centrali elettriche, fulmini, accensioni o spegnimenti istantanei di grandissimi consumatori come le acciaierie.

Ciò che tiene costante e omogenea la sincronizzazione sono le enormi macchine rotanti delle centrali elettriche. Le turbine a vapore delle centrali termoelettriche, le “eliche” spinte dall’acqua delle centrali idroelettriche, i turbogas. Immense e pesantissime ruote che girano per produrre elettricità nelle immense e pesantissime dinamo chiamate alternatori. Queste ruote sono volàni dall’inerzia irresistibile: girano inarrestabili, con la loro massa rotante come locomotive colossali. E quindi, quando ci sono sobbalzi e aritmie sulla rete di alta tensione, sono loro, le masse rotanti delle vecchie centrali elettriche, a tenere saldo il passo alla frequenza di 50 hertz.

IL NUOVO CORSO

Ora il sistema elettrico sta cambiando. Alle centrali termoelettriche – che sono accusate di cambiare il clima del mondo con le emissioni di anidride carbonica che si liberano dalle ciminiere – si sostituiscono distese di moduli fotovoltaici al silicio, i quali producono il flusso di corrente continua senza alcun movimento, semplicemente venendo colpite dai fotoni della luce del sole.

E poi ci sono le centrali eoliche, le quali girano sì, ma lentissime rispetto alle 50 alternanze al secondo e, soprattutto, a velocità incostante e variabile. Per sostenere la rete e la tensione si usano grandi accumulatori, batterie che hanno lo scopo di immettere corrente quando singhiozzano le fonti rinnovabili, e grandi inverter di sincronizzazione, i quali sono dispositivi elettronici che generano artificialmente le 50 pulsazioni al secondo cui batte la rete elettrica.

Non ci sono le grandi masse in rotazione che dettano il passo. «Come contromisure da adottare vi sono l’inerzia sintetica e lo smorzamento delle oscillazioni di potenza», spiega Terna.

IL PROGETTO DI TERNA

Il piano di investimenti della società guidata dall’amministratrice delegata Giuseppina Di Foggia contiene progetti che ha pochi paragoni nel mondo. In aggiunta ai grandi collegamenti già previsti, come il Tyrrhenian Link e l’Adriatic Link, verranno posate 5 nuove speciali “dorsali” in altissima tensione che consentiranno di raddoppiare la capacità di scambio dal Mezzogiorno – dove si concentrano vento e sole – verso le aree del Nord, dove si concentra invece la domanda industriale di corrente.

La rete Hypergrid non userà la solita corrente alternata che pulsa 50 volte al secondo: sfrutterà invece  le tecnologie della corrente continua. Con Hypergrid sarà possibile raddoppiare la capacità di scambio tra zone di mercato, raddoppiando dagli attuali 16mila megawatt a oltre 30mila megawatt. Inoltre Terna sulla rete dovrà istallare convertitori grid-forming, cioè quelli che, in assenza di masse rotanti, creano in modo artificiale la pulsazione di 50 battiti al secondo.

COLLEGARE LE DUE ITALIE: LE LINEE DEL FUTURO

Ecco le grandi dorsali che serviranno a ricucire l’Italia.

• Con 2,7 miliardi sarà posata (con un tratto anche sottomarino nel Tirreno) una linea di 400 chilometri fra Montalto di Castro (Viterbo) e Milano.

•  Il Central Link tra Umbria e Toscana costerà 300 milioni.

•  La Dorsale Sarda, con una spesa di 1,4 miliardi, avvicinerà Codrogianus (Sassari), Sulcis e Selargius (Cagliari), raccoglierà l’energia delle centrali eoliche e solari sarde e da Fiume Santo si collegherà attraverso il Tirreno con Montalto di Castro.

•   La Dorsale Ionica-Tirrenica da mille megawatt, lunga 800 chilometri, collegherà Priolo (Siracusa) con Rossano Calabro, Montecorvino (Salerno) e Latina. Costerà 4,1 miliardi e consentirà di portare fuori dalla Sicilia l’enorme quantità di energia attesa dalle centrali eoliche galleggianti da realizzare in mezzo al mare.

•  La Dorsale Adriatica, con una spesa di 2,4 miliardi, permetterà di far arrivare da Foggia fino a Forlì l’energia prodotta dal solare e dall’eolico in Puglia.


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