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OBIETTIVO raggiunto: la scuola torna in presenza nonostante il percorso tortuoso che il ministro Patrizio Bianchi ha dovuto attraversare in una lunga estate di passione, fra le minacce dei sindacati, le lamentele dei presidi e i ritardi e le inefficienze delle Regioni sul fronte della campagna vaccinale. Dal 1° settembre, ha annunciato Bianchi ieri nella conferenza stampa successiva al Consiglio dei ministri, «tutte le nostre 8.500 scuole hanno riaperto con il mandato di portare poi, dal 13 settembre, tutti i nostri ragazzi in presenza e in piena sicurezza. La scuola è viva e capace di svolgere quel ruolo fondamentale che sta oggi ancora di più agendo. Siamo riusciti a riportare la scuola al centro dell’attenzione del Paese».
IN PRESENZA
Un risultato frutto degli sforzi del ministro e dell’intero governo, come ha rimarcato nella stessa occasione il premier Mario Draghi. «Ricordate che la scuola in presenza è sempre stato un obiettivo del governo? – ha domandato alla platea di cronisti giunti a Palazzo Chigi – Ricordate che a metà aprile decisi che bisognava tornare in presenza, decisione accolta dalle critiche di molti esperti? Fu un successo, abbiamo dato un mese in più in presenza agli studenti, vogliamo continuare su quella strada».
Secondo il presidente del Consiglio e il titolare dell’Istruzione è questa l’unica strada possibile per ridimensionare i danni prodotti dalla Dad, emersi con prepotenza dagli ultimi test Invalsi, e restituire alla scuola il suo ruolo. Che non è solo il luogo delle nozioni, ma soprattutto, ha sottolineato Bianchi «un imparare a vivere insieme».
Fondamentale, per arrivare a dama, il buon andamento delle vaccinazioni del personale, su cui ha pesato la politica del Green pass obbligatorio. Oltre il 91% dei dipendenti scolastici (non solo i docenti), ha detto Bianchi richiamando le cifre in precedenza citate da Draghi, «è vaccinato e i ragazzi di età fra i 16 e i 19 anni che hanno ricevuto almeno una dose aumentano sempre più. Dati che esprimono la grande voglia e partecipazione di tutti con cui siamo arrivati a settembre». Non cambiano i protocolli di sicurezza: distanziamento ove possibile, pratiche igieniche e mascherina.
Ma sull’utilizzo dei dpi c’è una novità. «Nelle classi in cui tutti saranno vaccinati si potranno togliere – ha detto Bianchi – per tornare a sorridere insieme». A confermarlo anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. «Spero che presto avremo un numero molto alto di classi in cui tutti i ragazzi, oltre che gli insegnanti, saranno vaccinati – ha detto – E questo consentirà di alleggerire ulteriormente le misure. A partire dalle mascherine, che possono essere abbassate nelle classi dove sono tutti vaccinati».
Lo sforzo profuso da Bianchi, però, non si è esaurito solo nella prevenzione dell’epidemia negli istituti. Anche sul fronte del reclutamento del personale sono stati compiuti significativi passi in avanti.
IL RECLUTAMENTO
«Siamo arrivati a questa fase lavorando moltissimo su mandato del presidente – ha riferito – Abbiamo avviato i concorsi per l’anno prossimo e, dato l’impegno, anche con il dl di agosto, a far ripartire i concorsi regolari per il turn over previsto fino al 2030. Non abbiamo fatto neppure una proposta di sanatoria e abbiamo messo in ruolo 59mila insegnanti, 13.908 dei quali di sostegno. Lo scorso anno erano stati 19mila, quindi quest’anno 3 volte tanto». Poi gli operatori Ata. «Sono stati assunti in 8.900 nel personale tecnico amministrativo e ci apprestiamo – ha detto – ad assumere personale di potenziamento per gestire le classi più numerose».
Questo il quadro tracciato dal ministro nel giorno in cui la linea del governo sul Green pass obbligatorio a scuola ha trovato un’importante sponda dalla giustizia amministrativa. Con due decreti, infatti, il Tar del Lazio ha respinto le istanze dei ricorrenti che chiedevano di sospendere tutti i provvedimenti adottati dal ministero dell’Istruzione con cui è stata stabilita la disciplina in materia di possesso del lasciapassare da parte del personale scolastico. In ordine «al diritto del personale scolastico a non vaccinarsi, in disparte la questione della dubbia configurazione come diritto alla salute – si legge – non ha valenza assoluta né può essere inteso come intangibile».
Per il dipendente scolastico sprovvisto di Green pass, pertanto, secondo i giudici amministrativi «l’automatica sospensione dal lavoro e dalla retribuzione e la mancata adibizione ad altre e diverse mansioni è correttamente e razionalmente giustificabile alla luce della tipicità delle mansioni, specie di quello docente».
Decisione accolta favorevolmente dall’Anp, che da mesi spinge per l’obbligo vaccinale. «Si tratta – ha detto il presidente Antonello Giannelli – di una decisione esemplare in quanto riafferma alcuni basilari principi della convivenza democratica».
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