Mieli, Putin e la riscrittura della storia

Incredibile. Vladimir Putin, che è il cattivone che tutti sanno, ha riscritto la storia e giustamente Paolo Mieli – da par suo – gliele canta chiare. Ecco le bugie: «Mikhail Gorbaciov fu un incompetente, sedotto dagli Stati Uniti, sostanzialmente un povero sciocco che per la sua pochezza consentì lo sfascio del proprio Paese. Colpa anche sua se Mosca è stata costretta il 24 febbraio del 2022 ad avviare l’ormai famosa “operazione speciale” contro lo “Stato nazista” che si è dato il nome di Ucraina. Le sanzioni occidentali contro la Russia, successive a quell’“operazione”, sono paragonabili all’invasione napoleonica del 1812».

Ed ecco il rimprovero di Mieli: «A nostro avviso è uno sbaglio considerare le divagazioni storiografiche di Putin come cose marginali. A maggior ragione adesso che le tesi dell’autocrate moscovita si accingono a diventare cardine formativo di una generazione di giovani russi». Proprio un cantar chiaro. Praticamente è la famosa parabola della trave e della pagliuzza. La trave nostra e la pagliuzza altrui, per intenderci, se consideriamo che quanto a riscrittura della storia – e a damnatio memoriae – noi che siamo buoni abbiamo Amilcare Barca e suo figlio Annibale che stanno ancora aspettando di vedere almeno quindici puntate di oggettività a RaiStoria.