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Sinisa Mihajlovic

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Father and son. Miroslav Mihajlovic, il figlio maggiore di Sinisa, consegue dalla Figc il patentino Uefa C, il primo passo per diventare allenatore e così – con la notizia di un nuovo Mihajlovic in panchina – incendia di ulteriore amore la storia di un padre e di un figlio. Orgoglio e ispirazione sono sempre i padri per i figli e orgoglio e trepidazione sono quest’ultimi per i genitori che anche quando non ci sono – perché non ci sono più in questa vita – continuano nel loro ruolo di motore immobile.

In una società come la nostra la vicenda dei Mihajlovic squilla nella singolarità perché ormai il pater, nell’Occidente egolatra, è solo una colpa, un residuo della tossicità sessista o chissà che altro nella rielaborazione imposta dalla sottocultura egemone. E anche se nel giorno della fine a nulla servirà l’inglese, è nella lingua del Bardo che Yusuf Islam – già noto col nome di Cat Stevens – ha consegnato il suo testamento di padre al figlio affinché il bimbo si tenga tutto il tempo, tutta la pazienza e tutto quel che c’è da sapere: «For you will still be here tomorrow, but your dreams may not». Ecco, father and son.


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